Venerdì 7 febbraio presso l'Istituto di Ricerche Storiche e Militari di
Trieste, in
via Ghega 2 , l’Associazione Culturale Novecento ha presentato il
libro “La guerra è finita” di Mario Merlino e Roberto Mancini,
edito da Ritter e dall'associazione stessa grazie al contributo
della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia nell'ambito delle attività 2013, così si legge in rete. Entri,
per la prima e certamente ultima volta, in quel luogo di cui non
conoscevi l'esistenza. Salite
le scale, al secondo piano, vivrai la sensazione di essere in luogo più celebrativo di un periodo buio rimpianto solo da qualche nostalgico, che storico. Incontrerai
nel corridoio l'uomo dai capelli bianchi e lunghi, dalla barba lunga e
bianca, che sembra ricordare l'immagine del Mago Merlino, ma da
ridere ed ironizzare vi sarà poco, sarà Mario Merlino, colui che è
stato definito come trasformista politico, anarchico-fascista, ma le
sue idee erano chiare fin dall'età di 15/16 anni come dirà lui
stesso, idee che hanno segnato tutta la sua vita, tutta la sua storia
e che ha diffuso, come rivendicherà, anche durante la sua attività
di insegnamento nelle scuole italiane.
Poveri
ragazzi. Arriverà
un nostalgico del fascismo che saluterà, nel corridoio poco prima
dell'inizio del convegno, Mario Merlino con il tipico A noi ,saluto
patriottico di vittoria che si usava fra fascisti, e lui, Merlino,
risponderà con A noi.
Poi
prenderà la parola la sig.ra Marina Marzi, dell'Associazione 900, la quale
per ben due volte,con rammarico, dirà che le iniziative di quel
luogo verranno ridotte, perché i finanziamenti sono andati ad
associazioni dei partigiani e slovene e nulla a loro e dopo aver
presentato i due relatori concluderà riportando “cameratescamente”
, così dirà, i saluti di Panzarasa. Merlino,
che è stato anche amico di Erich Priebke,
prenderà la parola parlando in piedi, debutterà citando versi di
Ezra
Pound ,ricorderà Robert Brasillach ed il suo essere
anarco-fascista,nel senso di anarchia nera,fascista, che nulla ha da condividere con la vera anarchia, dirà che le
donne della brigata Garibaldi, dunque si desume le partigiane di quella brigata, erano
“ delle prostitute” e che una "donna anziana doveva controllare la
loro attività sessuale" e che "un medico saliva in montagna una volta al mese per controllare le malattie veneree di quelle donne", riporterà la testimonianza di una sua cara
amica, a detta sua, violentata dai rossi e marchiata dai rossi, e per
tutto il tempo difenderà, con la sua tipica retorica e linguaggio
contorto, quell'Italia, quella parte di italiani che hanno lottato
per difendere l'indifendibile, il periodo più buio e nero di questo
Paese.L'
Istituto
di Ricerche Storiche e Militari è Attivo dal 2007, nel loro sito si
legge che “l’Istituto mette a disposizione del pubblico il
proprio patrimonio - già notificato dal Ministero dei Beni Culturali
come di “interesse storico particolarmente importante” – atto a
rendere il vissuto di uomini e donne nelle vicende del ventesimo
secolo”.
Ha ricevuto anche finanziamenti pubblici, per esempio
l'Amministrazione
regionale è stata autorizzata a concedere all'associazione culturale
Istituto di ricerche storiche e militari dell'età contemporanea
Carlo Alfredo Panzarasa di Trieste un contributo straordinario per il
funzionamento della propria attività istituzionale e per la
realizzazione di eventi culturali correlati agli obiettivi
dell'associazione medesima con la Legge
regionale 29 dicembre 2011, n 18
. Ora
quale deve essere la differenza tra patrimonio considerato come di
interesse storico particolarmente importante, e patrimonio che
rischia di essere celebrativo? Come è possibile che la Regione FVG abbia potuto finanziare una realtà che organizza convegni con
personaggi del calibro di Mario Merlino?
Che
ciò non accada mai più.
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