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accordi firmati e chi se ne frega, forse.
Un
forse che sarà dominante. A
Trieste in questi giorni si è parlato solo dei disagi, solo della
zona rossa, solo del fatto che Trieste, tipica città del no se pol,
questa volta che doveva dire proprio no se pol, invece si è piegata
al volere del potere. Città
di confine, porta dell'Est, e tante altre belle dicerie. L'Italia, oggi, ha scoperto che Trieste è italiana, ma solo come teatro, ed il prezzo lo abbiamo
visto tutti e tutte.
Percorri
le rive e ti sembra di attraversare una strada surreale.
Schiaffi
di bora accompagnano bottiglie di plastica verso il golfo, transenne
abbattute,
e persone ferme ad attendere dal lato sbagliato la
carovana della Russia, perché quella del Governo italiano non
interessava a nessuno.
Intanto vi è chi osa violare la zona rossa. Sì, i gabbiani che volano oltre quelle maledette transenne.
Gabbiani che sembrano non capire perchè quelle persone sono lì ferme da ore
ed ore con tenacia.
Almeno fino a quando si sentirà suonare la banda e
solo allora si capirà che Putin è arrivato ma dalla parte opposta.
Ed allora altro non potrai fare che guardare la lunga, lunghissima, carovana delle istituzioni, parcheggiare, dopo aver fatto scendere gli uomini e le donne dello Stato, sia russo che italiano.Saranno
rimasti male sicuramente quelli del mercatino nei pressi della
Stazione Centrale, avevano esposto per l'occasione fuori dal locale un bel telo bianco con tanto di
vasi di fiori .
Ma
non sono stati gli unici ad aver esposto un telo per dare il "benvenuto" a Putin.
Anche
in Piazza della Borsa ciò, in un certo senso, è accaduto.
Ma
lui, l'uomo più odiato del mondo, arriverà proprio nel momento in
cui tra la Chiesa di Sant'Antonio nuovo ed il tempio
serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, lì
ove un tempo vi era l'acqua del canale, ed ora una fredda piazza,
l'Arcigay ed Arcilesbica del FVG porteranno in strada centinaia di
persone rivendicando quello che dovrebbe essere il laico dogma di
ogni società civile, i diritti civili ed umani.
Però
dopo poche centinaia di metri dal luogo dove si lotta per la dignità,
ecco il vuoto che sarà il nulla, quel nulla che ha sospeso Trieste.
Eppure
Trieste non ha commesso alcun fallo.
Ma
è stata sanzionata.
Strade
deserte.
Ti
chiederai ma i Triestini oggi a lavoro non ci sono andati?
Ti
aspettavi il traffico in tilt, invece nulla.
Vuoto
e nulla.
Allora
comprenderai i famosi benefici per Trieste derivanti dal Vertice
Italo-Russo.
Zero
inquinamento e pedonalizzazione forzata.
Ma
potevano dirlo prima che il vertice era solo una scusa per abbattere
l'inquinamento o magari per provare il nuovo od un futuro piano top
secret di pedonalizzazione dell'intero centro.
Poi
però guardandoti intorno la voglia di ironizzare verrà meno.
Una
Caserma extra large.
Ecco
cosa è stata Trieste nei giorni del vertice.
Forze
dell'ordine in ogni ovunque.
Transenne
ovunque.
Spazi
limitati ovunque.
E
tutto questo per cosa?
Per
una stretta di mano in Piazza dell'Unità ?
Per
accogliere Putin?
Eppure
Trieste in tema di diritti umani dovrebbe insegnare qualcosa viste le
lunghe e sofferenti vicende storiche che ha vissuto, e in questo caso
il no se pol, il no fermo e deciso al vertice Italo-Russo, fino a
quando sia l'Italia e sia la Russia non muteranno totalmente strada in
tema di diritti civili ed umani, sarebbe stato certamente più degno
per la nostra città.
Prima
di riceve l'ennesimo schiaffo dall'amata bora, sentirai una persona
dire ad un suo amico, ma perché non si son riuniti al castello di Miramare? Ed il
suo amico risponderà, ma hai visto in che condizioni è il giardino?
Hai visto invece come è presentato nel sito dell'anno del turismo
Italia Russia? Due opposti. La realtà lo vuole spoglio, la
virtualità lo vuole ricco di fiori....
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castello Miramare dal sito Italia Russia anno turismo 2013/14 |
Ecco,
per non far fare una brutta figura a Trieste.
Già,
solita tipica apparenza.
Proprio
come quella che oggi e ieri noi tutti abbiamo vissuto.
L'apparenza
che nuoce gravemente alla libertà.
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