Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Pretendiamo la restituzione di oltre due miliardi di euro dalla Chiesa






La Convenzione Finanziaria dei noti Patti Lateranensi così norma all'articolo 1:

L’Italia si obbliga a versare, allo scambio delle ratifiche del Trattato, alla Santa Sede la somma di lire italiane 750.000.000 (settecento cinquanta milioni) ed a consegnare contemporaneamente alla medesima tanto Consolidato italiano 5% al portatore (col cupone scadente al 30 giugno p.v.) del valore nominale di lire italiane 1.000.000.000 (un miliardo).
All'articolo due invece:
La Santa Sede dichiara di accettare quanto sopra a definitiva sistemazione dei suoi rapporti finanziari con l’Italia in dipendenza degli avvenimenti del 1870.

Con questa disposizione lo Stato Italiano, tramite Mussolini, ed il Vaticano, tramite il Cardinale GASPARRI , ponevano fine alla questione romana, correlata alla nota breccia di Porta Pia, ritrovavano la concordia ma in particolar modo l'Italia salvava le casse di una Chiesa che era sull'orlo del fallimento.
Un risarcimento danni illegittimo, sproporzionato e figlio solo di un compromesso politico non condiviso e sostenuto da buona parte del popolo italiano.
Quella cifra, se attualizzata, con la rivalutazione monetaria, corrisponde circa a due miliardi e mezzo di euro.
Solo con una iniziativa parlamentare, visto che non è ammissibile referendum su quella materia, poiché la Corte Costituzionale con sentenza n. 16 del 2 febbraio 1978 lo dichiarò inammissibile, in quanto «trattato» con uno stato estero, supportata da una pressione del popolo, è possibile pretendere ciò che è giusto pretendere. La restituzione di ciò che è stato “elargito” alla Chiesa in modo illegittimo ed in ogni caso sproporzionato e non in modo equo dall'Italia di Mussolini.
Due miliardi e mezzo di euro.
I modi per ottenere la ripetizione di quella somma si possono trovare, le vie della dignità sono infinite, d'altronde la dignità non ha prescrizione.
Si eviterebbe una manovra finanziaria, ai danni dei cittadini e si offrirebbe una piccola ma importante boccata di ossigeno alla casse del nostro Stato sempre più dissestato.






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