Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Sensazioni durante la zona rossa




28 accordi firmati e chi se ne frega, forse.
Un forse che sarà dominante. A Trieste in questi giorni si è parlato solo dei disagi, solo della zona rossa, solo del fatto che Trieste, tipica città del no se pol, questa volta che doveva dire proprio no se pol, invece si è piegata al volere del potere. Città di confine, porta dell'Est, e tante altre belle dicerie. L'Italia, oggi,  ha scoperto che Trieste è italiana, ma solo come teatro, ed il prezzo lo abbiamo visto tutti e tutte.
Percorri le rive e ti sembra di attraversare una strada surreale.

Schiaffi di bora accompagnano bottiglie di plastica verso il golfo, transenne abbattute,


 e persone ferme ad attendere dal lato sbagliato la carovana della Russia, perché quella del Governo italiano non interessava a nessuno.

Intanto vi è chi osa violare la zona rossa. Sì, i gabbiani che volano oltre quelle maledette transenne.

Gabbiani che sembrano non capire perchè quelle persone sono lì ferme da ore ed ore con tenacia.
Almeno fino a quando si sentirà suonare la banda e solo allora si capirà che Putin è arrivato ma dalla parte opposta.

Ed allora altro non potrai fare che guardare la lunga, lunghissima, carovana delle istituzioni, parcheggiare, dopo aver fatto scendere gli uomini e le donne dello Stato, sia russo che italiano.Saranno rimasti male sicuramente quelli del mercatino nei pressi della Stazione Centrale, avevano esposto  per l'occasione fuori dal locale un bel telo bianco con tanto di vasi di fiori .

Ma non sono stati gli unici ad aver esposto un telo per dare il "benvenuto" a Putin.
Anche in Piazza della Borsa ciò, in un certo senso, è accaduto.

Ma lui, l'uomo più odiato del mondo, arriverà proprio nel momento in cui tra la Chiesa di Sant'Antonio nuovo ed il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, lì ove un tempo vi era l'acqua del canale, ed ora una fredda piazza, l'Arcigay ed Arcilesbica del FVG porteranno in strada centinaia di persone rivendicando quello che dovrebbe essere il laico dogma di ogni società civile, i diritti civili ed umani.


Però dopo poche centinaia di metri dal luogo dove si lotta per la dignità, ecco il vuoto che sarà il nulla, quel nulla che ha sospeso Trieste.
Eppure Trieste non ha commesso alcun fallo.
Ma è stata sanzionata.
Strade deserte.
Ti chiederai ma i Triestini oggi a lavoro non ci sono andati?
Ti aspettavi il traffico in tilt, invece nulla.
Vuoto e nulla.
Allora comprenderai i famosi benefici per Trieste derivanti dal Vertice Italo-Russo.
Zero inquinamento e pedonalizzazione forzata.
Ma potevano dirlo prima che il vertice era solo una scusa per abbattere l'inquinamento o magari per provare il nuovo od un futuro piano top secret di pedonalizzazione dell'intero centro.
Poi però guardandoti intorno la voglia di ironizzare verrà meno.
Una Caserma extra large.

Ecco cosa è stata Trieste nei giorni del vertice.
Forze dell'ordine in ogni ovunque.
Transenne ovunque.
Spazi limitati ovunque.
E tutto questo per cosa?
Per una stretta di mano in Piazza dell'Unità ?
Per accogliere Putin?
Eppure Trieste in tema di diritti umani dovrebbe insegnare qualcosa viste le lunghe e sofferenti vicende storiche che ha vissuto, e in questo caso il no se pol, il no fermo e deciso al vertice Italo-Russo, fino a quando sia l'Italia e sia la Russia non muteranno totalmente strada in tema di diritti civili ed umani, sarebbe stato certamente più degno per la nostra città.
Prima di riceve l'ennesimo schiaffo dall'amata bora, sentirai una persona dire ad un suo amico, ma perché non si son riuniti al castello di Miramare? Ed il suo amico risponderà, ma hai visto in che condizioni è il giardino? Hai visto invece come è presentato nel sito dell'anno del turismo Italia Russia? Due opposti. La realtà lo vuole spoglio, la virtualità lo vuole ricco di fiori....
castello Miramare dal sito Italia Russia anno turismo 2013/14

Ecco, per non far fare una brutta figura a Trieste.
Già, solita tipica apparenza.
Proprio come quella che oggi e ieri noi tutti abbiamo vissuto.
L'apparenza che nuoce gravemente alla libertà.


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