Alle 5 e 16 italiane del 7 novembre
2012 arriveranno le prime agenzie di stampa che azzarderanno quella
che poi sarà la conferma.
La vittoria dei Democratici.
Internet, stampa, Tv, tutti i media
focalizzati su queste elezioni.
Il mondo occidentale praticamente per
due giorni ha rallentato la propria corsa.
In Italia, per tutta la notte, i
principali canali televisivi hanno vissuto una vera e propria
maratona con tanto di polemiche.
Tra chi rivendicava di effettuare
collegamenti in terra americana con il solo telefono o internet e chi
invece, con effetti speciali degni del miglior Hollywood, realizzava
collegamenti a dir poco costosi e forse anche ridicoli.
Si è spettacolarizzata l'informazione
Per due giorni l'intero Occidente ha
sventolato la bandiera a stelle e strisce.
Per due giorni l'intero Occidente ha
chiaramente ammesso di essere una colonia americana.
Servizi e speciali su ogni elemento
possibile ed immaginabile, da Obama che compra le patatine ad Obama
che gioca a basket nella Casa Bianca, dalle votazioni avvenute anche
in lavanderia all'esercito di avvocati che ha controllato i seggi.
Alcuni commentatori diranno che il 45%
degli elettori appartiene ai Repubblicani l'altro 45% ai Democratici.
Sarà il 10 % degli elettori a
determinare l'elezione del prossimo Presidente USA.
Un 10% che condizionerà le sorti
dell'intero Occidente.
Sorge spontanea la domanda, ma a questo
punto perché non chiamare al voto l'intero Occidente, feudo o
colonia degli Usa?
Piuttosto che vivere da spettatori
impotenti, magari con pop corn e coca cola, quelle elezioni che
condizioneranno i prossimi quattro anni delle politiche occidentali,
sarebbe più utile coinvolgere direttamente l'Occidente attivamente a
quel processo elettorale.
Certo ciò vorrebbe dire ammettere
formalmente la dipendenza dagli Usa, ma sostanzialmente questa
dipendenza esiste e sussiste, la maratona televisiva, dei media e di
internet ne è stata una conferma.
Per 48 ore ci hanno trascinato in
territorio americano.
Forse quando vi era il muro di Berlino,
con due blocchi e due ideologie determinanti, la storia, anche
mediatica, era diversa.
Ma oggi non lo è più.
Commenti
Posta un commento