La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Il Carso Clandestino


Profondamente notte.
Anche le stelle, quelle più radiose, si spengono e smarriscono nel carsico buio.
Uno, due e trecento  e passo verso l'utopica libertà.
Tanti e più Stati hai attraversato, per approdare nella mistica Turchia ed essere chiuso come in una grande valigia,ma con quattro ruote e dal motore puzzolente.
Ad ogni sosta in Romania, Bulgaria, Serbia, Bosnia Croazia e Slovenia il silenzio sarà la norma, il tuo respiro svanirà, il tuo cuore non pulserà.
Spogliato e nudo.
Nudo e senza più una identità ed età.
Un nome qualunque.
Un cognome qualunque in una vita che invecchia ogni sogno di umanità.
Una torcia nel buio.
Alle tue spalle la Slovenia.
Davanti ai tuoi passi Trieste.
Altro non saprai.
Pantaloni e stracci, una maglia ed un cappotto che in questa terra ti porrà in torto.
Cammini sul sentiero, dubbio e certezza, paura ed emozione si fondono nell'eternità di quel passaggio per la libertà che non arriverà.
Una luce blu.
Alt documenti.
Il tuo sguardo asfalterà ogni rocciosa via di fuga, i tuoi piedi si scioglieranno nel timore, senza timone, di aver perso anche te stesso.
Sarai solo un numero, senza nome e cognome,senza età ed identità.
Chiuso e prigioniero tra mura alte e cupe e grigie e quel volo che ti spedirà, nuovamente, come un pacchetto postale, nel tempo dalla falsa morale, in qualche terra,che non è detto sia la tua voluta terra.
Perché tu sei andato via.
Perché tu sei andata via.
Volevi solo vivere.
Volevi solo la libertà.
Ma non te l'avevano detto che l'Italia non è Paese per la dignità.
Non te l'avevano detto che anche qui la libertà è clandestina, proprio come ora tu lo sei, clandestino sul Carso, in un Carso dove sei figlio senza destino.
Mafie,profitti, economie intere giocano sulle tue sorti.
Viaggi di andata e ritorno, centri di detenzione dove ogni dignità è soggetta ad espulsione, appalti, e tante altre nefaste situazioni in un sistema che lucra sulla tua condizione di essere clandestino, un sistema che ha bisogno della clandestinità per ricordare alle genti di questo mondo che l'umanità non è qui di casa, ma il profitto sì.



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