La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Una lettera aperta all'ANPI per chiedere l'espulsione di Simone Cristicchi


 Nel 2013 Simone Cristicchi, noto artista italiano, con lo spettacolo Magazzino 18, di cui è coautore, ha affrontato un tema caldo, caldissimo, ovvero quello degli esuli istriani e delle vicende più complesse del confine orientale. Quando si realizza uno spettacolo teatrale che affronta temi politici e sociali  è naturale prendere e maturare una posizione di parte, non esiste l'oggettività delle cose nell'arte, l'arte, nella sua varietà è multiforme è espressione di sentimenti, emozioni, prospettive di parte e prevalentemente soggettive. Il problema è quando simili prospettive di parte lungi dalla reale storia vengono sostenute da organi istituzionali e viceversa, il problema è la coerenza che deve caratterizzare l'arte anche con quella vita quotidiana, fatta di gesti, simboli ed adesioni, che caratterizza la vita del singolo artista, il problema è quando uno spettacolo teatrale rischia di diventare verità ufficiale su una vicenda controversa, ancora oggi sconosciuta oltre il confine orientale, il problema è quando si nega di essere di parte, nonostante tutto.
Ma occorre, a parer mio, prima di entrare nel merito di questa vicenda, effettuare una breve premessa. La Legge 30 marzo 2004, n. 92 che istituisce il giorno del ricordo, è incentrata sulle vicende accadute nel secondo dopoguerra ma anche sulla più complessa vicenda del confine orientale. Tra le varie iniziative, la detta Legge, prevede che, nella giornata ivi considerata siano previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. Nel 2001 è stato pubblicato una relazione, redatta dalla Commissione che venne istituita nell’ottobre 1993 su iniziativa dei Ministri degli Esteri di Italia e Slovenia con la consegna dei lavori della Commissione nel luglio 2000 e pubblicazione nella primavera del 2001. I Componenti della Commissione erano: Per l’Italia- Sergio Bartole (sostituito da Giorgio Conetti), Elio Apih (sostituito da Marina Cattaruzza), Angelo Ara, Paola Pagnini, Fulvio Salimbeni, Fulvio Tomizza (sostituito da Raoul Pupo), Lucio Toth. Per la Slovenia: Milica Kacin-Wohinz,France Dolinar, Boris Gombač (sostituito da Aleksander Vuga), Branco Marušič, Boris Mlakar, Nevenka Troha, Andrej Vovko] In uno dei passaggi della citata relazione si ricorda che tra gli anni Venti e Trenta “Secondo stime jugoslave emigrarono complessivamente 105.000 sloveni e croati; e se nei casi di emigrazione transoceanica è più difficile tracciare un confine fra motivazioni economiche e politiche, nel caso degli espatri in Jugoslavia, che coinvolsero soprattutto giovani e intellettuali,il collegamento diretto con le persecuzioni politiche del fascismo è ben evidente. Ciò che infatti il fascismo cercò di realizzare nella Venezia Giulia fu un vero e proprio programma di distruzione integrale dell’identità nazionale slovena e croata.” Si evidenzia anche che “La politica snazionalizzatrice riuscì infatti a decimare la popolazione slovena a Trieste e Gorizia, a disperdere largamente gli intellettuali e i ceti borghesi e a proletarizzare la popolazione rurale, che però, nonostante tutto, rimase compattamente insediata sulla propria terra”. Non si usa il termine esodo. Termine che invece verrà, volutamente, utilizzato per la vicenda avvenuta nel secondo dopoguerra. Infatti, si scriverà che “ Complessivamente nel corso del dopoguerra l’esodo dai territori istriani soggetti oggi alla sovranità slovena coinvolse più di 27.000 persone – vale a dire la quasi totalità della popolazione italiana ivi residente, oltre ad alcune migliaia di sloveni, che vennero ad aggiungersi alla grande massa di esuli, in larghissima maggioranza italiani (le cui stime più recenti vanno dalle 200 mila alle 300 mila unità), provenienti dalle aree dell’Istria e della Dalmazia oggi appartenenti alla Croazia. Gli italiani rimasti (l’8% della popolazione complessiva) furono in maggioranza operai e contadini, specie quelli più anziani, cui si aggiunsero alcuni immigrati politici del dopoguerra ed alcuni intellettuali di sinistra. Fra le ragioni dell’esodo vanno tenute soprattutto presenti l’oppressione esercitata da un regime la cui natura totalitaria impediva anche la libera espressione dell’identità nazionale, il rigetto dei mutamenti nell’egemonia nazionale e sociale nell’area, nonché la ripulsa nei confronti delle radicali trasformazioni introdotte nell’economia”. Non esiste alcuna differenza tra l’emigrazione di sloveni e croati e l’emigrazione degli italiani. Dunque o il concetto di esodo vale anche per gli esuli sloveni e croati, oppure si deve parlare in entrambi i casi di emigrazione “forzata” dalle situazioni politiche, economiche e sociali ivi esistenti. Il giorno del Ricordo, Legge di chiara volontà nazionalistica, può ben includere, stante il fatto che Italia, Slovenia e Croazia sono oggi “sorelle” in Unione Europea, anche la vicenda degli esuli sloveni e croati perché ben rientrano nelle più complesse vicende del confine orientale e perché simile, con quella degli italiani, nella loro situazione, anzi, quella subita da sloveni e croati è forse anche peggiore di quella subita dagli italiani. Le persecuzioni fasciste sono state nefaste, così come nefasto è il silenzio che continua a regnare su tale vicenda, così come ingiusto e sproporzionato e non rispettoso della verità storica, è ricordare solo la vicenda dell’esodo istriano. O tutti o tutti, che l’Italia si assuma le sue responsabilità etiche e morali ed anche risarcitorie verso gli esuli sloveni e croati.
Ma così non è.
Alla fine del dicembre 2013 per iniziativa del CNJ onlus ma anche per volontà di singoli individui si diffonde l'appello che ha lo scopo di chiedere l'espulsione di Simone Cristicchi dall'ANPI. All'appello hanno aderito partigiani e figli di partigiani, antifascisti, operai, sindacalisti da tutte le regioni d'Italia. L'Appello è preceduto dalla lettera che ora pubblico in via integrale e che riprende i punti più rilevanti della lettera destinata all'ANPI e che verrà inviata entro il mese di gennaio 2014.

