L'Inail rende
noto che nel
contesto degli infortuni accertati dal 2008, 428.960 sono risultati
in occasione di lavoro, a fronte di 67.119 “in itinere” (ovvero,
quelli occorsi ai lavoratori
ad esempio durante il normale percorso di andata e ritorno
dall’abitazione al luogo di lavoro). Da segnalare come, nel
complesso, più del 18% dei 496.079 infortuni totali si sia
verificato al di fuori dell’azienda, “con mezzo di trasporto”
(22.792) o – come già segnalato –in itinere. Anche per quanto
riguarda i 790 decessi accertati, un’alta percentuale (più del
50%, pari a 409 casi) si è verificato fuori dell’azienda, avendo
come principale “scenario” la strada (una distinzione, quella
della localizzazione, rilevante per meglio giudicare e calibrare le
politiche di prevenzione). I dati segnalano – come per il fenomeno
infortunistico complessivo – la persistenza di un andamento
decrescente: se anche i 25 casi ancora in istruttoria fossero tutti
riconosciuti sul lavoro si avrebbe, infatti, una riduzione comunque
consistente rispetto al 2011 – che si attesterebbe al 6% – e del
27% rispetto al 2008. Quasi
165mila sono invece le donne infortunate. Le
specificità di genere segnalano 331.086 infortuni accertati a danno
di lavoratori (726 con esito mortale) e 164.993 a danno di
lavoratrici (64 gli episodi mortali).
A
carico dell’Inail risultano ben 12 milioni di giornate di
inabilità. Malgrado
il sottolineato miglioramento generale, resta
comunque alto il costo della non sicurezza pagato non solo dai
singoli lavoratori, ma dall’intero Paese.
Gli infortuni sul lavoro hanno causato, infatti, più di 12 milioni
di giornate di inabilità con costo a carico dell’Inail: in media
80 giorni per infortuni che hanno provocato menomazione e 19 giorni
in assenza di menomazione.
Dal
punto di vista finanziario i dati
del preconsuntivo 2012 mostrano che ci sono state entrate di
competenza per 10 miliardi e 200 milioni di euro (con un decremento
del 3% delle entrate contributive rispetto al 2011). Le uscite di
competenza si sono attestate a poco meno di 9 miliardi e mezzo (con
prestazioni istituzionali in lievissima diminuzione, rispetto
all’anno precedente): il risultato finanziario è, quindi, positivo
(859 milioni).
Risultano ben 13mila
nuove rendite. Sul
fronte delle prestazioni, al 31 dicembre 2012 erano in essere 818.263
rendite, per inabilità permanente e ai superstiti (il 2,5% in meno
rispetto al 2011). Le rendite per inabilità di nuova costituzione
sono risultate circa 13 mila, quelle ai superstiti 3.479 (il totale
diminuisce del 5% rispetto allo scorso anno). Per quanto concerne il
“Fondo per le vittime dell’amianto”, nel 2012 sono state quasi
completamente erogate le prestazioni dovute per il 2010 e per il 2011
(il saldo si è avuto a fine giugno 2013), per un totale di circa 50
milioni di euro. Il numero dei beneficiari è aumentato a 15.892 (nel
2008 era di 13.709). Con il rateo di aprile 2013 sono stati avviati i
pagamenti per le competenze dell’anno 2012. Dal punto di vista dei
controlli,
l'Inail comunica che sono stati regolarizzati oltre 53mila
lavoratori. Importanti
anche i risultati conseguiti sul fronte dei controlli. Nel 2012 sono
state controllate 22.950 aziende (il 67% del terziario, il 26% del
settore industria), quasi 2.000 in più del 2011: circa l’87% sono
risultate irregolari. Tutto questo ha permesso di regolarizzare
53.734 lavoratori (più del 10% rispetto al 2011), di cui 45.679
irregolari e 8.055 “in nero” (7,27% in più rispetto al 2011).
La
domanda è la seguente, perchè le spese dovute agli infortuni sul
lavoro o malattia professionale, devono essere scaricate sulle spalle
dei lavoratori o dello Stato italiano? Dovrebbero essere solo le
imprese a pagare, forse questo sì che potrebbe essere il vero
incentivo per risolvere una volta per tutte la problematica della
sicurezza nei luoghi di lavoro.
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