Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

A Gradisca due manifestazioni sul CIE, una contro ed una pro



Chiuderà forse per solo sei mesi, oppure vi sarà una riconversione, oppure chiuderà definitivamente, intanto gli effetti delle rivolte passate sono stati importanti per accelerare il dibattito e l'attenzione politica sul caso CIE di Gradisca.

In un certo senso si vorrebbe ripetere, nella giornata del 16 novembre 2013, quanto già accaduto in passato, verso la fine degli anni novanta a Trieste, in quel lontano autunno del 1998, quando in relazione al contributo determinante delle mobilitazioni da parte della cittadinanza si arrivò alla chiusura del CPT come voluto dalla famigerata legge Turco Napolitano del centro sinistra, giusto per ricordare che certe meschinità non hanno colore politico unilaterale, anzi. Il tempo passa, ma i centri mutano forma, una forma che ben evidenzia il tradimento della nostra Costituzione e dei diritti Umani.Ma se da un lato, nella giornata del 16 novembre, a Gradisca si svolgerà la manifestazione che vuole pretendere e non solamente chiedere, la chiusura del CIE di Gradisca e di tutti quelli sparsi per il territorio italiano, il giorno dopo, il 17 novembre, scenderà in piazza la Lega Nord. Il tema sarà la tutela della legalità e contrasto all'immigrazione clandestina, ed ovviamente, come ben si può intendere anche dall'interrogazione scritta realizzata dal loro deputato, Fedriga,nei primi giorni di novembre 2013 al Ministero dell'Interno, pretenderanno l'immediata riapertura del CIE di Gradisca. Come vi può essere umanità e rispetto dei diritti umani nei CIE ex CPT? Queste strutture sono state sempre un fallimento, salvo per coloro che gestiscono gli appalti e per chi da queste strutture trae benefici economici.
Un fallimento ridondante, un fallimento che se allineato con la gravità della situazione carceraria, dove mi piacerebbe vedere lo stesso tipo di attenzione e mobilitazione, perché è impensabile che nel 2013 non si riesca a pensare ad un modello diverso, ad un modello che vada oltre il carcere, ebbene tutto ciò ben denota come in Italia esistono emergenze ordinarie, diventate normalità, a cui si deve conferire una risposta certa ed immediata. La manifestazione della Lega Nord del 17 novembre, ben pubblicizzata, penso a Trieste che ha le strade piene di manifesti che invitano a questa manifestazione, è una provocazione a dir poco indicibile, una provocazione che è stata autorizzata. D'altronde i divieti per manifestare scattano solo quando si vogliono tutelare certi e dati interessi, in questo caso, si appelleranno alla democrazia, proprio quella democrazia che ha consentito l'edificazione dei CPT e dei CIE. Ed a tal proposito è interessante notare la celerità con cui sono state cancellate  le scritte  libertà, in varie lingue, dai muri del CIE di Gradisca, dopo tre mesi dalla loro realizzazione. E' bastato il solo annuncio della volontà leghista di procedere, proprio nella manifestazione del 17 novembre, alla cancellazione di quelle scritte e qualche mano "ignota" non ha perso tempo. 







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