Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

12 milioni di giornate di inabilità a carico dell'Inail




L'Inail rende noto che nel contesto degli infortuni accertati dal 2008, 428.960 sono risultati in occasione di lavoro, a fronte di 67.119 “in itinere” (ovvero, quelli occorsi ai lavoratori ad esempio durante il normale percorso di andata e ritorno dall’abitazione al luogo di lavoro). Da segnalare come, nel complesso, più del 18% dei 496.079 infortuni totali si sia verificato al di fuori dell’azienda, “con mezzo di trasporto” (22.792) o – come già segnalato –in itinere. Anche per quanto riguarda i 790 decessi accertati, un’alta percentuale (più del 50%, pari a 409 casi) si è verificato fuori dell’azienda, avendo come principale “scenario” la strada (una distinzione, quella della localizzazione, rilevante per meglio giudicare e calibrare le politiche di prevenzione). I dati segnalano – come per il fenomeno infortunistico complessivo – la persistenza di un andamento  decrescente: se anche i 25 casi ancora in istruttoria fossero tutti riconosciuti sul lavoro si avrebbe, infatti, una riduzione comunque consistente rispetto al 2011 – che si attesterebbe al 6% – e del 27% rispetto al 2008. Quasi 165mila sono invece le donne infortunate. Le specificità di genere segnalano 331.086 infortuni accertati a danno di lavoratori (726 con esito mortale) e 164.993 a danno di lavoratrici (64 gli episodi mortali).

A carico dell’Inail risultano ben 12 milioni di giornate di inabilità. Malgrado il sottolineato miglioramento generale, resta comunque alto il costo della non sicurezza pagato non solo dai singoli lavoratori, ma dall’intero Paese. Gli infortuni sul lavoro hanno causato, infatti, più di 12 milioni di giornate di inabilità con costo a carico dell’Inail: in media 80 giorni per infortuni che hanno provocato menomazione e 19 giorni in assenza di menomazione.
Dal punto di vista finanziario i dati del preconsuntivo 2012 mostrano che ci sono state entrate di competenza per 10 miliardi e 200 milioni di euro (con un decremento del 3% delle entrate contributive rispetto al 2011). Le uscite di competenza si sono attestate a poco meno di 9 miliardi e mezzo (con prestazioni istituzionali in lievissima diminuzione, rispetto all’anno precedente): il risultato finanziario è, quindi, positivo (859 milioni).

Risultano ben
13mila nuove rendite. Sul fronte delle prestazioni, al 31 dicembre 2012 erano in essere 818.263 rendite, per inabilità permanente e ai superstiti (il 2,5% in meno rispetto al 2011). Le rendite per inabilità di nuova costituzione sono risultate circa 13 mila, quelle ai superstiti 3.479 (il totale diminuisce del 5% rispetto allo scorso anno). Per quanto concerne il “Fondo per le vittime dell’amianto”, nel 2012 sono state quasi completamente erogate le prestazioni dovute per il 2010 e per il 2011 (il saldo si è avuto a fine giugno 2013), per un totale di circa 50 milioni di euro. Il numero dei beneficiari è aumentato a 15.892 (nel 2008 era di 13.709). Con il rateo di aprile 2013 sono stati avviati i pagamenti per le competenze dell’anno 2012. Dal punto di vista dei controlli, l'Inail comunica che sono stati regolarizzati oltre 53mila lavoratori. Importanti anche i risultati conseguiti sul fronte dei controlli. Nel 2012 sono state controllate 22.950 aziende (il 67% del terziario, il 26% del settore industria), quasi 2.000 in più del 2011: circa l’87% sono risultate irregolari. Tutto questo ha permesso di regolarizzare 53.734 lavoratori (più del 10% rispetto al 2011), di cui 45.679 irregolari e 8.055 “in nero” (7,27% in più rispetto al 2011).

La domanda è la seguente, perchè le spese dovute agli infortuni sul lavoro o malattia professionale, devono essere scaricate sulle spalle dei lavoratori o dello Stato italiano? Dovrebbero essere solo le imprese a pagare, forse questo sì che potrebbe essere il vero incentivo per risolvere una volta per tutte la problematica della sicurezza nei luoghi di lavoro.

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