Ogni
anno gli Istituti di ricerca forniscono i dati delle vittime sulla
strada e questi dati sono sempre inquietanti. Migliaia e migliaia di
vite spezzate, senza dimenticare chi rimarrà invalido per il resto
della propria vita. I genitori di Maurizio in quel maledetto 18
dicembre del 1999 aspettavano la telefonata del proprio figlio. Ma a
Claudio e Graziella Visintin arriverà la telefonata che cambierà
per sempre la loro vita.
Una
invasione di corsia nelle strade triestine e la vita è andata via.
Un
colpo funesto, secco, mortale.
Una
invasione di corsia, da parte di una macchina, dovuta alla guida in stato di ebbrezza.
Un
dolore immenso, giustizia negata, nessun giustizialismo cercato, ma
solo e semplicemente la realizzazione di una norma che imponga il mai
più. In
Italia non esiste una disciplina organica in materia, tra codice
della strada e peripezie burocratiche vige un caos, un caos che
ancora oggi facilita la guida in stato di ebbrezza. Oltre
75 mila persone hanno firmato la petizione che chiede l'istituzione
dell'omicidio stradale. Le
Nazioni Unite hanno voluto la giornata mondiale delle vittime della
strada.
Ma
gli omicidi continuano e la norma non arriva.
D'altronde
il difetto di questa società è dato dal fatto che se la norma
penale, civile o amministrativa, non è accompagnata da una severa e
certa sanzione, il cittadino tende a non ottemperare o rispettare
quel comportamento che è finalizzato non solo a salvaguardare la
propria incolumità ma anche quella dei terzi.
Ma
manca anche un progetto uniforme ed omogeneo di prevenzione. Città
che vai, scuola che vai, Regione che vai, troverai iniziative
diversificate in materia. Eppure
gli studi convergono nel definire che l’assunzione di alcol altera
le condizioni psicofisiche dell’individuo ripercuotendosi sulle
sue capacità di guida; l’alcol riduce la capacità visiva del 25%,
provoca sonnolenza, riduce l’attenzione e la capacità di
movimento, crea un senso di falso benessere, di sicurezza, di
euforia, porta a sottovalutare i rischi, e a sopravvalutare le
proprie capacità.
Si
sottovaluta il tutto, si confida nella propria capacità di
tolleranza.
Si
inventano mille e più strategie per sfuggire ai controlli in
materia.
Ma
l'incoscienza è dominante.
Una
incoscienza che rischia di trasformarti in assassino.
Non
rimuoverò mai e poi mai lo sguardo di Claudio quando mi parlava di
Maurizio. Non
dimenticherò mai la sua mano stringere con forza il mio braccio nel
momento in cui condivideva con me, una persona sconosciuta fino a
quel momento, il suo dolore.
Queste
non devono essere parole buttate al vento.
Queste
non devono essere parole destinate all'oblio.
Per
Maurizio, per tutti e tutte quelli e quelle che oggi non ci sono più,
o che sono rimasti invalidi, a causa del comportamento consapevolmente folle di chi si è messo ubriaco alla guida del proprio mezzo, per le loro famiglie, per una società
più rispettosa della vita umana, che la prevenzione sia prevenzione,
che la sanzione sia sanzione, altrimenti ogni altra lacrima versata
sarà l'ennesima responsabilità di uno Stato, di una società, che
non vuole salvaguardare la vita umana.
Commenti
Posta un commento