Nel 2013 Simone Cristicchi,
noto artista italiano, con lo spettacolo Magazzino 18, di cui è
coautore, ha affrontato un tema caldo, caldissimo, ovvero quello
degli esuli istriani e delle vicende più complesse del confine
orientale. Quando
si realizza uno spettacolo teatrale che affronta temi politici e sociali è naturale prendere e maturare
una posizione di parte, non esiste l'oggettività delle cose
nell'arte, l'arte, nella sua varietà è multiforme è espressione di
sentimenti, emozioni, prospettive di parte e prevalentemente
soggettive. Il
problema è quando simili prospettive di parte lungi dalla reale storia vengono sostenute da
organi istituzionali e viceversa, il problema è la coerenza che deve caratterizzare l'arte
anche con quella vita quotidiana, fatta di gesti, simboli ed
adesioni, che caratterizza la vita del singolo artista, il problema è
quando uno spettacolo teatrale rischia di diventare verità ufficiale
su una vicenda controversa, ancora oggi sconosciuta oltre il confine
orientale, il problema è quando si nega di essere di parte, nonostante tutto.
Ma
occorre, a parer mio, prima di entrare nel merito di questa vicenda,
effettuare una breve premessa. La Legge
30 marzo 2004, n. 92 che istituisce il giorno del ricordo, è
incentrata sulle vicende accadute nel secondo dopoguerra ma anche
sulla più complessa vicenda del confine orientale. Tra le varie
iniziative, la detta Legge, prevede che, nella giornata ivi
considerata siano previste iniziative per diffondere la conoscenza
dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e
grado. Nel
2001 è stato pubblicato una relazione, redatta dalla Commissione che
venne istituita nell’ottobre 1993 su iniziativa dei Ministri degli
Esteri di Italia e Slovenia con la consegna dei lavori della
Commissione nel luglio 2000 e pubblicazione nella primavera del 2001.
I Componenti della Commissione erano: Per l’Italia- Sergio Bartole
(sostituito da Giorgio Conetti), Elio Apih (sostituito da Marina
Cattaruzza), Angelo Ara, Paola Pagnini, Fulvio Salimbeni, Fulvio
Tomizza (sostituito da Raoul Pupo), Lucio Toth. Per la Slovenia:
Milica Kacin-Wohinz,France Dolinar, Boris Gombač (sostituito da
Aleksander Vuga), Branco Marušič, Boris Mlakar, Nevenka Troha,
Andrej Vovko] In uno dei passaggi della citata relazione si ricorda
che tra gli anni Venti e Trenta “Secondo stime jugoslave emigrarono
complessivamente 105.000 sloveni e croati; e se nei casi di
emigrazione transoceanica è più difficile tracciare un confine fra
motivazioni economiche e politiche, nel caso degli espatri in
Jugoslavia, che coinvolsero soprattutto giovani e intellettuali,il
collegamento diretto con le persecuzioni politiche del fascismo è
ben evidente. Ciò
che infatti il fascismo cercò di realizzare nella Venezia Giulia fu
un vero e proprio programma di distruzione integrale dell’identità
nazionale slovena e croata.” Si evidenzia anche che “La politica
snazionalizzatrice riuscì infatti a decimare la popolazione slovena
a Trieste e Gorizia, a disperdere largamente gli intellettuali e i
ceti borghesi e a proletarizzare la popolazione rurale, che però,
nonostante tutto, rimase compattamente insediata sulla propria
terra”. Non
si usa il termine esodo. Termine
che invece verrà, volutamente, utilizzato per la vicenda avvenuta
nel secondo dopoguerra. Infatti, si scriverà che “
Complessivamente nel corso del dopoguerra l’esodo dai territori
istriani soggetti oggi alla sovranità slovena coinvolse più di
27.000 persone – vale a dire la quasi totalità della popolazione
italiana ivi residente, oltre ad alcune migliaia di sloveni, che
vennero ad aggiungersi alla grande massa di esuli, in larghissima
maggioranza italiani (le cui stime più recenti vanno dalle 200 mila
alle 300 mila unità), provenienti dalle aree dell’Istria e della
Dalmazia oggi appartenenti alla Croazia. Gli italiani rimasti (l’8%
della popolazione complessiva) furono in maggioranza operai e
