Un
decreto, l'ennesimo testo corposo.
Ben
188 pagine, tra norme, articoli, allegati e relazioni tecniche.
Illeggibile
ai più sia per la pesantezza, sia per l'eterogeneità che
caratterizza il decreto.
Certo,
contrariamente da quanto accadeva in passato ora sussistono delle
relazioni che in qualche modo aiutano alla lettura di norme di
difficile comprensione.
Ma
cosa sviluppa questo decreto sviluppo?
Il
titolo è il seguente:
MISURE
URGENTI PER LA CRESCITA DEL PAESE
Mi
soffermo su due aspetti, dopo aver provato a conferire una lettura
generica al testo del decreto, perché per offrire una opinione certa
servirebbero settimane di studio, e questo tempo a disposizione non
sussiste.
Ho
maturato la sensazione, facendo salva la premessa come sopra citata,
che questo decreto corre in una direzione specifica.
Incentivare
l'edilizia, edificazioni ed ancora edificazioni, sburocratizzare il
settore considerato e favorire interventi nel settore energetico.
Non
si investe lì ove in Italia si dovrebbe investire prima di ogni
cosa, vista la particolarità del nostro Paese.
Il
settore della cultura e del turismo.
Nulla
di tutto ciò.
Eppure
sarebbero quelli i settori dove concentrare interventi degni di ogni
decreto che si arroga la presunzione di disporre misure volte a
sostenere lo sviluppo in tal Paese.
Ma
ovviamente ogni individuo ha il proprio concetto di sviluppo e
l'oligarchia vigente ha la propria e tale decreto ne è la massima
espressione ed è rappresentata, tale espressione, a parer mio da due
disposizioni.
La
prima è il piano nazionale per le Città.
L’obiettivo
del piano nazionale per le città proposto è quello di coordinare
una serie di interventi nelle aree urbane relativi a nuove
infrastrutture, alla riqualificazione urbana, alla costruzione di
parcheggi, alloggi e scuole, grazie anche all’utilizzo di risorse
economiche disponibili provenienti da economie o da revoche di
programmi edilizi
non
più realizzabili.
Edilizia,
edificazioni, costruzioni.
Il
tutto coordinato da una cabina governativa di regia.
La
seconda è rappresentata dal fatto che in questo decreto emerge la
volontà di incentivare la
realizzazione di
infrastrutture energetiche, in particolar modo quelle che sono
attualmente in attesa di autorizzazione, che riguarderebbero ingenti
investimenti di operatori di mercato, per
un
ammontare di oltre 10 miliardi di euro, totalmente di capitale
privato. Nel testo della relazione di presente nel decreto si legge
che, ove
celermente autorizzati
( i programmi di infrastrutture energetiche), potrebbero
contribuire significativamente alla crescita economica e
all’occupazione, con effetti anche sulla riduzione del costo
dell’energia per i consumatori domestici e per le imprese.
Ma
visto che il principale problema è rappresentato spesso dalle
Regioni, che dicono no ad interventi che devastano l'equilibrio
ambientale cosa ha pensato di fare il Governo?
La
nuova norma pone all’Amministrazione dello Stato procedente in
regime concorrente l’onere di attuare tutti i possibili tentativi
di leale collaborazione, esperiti i quali, analogamente con le
procedure di legge già previste in caso di dissenso espresso, si fa
ricorso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per un decisione
definitiva, in modo da pervenire alla chiusura del procedimento.
Ovvero
se la Regione manifesta un dissenso verso l'opera voluta dallo
Stato,sarà l'articolazione dello Stato, quale la Presidenza del
Consiglio dei Ministri a dover conferire l'ultima parola.
E
parlano anche di leale collaborazione.
Alla
fine penso che la norma che rappresenta bene la situazione che verrà
in Italia è quella come definita dall'articolo 58.
Si
prevede l'istituzione presso l'Agenzia per le erogazioni in
agricoltura di un fondo per il finanziamento dei programmi nazionali
di distribuzione
di derrate alimentari alle persone indigenti
nel territorio della Repubblica Italiana. Le derrate alimentari sono
distribuite agli indigenti mediante organizzazioni caritatevoli..
Detto
in breve visto che rischieremo di perire tutti di fame, lo Stato
mette le mani avanti, poiché con questo Decreto tutelerà solo i
soliti soggetti che mirano a conseguire il profitto, si devasterà
l'ambiente, si edificherà ad oltranza, non si investe nel lavoro,
non si investe nella cultura, non si investe nel turismo, non si
investe per l'Italia ma si investe l'Italia con la macchina del
profitto selvaggio.
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