Una
proposta di Legge d' iniziativa del deputato CATANOSO GENOESE, del
PDL,che ha lo scopo di “compiere un atto di riconciliazione nazionale in favore di
quella parte del popolo italiano che fu ingiustamente esclusa dalla
vita civile e politica del secondo dopoguerra a causa dell’esito
del referendum istituzionale del 1946”. Questo
quanto si legge nella premessa. Ma vi è di più. Il
deputato specifica che “occorre che l’Italia tutta si riconcili
con la propria storia di Nazione, riconoscendo il passato nella sua
complessità` composta da luci e da ombre; e questo e` il momento
propizio, giacche´, a distanza di quasi settant’anni dagli eventi,
e` quasi completamente sparita la generazione dei testimoni che hanno
giudicato i fatti storici con la passione della cronaca, inserendovi
i propri sentimenti di amore e di odio, mentre ora e` possibile
valutare con maggiore serenità` quanto appartiene al popolo
italiano”.
Affermazioni
gravissime.
Come
si può dire che vista la scomparsa dei testimoni che hanno giudicato e vissuto i fatti
storici questo è il momento propizio per la
riconciliazione?
Oltre
ad essere una mancanza di rispetto assoluta verso chi ha lottato
contro la monarchia, chi ha lottato contro il fascismo e le leggi
razziali firmate da Vittorio Emanuele III, ad esempio, è una constatazione che
il deputato effettua, liberamente, sullo stato d'ignoranza presunto
oggi sussistente?
Noi
non abbiamo dimenticato. Le testimonianze di chi ha lottato noi le
abbiamo raccolte e per questo motivo diciamo no alla riconciliazione
con la monarchia.
Ed
allora perché non riproporre, seguendo il ragionamento di quel
disegno di legge, i monumenti, le statue,che già in alcune città
esistono, del partito fascista quando moriranno tutti i testimoni
che hanno vissuto la dittatura fascista? Come spirito di
riconciliazione con quella parte del fascismo che viene reputata da
molti italiani, in modo scellerato, buona?
Non
è una provocazione, è stato depositato il disegno di legge che
chiede la sepoltura al Pantheon – luogo a suo tempo prescelto
dall’amministrazione comunale di Roma per la sepoltura dei sovrani
– del terzo e del quarto Re d’Italia e delle loro consorti,
tuttora sepolti in terra straniera.
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