contadini, specie quelli più anziani, cui si aggiunsero alcuni
immigrati politici del dopoguerra ed alcuni intellettuali di
sinistra. Fra le ragioni dell’esodo vanno tenute soprattutto
presenti l’oppressione esercitata da un regime la cui natura
totalitaria impediva anche la libera espressione dell’identità
nazionale, il rigetto dei mutamenti nell’egemonia nazionale e
sociale nell’area, nonché la ripulsa nei confronti delle radicali
trasformazioni introdotte nell’economia”. Non esiste alcuna
differenza tra l’emigrazione di sloveni e croati e l’emigrazione
degli italiani. Dunque o il concetto di esodo vale anche per gli
esuli sloveni e croati, oppure si deve parlare in entrambi i casi di
emigrazione “forzata” dalle situazioni politiche, economiche e
sociali ivi esistenti. Il giorno del Ricordo, Legge di chiara volontà
nazionalistica, può ben includere, stante il fatto che Italia,
Slovenia e Croazia sono oggi “sorelle” in Unione Europea, anche
la vicenda degli esuli sloveni e croati perché ben rientrano nelle
più complesse vicende del confine orientale e perché simile, con
quella degli italiani, nella loro situazione, anzi, quella subita da
sloveni e croati è forse anche peggiore di quella subita dagli
italiani. Le persecuzioni fasciste sono state nefaste, così come
nefasto è il silenzio che continua a regnare su tale vicenda, così
come ingiusto e sproporzionato e non rispettoso della verità
storica, è ricordare solo la vicenda dell’esodo istriano. O
tutti o tutti, che l’Italia
si assuma le sue responsabilità etiche e morali ed anche
risarcitorie verso gli esuli sloveni e croati.
Ma
così non è.
Alla
fine del dicembre 2013 per iniziativa del CNJ
onlus ma anche per volontà di singoli individui si diffonde
l'appello che ha lo scopo di chiedere l'espulsione di Simone
Cristicchi dall'ANPI. All'appello
hanno aderito partigiani e figli di partigiani, antifascisti, operai,
sindacalisti da tutte le regioni d'Italia. L'Appello
è preceduto dalla lettera che ora pubblico in via integrale e che
riprende i punti più rilevanti della lettera destinata all'ANPI e
che verrà inviata entro il mese di gennaio 2014.
Lettera di accompagnamento alla lettera all'Anpi
“Riguarda
la vicenda del cantautore Simone Cristicchi e dello spettacolo
“Magazzino
18”
di
cui è co-autore. L’iniziativa specifica è partita in seno a CNJ
onlus, ma raccoglie adesione di singoli. L’obiettivo è politico e
culturale. E’ importante, per la storia partigiana dell’Italia,
della Jugoslavia e dell’Europa tutta. Lo
spettacolo di questo cantautore e del suo co-autore, lo storico Jan
Bernas, sta già ricevendo tra il pubblico le scuole dell’Istria e
sta proseguendo il suo giro per la penisola. Le rappresentazioni di
"Magazzino 18" in Istria sono state realizzate con il
contributo del ministero degli Affari Esteri italiano e probabilmente
anche della FederEsuli. Non vorremmo trovarci questo “spettacolo
dei sentimenti” o delle “emozioni” (definizione dell’autore)
come bibliografia o come capitolo dei libri di storia dei nostri
figli di oggi e di domani, dove fascisti e antifascisti si minestrano
troppo superficialmente, favorendo distorsioni storiche e politiche
gravi. Le distorsioni alimentano non verità e conflittualità. Sulla
pagina facebook di “Magazzino 18”, Cristicchi stesso si esprime e
fa conversazione sul tema. Molti soci CNJ, ma anche altri, hanno
postato commenti e tentato di aprire un confronto
storico-scientifico, con il risultato di vedere i propri post
cancellati. Il suo biasimo verso Pertini, che ha riconosciuto sempre
i meriti della resistenza partigiana jugoslava, è una delle “perle”
espresse dal cantautore, che riserva repliche talvolta d’effetto,
ma che dimostrano poca capacità e/o volontà di argomentazione. Riepiloghiamo
di seguito una breve ma non esaustiva rassegna sulla questione, in
parte già circolata, all’origine della lettera.
