Inizia
ufficialmente il sesto anno di crisi, ma a quanto pare, dalle solite
dicerie di una politica disastrata, che ha tentato in fretta e furia
una mera operazione di restyling
,come se il mutare le facce, l'età di chi siede sulle poltrone della
politica, possa essere inteso come il sospirato momento di
cambiamento, sembra giungere alla sua fine.
Apparenza
teatrale pura.
Soliti
nomi, solite cerchie di potere, figli, amici e parenti dei notabili
della vecchia politica, stesso modo di presentarsi, di comunicare,
tipica espressione di un sistema fallimentare che con la sua becera
austerità ha massacrato l'Europa del Sud, ridotto il benessere
collettivo ed individuale, protetto ancor di più la cerchia dei
ricchi, e neanche sfiorato il tema dei temi, la giusta ed equa
distribuzione delle ricchezze.
Dicono
che in questo 2014 si vedrà la ripresa, dicono che finirà la crisi,
dicono tante cose che altro non sono che un seminare confusione e
falsa speranza per quella sterile demagogia che dovrà caratterizzare
la campagna elettorale che sarà determinante per le sorti di una
Europa nata male, malissimo, e per un Paese, quale l'Italia,
devastato da politiche clientelari che hanno costretto le persone a
trovar riparo nelle idilliache scritture di un passato che oggi non
esiste più e non potrà più esistere perché la storia è cambiata, la società è cambiata, per vivere e sognare il sole e l'aria di quello che fu un
tempo il Bel Paese.
E
Trieste galleggia.
Galleggia
su acque ballerine, acque che ogni intanto invadono le vie della
città. Trieste, così come accaduto per Fiume dopo la prima guerra mondiale, in armonia con il peggior
capitalismo occidentale e becera globalizzazione ha perso buona parte del suo
splendore, la sua importanza,la sua ricchezza. Si è omologata al nulla. La colpa non è
dell'Italia, ma di quella mentalità, di quel sistema marcio che
convivente con le peggiori mafie e politiche clientelari, ha deciso di chiudere questa città
in una palla di sapone in balia della bora senza destinazione certa
alcuna, senza progettualità alcuna.
E
Trieste galleggia.
Dove
andrà la barca Trieste?
Affonderà?
Sarà ancora in balia degli eventi? O riuscirà a prendere il governo
di quel timone che nessuno oggi ancora riesce ad indirizzare verso la
via della giusta dignità che meriterebbe questa città?
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