In Spagna di norma il corrispondente del nostro arrivederci è Hasta luego ma a València è
Hasta logo.
Una città dove regna una fortissima autonomia culturale,
linguistica e storica, per esempio si parlerà non della Comunità
Valenciana ma del Paese valenzano.
E ciò lo noterai anche dalla enorme diffusione, per tutto il
territorio cittadino, dal centro alla periferia, delle bandiere
spagnole accompagnate da quelle della Comunitat Valenciana.
Vento e profumo di agrumi siciliani, colori dell'Arabia e rumori
della modernità d'oltreoceano mutano València in una città in
perenne movimento.
Tradizione, come Las Fallas, e protesta sociale, come il movimento
23F, murales e palazzi dallo splendore fermo e costante, sapori ed
odori di mediterraneo, modernità senza gradualità.
La Città delle arti e delle scienze, conosciuta
anche come la Città di Calatrava, visto che è un progetto del noto
architetto spagnolo Santiago Calatrava, nato nel 1951 proprio a
Valencia, è una sorta di plastico immenso, che copre una superficie
350.00 m2
, un plastico dove metallo, cristalli, cemento e acqua e cipressi
stilizzati, conferiranno all'individuo il senso della suo essere
minimale, all'interno dell'immensità dell'universo geometrico che lo
avvolge.
Un letto del fiume Turia
letteralmente spostato, una violenza senza gradualità alcuna, che il
bianco dominante non riuscirà a conciliare con la tradizione
regnante nella València chiusa nella sua identità ma aperta verso
la solidarietà e l'umanità.
L'Inglese, lingua imperialista,
sarà poco diffusa, troverai invece, segnaletica ed indicazioni in
castigliano o valenziano.
Ma è una città che, per quanto ricca, per
esempio marciapiedi piastrellati ovunque, tutti i semafori sono a
led, mezzi di trasporto pubblico moderni, pulizia costante delle strade, vetrine
colorate, negozi e ristoranti di ogni tipo ivi inclusi quelli tipici di caramelle,alberghi lussuosi, un
mega campus universitario e perfino lo zoo più moderno d'Europa,
d'altronde esiste anche il circuito di formula uno e la formula uno è
presente lì ove regna anche il danaro, vedrai una marea indomabile
di case, negozi ed attività in affitto più che in vendita.
Varie, non molte per la verità,
vetrine delle banche colpite dagli adesivi anticapitalisti, e murales
anche di protesta.
Ti chiederai se le organizzazioni
mafiose italiane ricicleranno il loro danaro negli immobili in
affitto od in vendita in Spagna, ma comprenderai anche che,
nonostante tutto, la crisi esistente, destinata a durare anni nella
sua fase di transizione al nuovo capitalismo che verrà, salvo
rivoluzioni sociali di portata epocale che comporteranno nel migliore
ideale la fine di ogni capitale umano, sociale e naturale, il popolo
resiste.
Qualche edificio sventrato e palazzi oltre
la modernità,
integrazione sociale ed alta borghesia, tutto
nell'involucro che è València, ed attraversando i mercati
tradizionali
nonché i mercatini del baratto, osservando le tante e diffuse cabine telefoniche colorate,
osservando il passo
spedito delle scolaresche con le divise ed il passo lento della gente
semplice, assaporerai quel pizzico di sale di quella Spagna un tempo
dominante oggi dominata dal capitalismo più spietato che prosciuga ogni fonte di diritto sociale,
che cerca di
armonizzare la sua identità conservatrice con quella oltre-modernità
che ha aggredito il popolo da Barcellona a Madrid da Malaga a
Almería da Bilbao a Vigo da Zaragoza a Parigi, da Trieste a
Budapest insomma Hasta logo València, magari nel tempo della
ribellione inevitabile che verrà.
Marco Barone
xcolpevolex
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