"Una penna o una tastiera, un foglio di carta strappato al quaderno chiuso e rinchiuso nel cassetto senza più sogni, un monitor opaco e avvolto in quella nebbia del fumo tempestoso di una rabbia che non ha più fuoco né calore, scalfiscono nella mente che mente a questa epoca deprimente ogni passione e voglia di ribellione, la forza dell'andar contro. Andar contro quella corrente di Potere, mai sazio e dissetato, eppur sempre contestato, da chi vuol solo una vita solidale, una vita dove si possa ancora sognare, abbracciare ed amare quella speranza che ora sai anche odiare. Ed allora scrivo, scrivo per la libertà".
Queste erano alcune parole scritte in una mia poesia sulla libertà e mai come ora sono così attuali, così vive, così profondamente concrete.
E'
bastato solo l'annuncio della Lega Nord, è bastato solo l'intento di
voler cancellare la scritta libertà, dai muri del CIE di Gradisca,
che qualche mano caduta dall'alto del potere, ha cancellato, senza
perder tempo alcuno, la scritta libertà.
Ciò
viene reso noto dal Coordinamento Libertario Isontino.
Neanche
la scritta libertà lasciate più alla comunità?
Quelle
scritte non erano ipocrite, non erano strumentali ad e per un bel nulla.
Erano
scritte di speranza.
E'
diritto di tutti, di qualsiasi essere umano, poter rivendicare la
libertà, poter scrivere sui muri di prigionia libertà.
E'
diritto dell'umanità rivendicare la dignità di essere liberi.
Anche
una scritta che inneggia alla libertà nuoce gravemente alla salute
di un sistema malefico e cattivo?
Probabilmente
sì.
Un
vialone, le campagne, alberi isolati, pali della luce freddi, un muro
cupo e grigio, telecamere, ed all'interno quel che succede non sempre
è dato sapere.
Una
zona grigia ove l'unica certezza è il quando entrerai ma non saprai
quando e come uscirai.
Ciò
non accade neanche nelle peggiori galere.
Un
regime che è peggio di quello carcerario, un regime che esprime bene
lo spirito di accoglienza del Bel Paese.
Certo,
molti diranno che lì dentro vi sono delinquenti, pregiudicati,
immigrati che devono solo essere espulsi.
Eppure
questo Paese sarebbe in via prevalente cattolico.
Eppure
questo Paese dipende fortemente dal sistema del Vaticano.
La
laicità è solo virtuale, sin dai crocifissi nelle scuole, per non
parlare delle immani difficoltà volte a normare in modo chiaro ed
espresso ciò che sarebbe oltre che eticamente normale anche legale e
legittimo, perché già costituzionalizzato, come il diritto al
matrimonio per le persone dello stesso sesso.
No,
non si può perché la Chiesa non vuole.
Ma
è sempre quella Chiesa e quel sentimento cattolico che invoca il
concetto di perdono, di umanità, di rispetto della dignità umana.
Quella Chiesa che più di una volta ha detto no ai CIE.
Ma
dallo spirito conservatore cattolico in questo Paese si prende e
coltiva solo ciò che conviene.
D'altronde
ci si potrà sempre confessare ed assolvere i propri peccati.
Ed
allora anche quelle persone che pur sono pregiudicate, che in ogni
caso non sono la totalità né la maggioranza di quelle lì dentro
imprigionate, hanno o non hanno diritto al rispetto della dignità
umana?
Ma
si dice anche che si deve investire nei luoghi di provenienza di
queste persone per evitare che possano invadere il povero e razzista
occidente.
Certo.
Ma
perché negare il diritto all'individuo di poter vivere dove meglio
crede?
Perché
costringere l'individuo a vivere in un Paese ove vige un sistema
ancora più perverso, cattivo, diabolico, di quello da tutti noi
conosciuto?
Ma ogni senso di umanità viene posto
in secondo o terzo piano quando a prevalere sono interessi economici.
Perché la partita CIE è anche ciò. Business nella gestione degli
appalti, nella fornitura dei servizi, medicinali e così via
discorrendo e sarebbe anche interessante capire se sussiste qualche
relazione tra lo sfruttamento delle persone migranti, delle loro
illusioni e speranze, spedite su barconi come pacchi che gioveranno
ai peggiori venti del più becero profitto,con la complicità di
organizzazioni criminali e mafiose ed i CIE e tutto ciò che vi è
correlato.
Già,
l'umanità.
Ed
allora delle mani ignote hanno deciso di armarsi di pennello e
vernice per cancellare quella forma di libertà impressa sui muri del
campo di espulsione di ogni dignità.
Il
16 novembre vi sarà una grande ed importante manifestazione che si
svolgerà proprio a Gradisca e proprio innanzi al CIE. Per
dare forza alla richiesta di chiusura definitiva ed ufficiale del
mostro di Gradisca. Per mettere fine alle violenze ed alle violazioni
dei diritti .Per far sentire al Ministero dell’Interno la voce di
una comunità che non accetta di ospitare il peggior CIE d’Italia.
Questo
una parte del testo dell'appello.
A
Gradisca per la libertà.
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