C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Il campo di concentramento dimenticato di Visco (foto)



In provincia di Udine, a Visco, esiste l'unico campo di concentramento del regime fascista in Italia ancora integro.
In base alle testimonianze storiche risulta che vi furono rinchiuse tra le 3 e 4 mila persone, rastrellate anche a colpi di lanciafiamme, furono rinchiusi anche 120 bambini e molte donne.
La sua attività disumana ha avuto luogo tra il 1941 e il 1943, imprigionando in prevalenza sloveni e croati. La superficie dell'area, che comprende anche l'ex caserma Borgo Piave, è enorme, è di circa 130 mila metri quadrati.
Ma ad oggi quel luogo è dimenticato, abbandonato.
La cosa che mi ha sorpreso di più è oltre il senso dell'inquietudine che ha invaso ogni mio senso, è  il non aver intravisto neanche un cartello, nessuna insegna.
Nulla.
Vuoto e degrado.
Silenzio ed abbandono. 
Sul futuro di quel luogo si è molto discusso, tra chi voleva proporre mobilifici o centri commerciali o musei.
Il ministero per i Beni e le attività culturali ha riconosciuto il valore storico e culturale della ex caserma che rinchiudeva la prigione della disumanità.
Ma ad oggi persevera nel totale stato di abbandono.
Nonostante varie interpellanze parlamentari o proteste di comitati, associazioni, cittadini.
Noterai una lunga ed infinita recinzione, il filo spinato conquistato dalla ruggine, le torrette di guardia, i muri fatiscenti, le finestre rotte e soprattutto che è chiuso, inaccessibile.
La memoria reale, la memoria che si vive attraverso il percorso del luogo fisico, dello spazio concreto, può recare grande turbamento.
E forse è per questo motivo che l'Italia continua a negare a quel luogo il giusto peso che deve avere, perché riconoscere pienamente la disumanità che ha caratterizzato il popolo italiano fascista, è cosa da evitare.
L'Italia deve essere ricordata per i suoi monumenti, per l'arte, non per le bestialità che ha realizzato.
Abbandonare quel luogo al degrado, all'incuria, all'oblio, vuol dire essere complici del negazionismo, negare che anche l'Italia è stata maledettamente disumana.
I campi di concentramento non devono essere abbinati all'Italia.
Però, percorri pochi chilometri ed incontrerai un nuovo campo di concentramento moderno.
Tutto ordinario.
Tutto legalizzato.
Tutto normale.
C'è chi dice che la nostra costituzione è la più bella del mondo.
Ma la nostra costituzione legittima anche il CIE di Gradisca?
Quale è la differenza tra il campo di concentramento di Visco ed il CIE di Gradisca?
Eticamente ed umanamente, non esistono differenze.

Ecco alcune foto scattate il 27 gennaio 2013, giorno della memoria, presso l'area che racchiude il campo di concentramento di Visco.

Commenti

  1. Sono Ferruccio Tassin che sul campo di Visco ha scritto e si è interessato per farlo vincolare. Se vuole aiutarmi, la ringrazio e mail almatas @libero.it cell.3342436969
    Indirizzo Via Gorizia, 11 - 33040 Visco (Ud)

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  2. È una caserma come tante,nata e usata come caserma. Che c'è di orrido alla vista? Tassin ha scritto che bisogna "immaginare" i pianti,il dolore, i bambini rinchiusi, ma per provare empatia non servono quattro muri che dicono poco. L'educazione dev'essere data a casa e a scuola. Un vecchio muro dice poco,se non è accompagnato da una conoscenza e una riflessione critica,altrimenti diventa metà di gite scolastiche obbligatorie,che spesso annoiano e lasciano ricordi retorici e superficiali. Inoltre dipingere un fenomeno storico che ha le sue cause e i suoi effetti storici come fosse qualcosa di metafisico,"il male assoluto", e additarlo come unico responsabile di tutti i mali passati,presenti e futuri, significa chiudere gli occhi e restare impreparati davanti a fenomeni diversi ma che potrebbero procurare gli stessi danni provocati dal fascismo, e che con gli occhi contemporanei non sappiamo vedere attorno a noi. Non sipuò capire il passato se si ragiona come uno del 2013. Un po' di visione storica darebbe più intelligenza delle cose e renderebbe migliori perchè più critici invece di essere sottomessi al linguaggio comune che usiamo in maniera irriflessa.il discorso è lungo e non è possibile farlo in questo modo

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  3. Paragonare il Centro di Gradisca e dire che è uguale al campo di concentramento di Visco è peggio che sbagliato: è ridicolo, e dannoso per chi tiene alla conservazione del ricordo del campo di Visco

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  4. premesso che le caserme sono orride già per la loro natura; cosa vi è di orrido? il sapere cosa vi è e cosa vi è stato all'interno di quell'area, il sapere che non si può entrare, il sapere che per speculazioni di mercato si vuole lasciare quell'area in quello stato.Cosa si vuole fare lì, l'ennesimo centro commerciale? Non basta lo schifo che è stato realizzato a Palmanova? si vuole speculare anche sulla memoria storica? Probabilmente a qualcuno ciò reca fastidio.
    Il CIE di Gradisca eticamente ed umanamente è paragonabile al campo di concentramento.
    Persone, che solo per il fatto di essere prive di un maledetto pezzo di carta, per mesi e mesi,vivono uno stato di prigionia circondati da muri di cemento armato di repressione e disumanità, le forze dell'ordine vanno a caccia di clandestini...ditemi voi... Il tutto ovviamente deve essere contestualizzato, ma io è così che la penso ed è così che continuerò a pensarla.
    mb

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  5. La mia denuncia sul campo di concentramento di Visco finisce sul Piccolo: "Lo stato di degrado dell’ex prigione è un colpo al cuore e le fotografie scattate il 27 gennaio, giorno della Memoria, e pubblicate sul blog di Marco Barone non lasciano adito a dubbi."

    questo il link dell'articolo del Piccolo, di Roberto Covaz, che ringrazio per il tutto:

    http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2013/02/06/news/il-campo-di-visco-e-altre-storie-di-oblio-1.6479183

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