Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

L'ultimatum poi non tanto ultimatum del Movimento Trieste Libera



Il giorno 8 dicembre a Trieste si è svolta la seconda importante manifestazione del Movimento Trieste Libera. Questa era una prova di forza dopo le sconfitte giudiziarie ed il respingimento di tutte le loro istanze. Erano in numero inferiore rispetto alla manifestazione pregressa,ma pur sempre un numero rilevante per le dimensioni di Trieste.
In Porto Vecchio hanno lanciato un ultimatum all'Italia che scade il 10.02.2014 entro questa data si aspettano delle risposte chiare ed azioni concrete da parte degli enti e delle autorità coinvolte in merito alla questione del Territorio Libero di Trieste e punto Franco.
Una prima risposta indiretta è arrivata dal Prefetto di Trieste che ha fatto ben intendere che il Punto Franco può giungere al suo amen senza neanche la necessità di un provvedimento legislativo nazionale, cosa su cui io non concordo, perché questa è materia di rango primario e non può che essere affrontata in sede nazionale e parlamentare. Chiedono risposte al Presidente del Consiglio dei ministri italiano, prefettura di Trieste, ministero italiano degli Esteri, ministero italiano delle infrastrutture e dei trasporti alla presidenza regione Friuli Venezia Giulia, presidenza “provincia” di Trieste, sindaco di Trieste/Trst, sindaco di Muggia/Milje, sindaco di Duino-Aurisina/Devin-Nabrežina, sindaco di Dolina, sindaco di Sgonico/Zgonik, sindaco di Monrupino/Repentabor. Ma anche all' Associazione spedizionieri, Rappresentanze dei lavoratori portuali, Camera di Commercio di Trieste, Confindustria, Confartigianato, CNA Trieste, Confcommercio, Confesercenti, Associazione Imprese Assicurative,all'Autorità Portuale, ente per la Zona Industriale di Trieste, ma anche alle Autorità religiose come diocesi cattolica, comunità ebraica, comunità serbo-ortodossa, comunità greco-orientale, comunità islamica, comunità evangelica come se queste avessero qualche voce in capitolo in tema di Territorio Libero di Trieste o porto Franco ed alla faccia della laicità.
Precisano che "una non-risposta sarà considerata al pari di una risposta negativa, oltre che una manifestazione di totale disinteresse nel futuro di Trieste. Al contrario, ogni risposta (positiva o negativa) non potrà che chiarire le posizioni di ciascun’autorità, nell’interesse di ogni cittadino. Ora, come è noto, nell'ambito del diritto internazionale per ultimatum si intende l' ingiunzione con la quale uno stato fa conoscere a un altro le proprie proposte su una questione, accompagnandole con la minaccia di rompere le trattative o di ricorrere alla forza se queste non verranno accettate" . Premesso che qui non si è in presenza di nessuno Stato che muove alcun ultimatum verso un diverso Stato, sarebbe interessante capire in cosa consiste il post ultimatum perché se l'ultimatum non è accompagnato da minaccia o intimazione di ricorso alla forza che ultimatum è? E poi in cosa consiste questa rivoluzione della legalità visto e rilevati i pregressi negativi?


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