Questo
è uno dei primi scambi ad agosto 2013, tra Cristicchi ed il CNJ, ma
sulla questione si sono mossi anche altri. Cristicchi ha intimato al
CNJ la rimozione della pagina, attraverso il suo avvocato:
L’Unione
degli Istriani ha approvato il copione modificato andato in scena il
21/10/2013
nelle
prove generali, pare con una sorta di ricatto:
Di
seguito il colloquio con Simone Cristicchi - in occasione del lancio
del suo spettacolo "Magazzino 18", con Claudia Cernigoi e
Carlo Oliva, RadioTre – trasmissione Fahrenheit di venerdì
1/11/2013
Sul
debutto a Trieste nel corrente mese di dicembre 2013:
Questo
è un comunicato del partito socialista dei lavoratori croato nel
merito, pubblicato da varie testate on line e girato in lista cnj:
Dal
17 al 22 dicembre lo spettacolo è stato rappresentato a Roma. Di
seguito l’intervista
pubblica a Cristicchi di una giornalista de Il Piccolo di Trieste,
dura 4 minuti circa:
L’intervento
ci sembra confermare le critiche mosse fino ad ora allo spettacolo:
Cristicchi dichiara che è stato realizzato per far conoscere un
pezzo di storia, ma allo stesso tempo, sostiene che non pretende di
raccontare la storia ma di essere ascoltato attraverso la
rappresentazione di alcuni drammi personali dell’epoca. Afferma
inoltre una non verità, nel richiamare fonti storiografiche
variegate di destra e di sinistra, a cui avrebbe fatto riferimento,
ed invece la fonte principale citata è solo Jan Bernas. La
confusione dei piani di lettura si rivela uno strumento di propaganda
perfetto, che gioca sull’apparente ingenuità dell’ “artista”
sfuggente ed ignaro, un po’ per davvero, un po’ per finta.
Contiamo
che questa lettera, nella sua veste di appello, possa aprire un
dibattito o chiarisca la posizione di certi soggetti anche
istituzionali. Per
comunicare le vostre adesioni e tutte quelle che raccoglierete per la
lettera in allegato, Vi preghiamo pertanto di rispondere a questo
indirizzo
sam.letteranpi@gmail.com
indicando: NOME,
COGNOME, CITTA’, EVENTUALE ISCRIZIONE ANPI (SI/NO e sezione), ALTRO
(facoltativo: es. professione, qualifica, stato occupazionale etc…) Grazie
a tutti per la collaborazione e un grande saluto samantha”
LETTERA
APERTA ALL'ANPI SU CRISTICCHI
Cari
Voi tutti, Membri del Comitato Nazionale ANPI, Membri dei Comitati
Provinciali, Regionali e Soci dell’Associazione Nazionale
PARTIGIANI d’Italia, con i suoi 120.000 iscritti,
in qualità di
iscritti all’ANPI e quali antifascisti, figli e nipoti di
antifascisti, democratici rispettosi della memoria storica della
Resistenza, manifestiamo la nostra preoccupazione ed il nostro
stupore nell'apprendere che il Sig. Simone Cristicchi (secondo quanto
lui stesso sostiene) è membro onorario dell'Associazione Nazionale
Partigiani d'Italia. Il Sig. Simone Cristicchi, nell’ambito del suo
spettacolo teatrale “Magazzino 18”, che ha come tema la
TRASPOSIZIONE di alcuni vissuti drammatici degli esuli d’Istria, di
Fiume e Dalmazia, supportato da una direzione artistica, manageriale
e da una regia di promozione istituzionale, sembra alimentare a
livello mediatico e diffusivo a mezzo web una propaganda politica
antipartigiana, che ancor più gravemente si mostra priva di analisi
storica, riportando interpretazioni che riteniamo falsino fatti e
circostanze, con un esito di palese natura strumentale. La
strumentalizzazione delle vicende umane a supporto di idee
nazionaliste è resa ancora più insopportabile per il coinvolgimento
di minori in scene di violenza, che ci appare presunta ed esagerata.
