Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Gatti liberi a Trieste




Una delle prime cose che qualsiasi turista, persona o cittadino noterà non appena giunto a Trieste, sarà la consistente presenza di gatti per le vie della Città.
Ti può capitare di percorrere via San Vito o la scalinata che condurrà i tuoi passi alle spalle del Teatro Romano ed ecco incontrare gatti liberi sdraiati sotto il sole od al riparo dal sole ma anche mentre si cibano in una delle tante ciotole che la gente del posto pone a loro disposizione.


Può anche capitare di assistere a delle battaglie, un gabbiano che “ruba” il cibo che il gattaro o la gattara ha procurato al gatto che frequenta in via abituale lo stesso luogo.

Un battito di mani ed il gabbiano vola via, magari dopo aver assaggiato il cibo del gatto.
Gatti, gabbiani e gattari ma forse anche gabbianari.
Già perché nelle ore serali nella zona che sovrasta i giardini di San Michele e la scalinata che ti condurrà ai piedi della Cattedrale di Trieste, capita che ogni sera puntuale come la luna ad ogni tramonto del sole, una persona dia da mangiare ma anche da bere sia ai gatti che ai gabbiani, e vedrai gabbiani e gatti rispettare il proprio spazio, la propria ciotola.
Il Comune di Trieste si è dimostrato essere sensibile anche formalmente alla tutela degli animali, recependo, con proprio regolamento,  i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale proclamata il 5/10/1978 presso la sede dell’Unesco a Parigi e della Convenzione Europea per la protezione degli animali di Strasburgo del 13 novembre 1987, impegnandosi a sostenerli attivamente.

Leggerai ad esempio una definizione di gatto libero intendendosi per tale l’animale non di proprietà che vive in libertà, di solito insieme ad altri gatti, o frequenta abitualmente lo stesso luogo.
Oppure la definizione di colonia felina, ovvero il gruppo di almeno cinque gatti che vivono in libertà e frequentano abitualmente lo stesso luogo pubblico o privato.
Mentre per “gattaro” o “gattara” s’intende la persona che, volontariamente e gratuitamente, si occupa della cura e del sostentamento delle colonie feline.

Purtroppo ultimamente sono stati segnalati casi di avvelenamento di gatti, a dimostrazione che i regolamenti formali non sempre sono idonei a contrastare l'inciviltà disumana che ogni tanto regna sovrana anche a Trieste.

Trieste, pur se soffre un degrado urbano destinato a peggiorare a causa della crisi, pur se a volte capita di imbatterti in cormorani o marangoni che soffrono l'incuria del mare da parte del vile uomo, offre una conciliazione tra uomo e natura ed animali difficile da vivere in altre città moderne occidentali.



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