Chiuderà
forse per solo sei mesi, oppure vi sarà una riconversione, oppure
chiuderà definitivamente, intanto gli effetti delle rivolte passate
sono stati importanti per accelerare il dibattito e l'attenzione
politica sul caso CIE di Gradisca.
In
un certo senso si vorrebbe ripetere, nella giornata del 16 novembre
2013, quanto già accaduto in passato, verso la fine degli anni
novanta a Trieste, in quel lontano autunno del 1998, quando in
relazione al contributo determinante delle mobilitazioni da parte
della cittadinanza si arrivò alla chiusura del CPT come voluto
dalla famigerata legge Turco Napolitano del centro sinistra, giusto
per ricordare che certe meschinità non hanno colore politico
unilaterale, anzi. Il
tempo passa, ma i centri mutano forma, una forma che ben evidenzia il
tradimento della nostra Costituzione e dei diritti Umani.Ma
se da un lato, nella giornata del 16 novembre, a Gradisca si svolgerà
la manifestazione che vuole pretendere e non solamente chiedere, la
chiusura del CIE di Gradisca e di tutti quelli sparsi per il
territorio italiano, il giorno dopo, il 17 novembre, scenderà in
piazza la Lega Nord. Il
tema sarà la tutela della legalità e contrasto all'immigrazione
clandestina, ed ovviamente, come ben si può intendere anche
dall'interrogazione scritta realizzata dal loro deputato, Fedriga,nei
primi giorni di novembre 2013 al Ministero dell'Interno,
pretenderanno l'immediata riapertura del CIE di Gradisca. Come
vi può essere umanità e rispetto dei diritti umani nei CIE ex CPT?
Queste strutture sono state sempre un fallimento, salvo per coloro
che gestiscono gli appalti e per chi da queste strutture trae
benefici economici.
Un
fallimento ridondante, un fallimento che se allineato con la gravità
della situazione carceraria, dove mi piacerebbe vedere lo stesso tipo
di attenzione e mobilitazione, perché è impensabile che nel 2013
non si riesca a pensare ad un modello diverso, ad un modello che vada
oltre il carcere, ebbene tutto ciò ben denota come in Italia
esistono emergenze ordinarie, diventate normalità, a cui si deve
conferire una risposta certa ed immediata. La
manifestazione della Lega Nord del 17 novembre, ben pubblicizzata,
penso a Trieste che ha le strade piene di manifesti che invitano a
questa manifestazione, è una provocazione a dir poco indicibile, una
provocazione che è stata autorizzata. D'altronde i divieti per
manifestare scattano solo quando si vogliono tutelare certi e dati
interessi, in questo caso, si appelleranno alla democrazia, proprio
quella democrazia che ha consentito l'edificazione dei CPT e dei CIE. Ed a tal proposito è interessante notare la celerità con cui sono state cancellate le scritte libertà, in varie lingue, dai muri del CIE di Gradisca, dopo tre mesi dalla loro realizzazione. E' bastato il solo annuncio della volontà leghista di procedere, proprio nella manifestazione del 17 novembre, alla cancellazione di quelle scritte e qualche mano "ignota" non ha perso tempo.
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