Evidenziamo inoltre che le tesi, le congetture, i toni delle
polemiche, l'accettazione di messaggi e manifestazioni di scherno ed
offesa rivolte alla memoria storica della Resistenza sia italiana che
jugoslava, presenti nel profilo facebook e in altri siti gestiti dal
cantautore, non ci appaiono politicamente ed ideologicamente
espressioni vicine alla storia e rispettose dei principi ispiratori
dell’ANPI. Il rifiuto di un confronto scientifico, manifestato da
Cristicchi in diverse occasioni e nei diversi spazi di dialogo con il
pubblico, molti dei quali gestiti dallo stesso in piena
discrezionalità (facilmente reperibili e noti) e il suo
apprezzamento verso personaggi quali Maria Pasquinelli* contrapposto
ad una continua opera di criminalizzazione della lotta di liberazione
del popolo jugoslavo dall'oppressore nazifascista in particolare,
costituiscono un'offesa all'Associazione stessa, lo Statuto della
quale, nel suo oggetto sociale (art. 2) e soprattutto nel profondo
rispetto ed in virtù dell’art. 22 e dell’art. 23, recita:
“Possono
essere ammessi come soci con diritto al voto, qualora ne facciano
domanda scritta:
a) coloro che hanno avuto il riconoscimento della
qualifica di partigiano o patriota o di benemerito dalle competenti
commissioni;
b) coloro che nelle formazioni delle Forze Armate
hanno combattuto contro i tedeschi dopo l’armistizio;
c) coloro
che, durante la Guerra di Liberazione siano stati incarcerati o
deportati per attività politiche o per motivi razziali o perché
militari internati e che non abbiano aderito alla Repubblica Sociale
Italiana o a formazioni armate tedesche. Possono altresì essere
ammessi come soci con diritto al voto, qualora ne facciano domanda
scritta, coloro che, condividendo il patrimonio ideale, i valori e le
finalità dell’A.N.P.I., intendono contribuire, IN QUALITÀ DI
ANTIFASCISTI, sensi dell’art. 2, lettera b), del presente Statuto,
CON IL PROPRIO IMPEGNO CONCRETO ALLA REALIZZAZIONE E ALLA CONTINUITÀ
NEL TEMPO DEGLI SCOPI ASSOCIATIVI, CON IL FINE DI CONSERVARE,
TUTELARE E DIFFONDERE LA CONOSCENZA DELLE VICENDE E DEI VALORI CHE LA
RESISTENZA, CON LA LOTTA E CON L’IMPEGNO CIVILE E DEMOCRATICO, HA
CONSEGNATO ALLE NUOVE GENERAZIONI, COME ELEMENTO FONDANTE DELLA
REPUBBLICA, DELLA COSTITUZIONE E DELLA UNIONE EUROPEA E COME
PATRIMONIO ESSENZIALE DELLA
MEMORIA DEL PAESE.”
Per questo,
auspichiamo che sia ritirata la tessera di socio ANPI al Sig. Simone
Cristicchi, il cui operato e la cui espressione politica non sono
riconoscibili in alcun modo nell’essenza dei valori e della cultura
della Resistenza partigiana, di ieri e di oggi.
Commenti
Posta un commento