Lo spirito di solidarietà del Friuli

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  Dopo la tempesta, potente, imprevista, sconvolgente, la classica quiete, che sa di beffa. Il sole, il silenzio, il rumore di chi spala fango, di chi si è attivato senza battere ciglio per aiutare. Subito. Solidarietà. Così è stato nei periodi delle grandi tragedie e drammi che hanno colpito questa piccola fetta di terra d'Europa. Che ha conosciuto due guerre mondiali, con il Friuli non spettatore, ma suo malgrado, attore. Così è stato con eventi diabolici, come la tragedia del Vajont, così come è stato con il terremoto del 1976. Una terra che non cerca di compiacersi, che non ha bisogno di sentirsi dire quanto siamo bravi o più fighi o meno fighi degli altri. Si va oltre, si va avanti, insieme. Il dolore delle vite sottratte cinicamente da questo mondo è e rimarrà vivo, ma la forza di rialzarsi in breve tempo, senza perdere tempo in giustificati lamenti, che questa terra continua a dimostrare, generazione dopo generazione, è più unica che rara. Il sole splende lì dove una frana h...

E' l'una di notte e la città vive



E' l'una di notte.
Puntuali come non mai ecco la maggior parte dei semafori triestini andare in letargo per qualche ora.
Lampeggiano.
Giallo dominante le vie silenziose di una città apparentemente dormiente.
Vedrai al largo di Barcola pescherecci con potenti fari illuminar a giorno il mare notturno, vedrai una infinità di navi essere ancorate nel profondo golfo triestino, vedrai il faro della Vittoria richiamare e guidare il volo dei gabbiani affamati.
Ma vedrai anche i soliti camion dei rifiuti sostare accanto ai colorati bidoni della spazzatura, le quattro frecce lampeggiare, ed il braccio meccanico accompagnato dal rumore di una società post industriale, svolgere quel lavoro che per anni è stato affrontato dalle braccia umana.
Ora un monitor, una telecamera, un pulsante, un braccio automatico sostituiscono la fatica umana.
Un robot, ed un lavoratore umano in meno, per un lavoro poco umano ma utile.
Vedrai la solita fila di taxi attendere la chiamata di qualche cliente,noterai innanzi lo spiazzale della stazione centrale, il cui atrio in questa estate turistica è volutamente illuminato, persone andare alla ricerca di quello sguardo smarritosi nella piazza della libertà ai piedi della principessa Sissi.
Ascolterai il rumore dei motorini sfrecciare sulle rive triestine, il fischio degli alberi delle barche ormeggiate in città, il suono dell'acqua spruzzata da qualche tubo ripulire il piazzale invaso da fiumi di alcol da una gioventù poco idealista molto materialista, il tocco delle campane indicar l'ora che avanza, le lamentele di chi cerca invano un parcheggio sotto casa, e vedrai la solita fila interminabile di auto, tutte graffiate ed ammaccate, e comprendi anche perché Trieste è la città delle assicurazioni, oltre che per le note ragioni commerciali e navali, anche per la guida certamente sportiva tutta triestina.
Un tocco, una botta e la fuga è assicurata, il graffio e l'ammaccatura anche, un bel vai a quel paese pure.
Ti chiederai se le forze dell'ordine saranno al solito posto di blocco od avranno cambiato zona, giusto per dare un senso diverso alla solita imposta ordinarietà, incontrerai i venditori ambulanti di rose o di oggetti volanti colorati ed illuminati che in una notte di estate rischiano di essere confusi nell'alto del cielo sempre più blu notte come oggetti volanti non identificati, ufo triestini, rientrare dalle loro tipiche fatiche quotidiane, fatte spesso di insulti a volte di sorrisi, e poi ascolterai all'improvviso il silenzio.


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