Lettera di accompagnamento alla lettera all'Anpi
Riguarda la vicenda del cantautore Simone Cristicchi e dello spettacolo “Magazzino 18” di cui è co-autore. L’iniziativa specifica è partita in seno a CNJ onlus, ma raccoglie adesione di singoli. L’obiettivo è politico e culturale. E’ importante, per la storia partigiana dell’Italia, della Jugoslavia e dell’Europa tutta. Lo spettacolo di questo cantautore e del suo co-autore, lo storico Jan Bernas, sta già ricevendo tra il pubblico le scuole dell’Istria e sta proseguendo il suo giro per la penisola. Le rappresentazioni di "Magazzino 18" in Istria sono state realizzate con il contributo del ministero degli Affari Esteri italiano e probabilmente anche della FederEsuli. Non vorremmo trovarci questo “spettacolo dei sentimenti” o delle “emozioni” (definizione dell’autore) come bibliografia o come capitolo dei libri di storia dei nostri figli di oggi e di domani, dove fascisti e antifascisti si minestrano troppo superficialmente, favorendo distorsioni storiche e politiche gravi. Le distorsioni alimentano non verità e conflittualità. Sulla pagina facebook di “Magazzino 18”, Cristicchi stesso si esprime e fa conversazione sul tema. Molti soci CNJ, ma anche altri, hanno postato commenti e tentato di aprire un confronto storico-scientifico, con il risultato di vedere i propri post cancellati. Il suo biasimo verso Pertini, che ha riconosciuto sempre i meriti della resistenza partigiana jugoslava, è una delle “perle” espresse dal cantautore, che riserva repliche talvolta d’effetto, ma che dimostrano poca capacità e/o volontà di argomentazione. Riepiloghiamo di seguito una breve ma non esaustiva rassegna sulla questione, in parte già circolata, all’origine della lettera.

Questo è uno dei primi scambi ad agosto 2013, tra Cristicchi ed il CNJ, ma sulla questione si sono mossi anche altri. Cristicchi ha intimato al CNJ la rimozione della pagina, attraverso il suo avvocato:

L’Unione degli Istriani ha approvato il copione modificato andato in scena il 21/10/2013 nelle prove generali, pare con una sorta di ricatto:

Di seguito il colloquio con Simone Cristicchi - in occasione del lancio del suo spettacolo "Magazzino 18", con Claudia Cernigoi e Carlo Oliva, RadioTre – trasmissione Fahrenheit di venerdì 1/11/2013

Sul debutto a Trieste nel corrente mese di dicembre 2013:

Questo è un comunicato del partito socialista dei lavoratori croato nel merito, pubblicato da varie testate on line e girato in lista cnj:

Dal 17 al 22 dicembre lo spettacolo è stato rappresentato a Roma. Di seguito l’intervista pubblica a Cristicchi di una giornalista de Il Piccolo di Trieste, dura 4 minuti circa:

L’intervento ci sembra confermare le critiche mosse fino ad ora allo spettacolo: Cristicchi dichiara che è stato realizzato per far conoscere un pezzo di storia, ma allo stesso tempo, sostiene che non pretende di raccontare la storia ma di essere ascoltato attraverso la rappresentazione di alcuni drammi personali dell’epoca. Afferma inoltre una non verità, nel richiamare fonti storiografiche variegate di destra e di sinistra, a cui avrebbe fatto riferimento, ed invece la fonte principale citata è solo Jan Bernas. La confusione dei piani di lettura si rivela uno strumento di propaganda perfetto, che gioca sull’apparente ingenuità dell’ “artista” sfuggente ed ignaro, un po’ per davvero, un po’ per finta.

