La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

Immagine
Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Gatti liberi a Trieste




Una delle prime cose che qualsiasi turista, persona o cittadino noterà non appena giunto a Trieste, sarà la consistente presenza di gatti per le vie della Città.
Ti può capitare di percorrere via San Vito o la scalinata che condurrà i tuoi passi alle spalle del Teatro Romano ed ecco incontrare gatti liberi sdraiati sotto il sole od al riparo dal sole ma anche mentre si cibano in una delle tante ciotole che la gente del posto pone a loro disposizione.


Può anche capitare di assistere a delle battaglie, un gabbiano che “ruba” il cibo che il gattaro o la gattara ha procurato al gatto che frequenta in via abituale lo stesso luogo.

Un battito di mani ed il gabbiano vola via, magari dopo aver assaggiato il cibo del gatto.
Gatti, gabbiani e gattari ma forse anche gabbianari.
Già perché nelle ore serali nella zona che sovrasta i giardini di San Michele e la scalinata che ti condurrà ai piedi della Cattedrale di Trieste, capita che ogni sera puntuale come la luna ad ogni tramonto del sole, una persona dia da mangiare ma anche da bere sia ai gatti che ai gabbiani, e vedrai gabbiani e gatti rispettare il proprio spazio, la propria ciotola.
Il Comune di Trieste si è dimostrato essere sensibile anche formalmente alla tutela degli animali, recependo, con proprio regolamento,  i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale proclamata il 5/10/1978 presso la sede dell’Unesco a Parigi e della Convenzione Europea per la protezione degli animali di Strasburgo del 13 novembre 1987, impegnandosi a sostenerli attivamente.

Leggerai ad esempio una definizione di gatto libero intendendosi per tale l’animale non di proprietà che vive in libertà, di solito insieme ad altri gatti, o frequenta abitualmente lo stesso luogo.
Oppure la definizione di colonia felina, ovvero il gruppo di almeno cinque gatti che vivono in libertà e frequentano abitualmente lo stesso luogo pubblico o privato.
Mentre per “gattaro” o “gattara” s’intende la persona che, volontariamente e gratuitamente, si occupa della cura e del sostentamento delle colonie feline.

Purtroppo ultimamente sono stati segnalati casi di avvelenamento di gatti, a dimostrazione che i regolamenti formali non sempre sono idonei a contrastare l'inciviltà disumana che ogni tanto regna sovrana anche a Trieste.

Trieste, pur se soffre un degrado urbano destinato a peggiorare a causa della crisi, pur se a volte capita di imbatterti in cormorani o marangoni che soffrono l'incuria del mare da parte del vile uomo, offre una conciliazione tra uomo e natura ed animali difficile da vivere in altre città moderne occidentali.



Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot