A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

Alcune lamentele sulla Sanità triestina



Il primo comma dell'articolo 32 della Costituzione afferma che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Bel principio, belle parole, ma non sempre ciò in Italia corrisponde alla realtà da noi tutti conosciuta e vissuta. Certamente la Sanità, a livello nazionale, è sempre stata oggetto di particolare attenzione da parte delle organizzazioni criminali e mafiose tutte, di politiche clientelari, di raccomandazioni, d'altronde è fatto notorio che quando si svolgono le elezioni amministrative quello della Sanità è sempre un punto centrale, per ovvi motivi. Ma è il caso di ricordare anche che tale comparto presenta lo stock più consistente dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche, con una quota nel 2012 pari a circa il 57 per cento del totale, ed il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni con la maggiore partecipazione delle famiglie alla spesa sanitaria (27%). L'Azienda Sanitaria Triestina vuole tra i suoi punti etici la centralità della persona ed in relazione alla capacità del sistema di mantenere o recuperare lo stato di salute del paziente, rileva che ciò si consegue “garantendo una risposta assistenziale di elevato livello tecnico e professionale in grado di soddisfare i suoi bisogni”. 

Mi contatta privatamente un nostro lettore, che da tempo conduce una battaglia su alcune questioni che riguardano la sanità locale. Più di una volta le sue segnalazioni sono state pubblicate sul principale quotidiano cittadino così come quelle comprensibili di diversi cittadini come la segnalazione di Graziella Goitan: “La Regione faccia riaprire il Centro prelievi di Cattinara” , la segnalazione del 12 giugno intitolata: “ Da Cattinara nessuna risposta” del signor Edoardo Germani, quella di domenica 16 giugno a firma del signor Ferruccio Ravalico: Cattinara “Parcheggiato al pronto soccorso” una segnalazione ove si rilevava che “giunto al pronto soccorso alle ore 16.25” il paziente “è stato parcheggiato fino alle 21.45” . Claudio Visintin mi scrive chiedendo di pubblicare il suo appello di cui riporto i passaggi più rilevanti: “ mi rivolgo a Lei Avv. Debora Serracchiani neo governatrice della Regione Friuli Venezia Giulia ed a lei assessore alla sanità dott. Maria Sandra Telesca che ha ereditato i problemi sanitari ed all’unisono intendete cambiare la riforma sanitaria dell’ ex presidente Tondo partendo dagli ospedali e dai bisogni dei cittadini questo è il momento per intervenire da subito . Per prima cosa parlando dei bisogni del pronto soccorso , proprio con i medici e le maestranze che lì operano 365 giorni all’anno e solo poi chi dirige dell’alto della carica. E poi sarebbe auspicabile magari una vostra visita al Centro Prelievi sempre a Cattinara (...) considerato che secondo dati comunicati in questo periodo , il Centro Prelievi di Cattinara in media effettuava circa 280 prelievi di media al giorno ed offriva i suoi servizi soprattutto a favore degli abitanti nelle aree limitrofe e del Carso , persone che ora si vedono costrette a scendere in centro città con ovvi disagi perché il direttore sanitario dott. Cobello così ha deciso ! (...) Chi scrive non è chiaramente un Direttore generale ma un cittadino comune e come tale propongo lo stesso modo d’uso che è al Maggiore riattivarlo a Cattinara scrivendo semplicemente alla prenotazione del giorno pure l’ora di accesso, problema risolto del sovraffollamento semplice , no ?”

Per dovere di cronaca rilevo che il dott. Francesco Cobello, direttore generale dell’Azienda ospedaliera, proprio su tale questione, in risposta ad un duro comunicato della CGIl dichiarava sulle pagine del Piccolo in data 22 giugno 2013: «Il servizio funziona, le attese non sono così lunghe come qualcuno vorrebbe far credere. Il trasferimento da Cattinara ha migliorato il servizio. Oggi è molto più ordinato con tempi certi e senza code infinite. A chi si lamenta dico solo che non si può avere l’ospedale sotto casa(...)Nessuno ricorda più la bolgia che c’era a Cattinara con tutti i servizi raggruppati in quell’ospedale Dopo il riordino operato da quest’Azienda sul servizio Cup e sulla centralizzazione del centro prelievi al Maggiore, abbiamo ricevuto numerose segnalazioni di apprezzamento dall’utenza sui tempi e il gradimento del servizio, a fronte delle poche contrarietà lamentate da alcuni signori. Infine: a maggio le ore di attività presso i punti prelievi sono complessivamente aumentate da 96.5 ore settimanali a 103,5 ore. Oggi il prelievo avviene il giorno successivo alla prenotazione».

Dunque, chi ha ragione?


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