Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Omicidio stradale e guida in stato di ebbrezza per Maurizio e le migliaia di vittime sulla strada



Ogni anno gli Istituti di ricerca forniscono i dati delle vittime sulla strada e questi dati sono sempre inquietanti. Migliaia e migliaia di vite spezzate, senza dimenticare chi rimarrà invalido per il resto della propria vita. I genitori di Maurizio in quel maledetto 18 dicembre del 1999 aspettavano la telefonata del proprio figlio. Ma a Claudio e Graziella Visintin arriverà la telefonata che cambierà per sempre la loro vita.
Una invasione di corsia nelle strade triestine e la vita è andata via.
Un colpo funesto, secco, mortale.
Una invasione di corsia, da parte di una macchina, dovuta alla guida in stato di ebbrezza.
Un dolore immenso, giustizia negata, nessun giustizialismo cercato, ma solo e semplicemente la realizzazione di una norma che imponga il mai più. In Italia non esiste una disciplina organica in materia, tra codice della strada e peripezie burocratiche vige un caos, un caos che ancora oggi facilita la guida in stato di ebbrezza. Oltre 75 mila persone hanno firmato la petizione che chiede l'istituzione dell'omicidio stradale. Le Nazioni Unite hanno voluto la giornata mondiale delle vittime della strada. 
Ma gli omicidi continuano e la norma non arriva.
D'altronde il difetto di questa società è dato dal fatto che se la norma penale, civile o amministrativa, non è accompagnata da una severa e certa sanzione, il cittadino tende a non ottemperare o rispettare quel comportamento che è finalizzato non solo a salvaguardare la propria incolumità ma anche quella dei terzi.
Ma manca anche un progetto uniforme ed omogeneo di prevenzione. Città che vai, scuola che vai, Regione che vai, troverai iniziative diversificate in materia. Eppure gli studi convergono nel definire che l’assunzione di alcol altera le condizioni psicofisiche dell’individuo ripercuotendosi sulle sue capacità di guida; l’alcol riduce la capacità visiva del 25%, provoca sonnolenza, riduce l’attenzione e la capacità di movimento, crea un senso di falso benessere, di sicurezza, di euforia, porta a sottovalutare i rischi, e a sopravvalutare le proprie capacità.
Si sottovaluta il tutto, si confida nella propria capacità di tolleranza.
Si inventano mille e più strategie per sfuggire ai controlli in materia.
Ma l'incoscienza è dominante.
Una incoscienza che rischia di trasformarti in assassino.
Non rimuoverò mai e poi mai lo sguardo di Claudio quando mi parlava di Maurizio. Non dimenticherò mai la sua mano stringere con forza il mio braccio nel momento in cui condivideva con me, una persona sconosciuta fino a quel momento, il suo dolore.
Queste non devono essere parole buttate al vento.
Queste non devono essere parole destinate all'oblio.
Per Maurizio, per tutti e tutte quelli e quelle che oggi non ci sono più, o che sono rimasti invalidi, a causa del comportamento consapevolmente folle di chi si è messo ubriaco alla guida del proprio mezzo, per le loro famiglie, per una società più rispettosa della vita umana, che la prevenzione sia prevenzione, che la sanzione sia sanzione, altrimenti ogni altra lacrima versata sarà l'ennesima responsabilità di uno Stato, di una società, che non vuole salvaguardare la vita umana.



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