Ultima notizia, è uscito il libro + CD (si veda il link sotto, nel sito curato dal partito umanista di TS) http://www.freaksonline.it/freaks/magazzino-18-libro-e-cd.html

Contiamo che questa lettera, nella sua veste di appello, possa aprire un dibattito o chiarisca la posizione di certi soggetti anche istituzionali. Per comunicare le vostre adesioni e tutte quelle che raccoglierete per la lettera in allegato, Vi preghiamo pertanto di rispondere a questo indirizzo sam.letteranpi@gmail.com indicando: NOME, COGNOME, CITTA’, EVENTUALE ISCRIZIONE ANPI (SI/NO e sezione), ALTRO (facoltativo: es. professione, qualifica, stato occupazionale etc…) Grazie a tutti per la collaborazione e un grande saluto samantha”

LETTERA APERTA ALL'ANPI SU CRISTICCHI
Cari Voi tutti, Membri del Comitato Nazionale ANPI, Membri dei Comitati Provinciali, Regionali e Soci dell’Associazione Nazionale PARTIGIANI d’Italia, con i suoi 120.000 iscritti,
in qualità di iscritti all’ANPI e quali antifascisti, figli e nipoti di antifascisti, democratici rispettosi della memoria storica della Resistenza, manifestiamo la nostra preoccupazione ed il nostro stupore nell'apprendere che il Sig. Simone Cristicchi (secondo quanto lui stesso sostiene) è membro onorario dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. Il Sig. Simone Cristicchi, nell’ambito del suo spettacolo teatrale “Magazzino 18”, che ha come tema la TRASPOSIZIONE di alcuni vissuti drammatici degli esuli d’Istria, di Fiume e Dalmazia, supportato da una direzione artistica, manageriale e da una regia di promozione istituzionale, sembra alimentare a livello mediatico e diffusivo a mezzo web una propaganda politica antipartigiana, che ancor più gravemente si mostra priva di analisi storica, riportando interpretazioni che riteniamo falsino fatti e circostanze, con un esito di palese natura strumentale. La strumentalizzazione delle vicende umane a supporto di idee nazionaliste è resa ancora più insopportabile per il coinvolgimento di minori in scene di violenza, che ci appare presunta ed esagerata. Evidenziamo inoltre che le tesi, le congetture, i toni delle polemiche, l'accettazione di messaggi e manifestazioni di scherno ed offesa rivolte alla memoria storica della Resistenza sia italiana che jugoslava, presenti nel profilo facebook e in altri siti gestiti dal cantautore, non ci appaiono politicamente ed ideologicamente espressioni vicine alla storia e rispettose dei principi ispiratori dell’ANPI. Il rifiuto di un confronto scientifico, manifestato da Cristicchi in diverse occasioni e nei diversi spazi di dialogo con il pubblico, molti dei quali gestiti dallo stesso in piena discrezionalità (facilmente reperibili e noti) e il suo apprezzamento verso personaggi quali Maria Pasquinelli* contrapposto ad una continua opera di criminalizzazione della lotta di liberazione del popolo jugoslavo dall'oppressore nazifascista in particolare, costituiscono un'offesa all'Associazione stessa, lo Statuto della quale, nel suo oggetto sociale (art. 2) e soprattutto nel profondo rispetto ed in virtù dell’art. 22 e dell’art. 23, recita:
Possono essere ammessi come soci con diritto al voto, qualora ne facciano domanda scritta:
a) coloro che hanno avuto il riconoscimento della qualifica di partigiano o patriota o di benemerito dalle competenti commissioni;
b) coloro che nelle formazioni delle Forze Armate hanno combattuto contro i tedeschi dopo l’armistizio;
c) coloro che, durante la Guerra di Liberazione siano stati incarcerati o deportati per attività politiche o per motivi razziali o perché militari internati e che non abbiano aderito alla Repubblica Sociale Italiana o a formazioni armate tedesche. Possono altresì essere ammessi come soci con diritto al voto, qualora ne facciano domanda scritta, coloro che, condividendo il patrimonio ideale, i valori e le finalità dell’A.N.P.I., intendono contribuire, IN QUALITÀ DI ANTIFASCISTI, sensi dell’art. 2, lettera b), del presente Statuto, CON IL PROPRIO IMPEGNO CONCRETO ALLA REALIZZAZIONE E ALLA CONTINUITÀ NEL TEMPO DEGLI SCOPI ASSOCIATIVI, CON IL FINE DI CONSERVARE, TUTELARE E DIFFONDERE LA CONOSCENZA DELLE VICENDE E DEI VALORI CHE LA RESISTENZA, CON LA LOTTA E CON L’IMPEGNO CIVILE E DEMOCRATICO, HA CONSEGNATO ALLE NUOVE GENERAZIONI, COME ELEMENTO FONDANTE DELLA REPUBBLICA, DELLA COSTITUZIONE E DELLA UNIONE EUROPEA E COME PATRIMONIO
ESSENZIALE DELLA MEMORIA DEL PAESE.

Per questo, auspichiamo che sia ritirata la tessera di socio ANPI al Sig. Simone Cristicchi, il cui operato e la cui espressione politica non sono riconoscibili in alcun modo nell’essenza dei valori e della cultura della Resistenza partigiana, di ieri e di oggi.

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