Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

Manikin girl.

Società in guerra.
Società non più sociale, non che in verità lo sia proprio mai stata, ma ora è il momento della guerra.
Era il lontano 2011, perso il referendum contro la privatizzazione dell'acqua pubblica in Italia, in tutto il mondo tale notizia ebbe effetto domino.
Uno dopo l'altro tutti i paesi detti industrializzati iniziarono a privatizzare l'acqua.
Un tempo l'acqua veniva sprecata per cavolate, lavar la macchina, lavar i piatti, lavar i pavimenti, lavar le scarpe e così via.
Talmente via, che l'acqua alla fine divenne risorsa unica, poi rara, poi introvabile.
Pochi gestori contollavano le risorse idriche mondiali. La sete devastava le persone.
Morti di sete ovunque.
Ed allora ecco la mobilitazione collettiva, sociale, umana.
Armi sonore che facevan divenire sorde le persone venivano utilizzate dalle milizie di Stato durante le manifestazioni di piazza. Ma anche armi che procuravano dolore atroce, devastante.
Il tempo delle bombe era venuto meno.
Ora si affonda l'uomo direttamente nei sensi dell'esser persona.
Nel caos più totale ecco che vagando per i palazzi cadenti delle città deserte con tanto di sabbia malinconica, due persone senza maschera si soffermarono innanzi ad una vetrina.
Un Manichino attirava la loro cupa attenzione.
Quando all'improvviso il manichino divenne vivo.
O meglio viva.
Era un manichino donna.

Manichino ovvero manneken, dall'olandese che significa piccolo uomo. I primi manichini di cui si abbia notizia risalgono agli ultimi anni del 1700.
Tanti secoli ma i manichini sono ancora in vetrina a distrarre le persone ad ipnotizzare con la loro immobilità il falso scorrere temporale in tal spazio presente.
Un colpo secco e violento.
La vetrina andò letteralmente in frantumi.
Ecco il cagaton collettivo.
I manichini presero vita, forma.
Le commercianti erano terrorizzate dall'idea di non poter più esporre i loro vestiti su un pupazzo di plastica.
Ma la situazione venne risolta in pochi secondi.
I dipendenti furono ricattati, se volete lavorare dovete divenir manichini.
Ed ecco che il problema in pochi secondi ebbe soluzione.
Ma in realtà era una soluzione labile.
I manichini rivendicavano il loro esser donna.
I manichini salvaron le lavoratore.
Noi siamo donne, non siam pupazze, non siam oggetto.
Noi siamo donne.
Siamo donne.
Al sentir scorrere tale voce sublime per le vie delle città prive di acqua, sale e luce, i media spaziali ed universali iniziavan a tremare.
Le veline, le marionette, tutte quelle donne che venivano usate sfruttate anche mostrando la loro nudità per vendere un prodotto di mercato, ora erano a rischio esistenziale.
I politici che lottavano per proporre le quote rosa divennero rosa pallidi in viso.
I manichini proposero che il 90% della rappresentanza deve esser femminile.
Voi con il vostro maschilismo ,con il vostro patriarcato non avete diritto di decidere quante donne devon rimanere nei luoghi di rappresentanza.
90% del potere alle donne.
Ciò rappresentava anche la giusta crescita demografrica del mondo.
Le donne erano 4 miliardi gli uomini 2 miliardi.
Ed ecco che gli uomini allora per salvar la loro esistenza divennero casalinghi, velini.
I Manichini all'improvviso e senza pagar dazio alcuno, decisero che il momento era giunto.
Potere alle donne, potere alle donne.
Poi un silenzio infernale.
Caldo, tanto caldo.
Ecco nuovamente l'effetto cagaton collettivo.
Cosa  deve succedere ancora?
Momenti di attesa, sguardi persi nel vuoto lunare, sogni che divengon realtà, realtà che si muta in sogno.
Un nuovo non ordine mondiale impone la rivoluzione dell'amore.
I manichini uccisero l'apparenza, uccisero l'ignoranza, uccisero la privatizzazione del bene comune del bene pubblico.
Da quel momento verranno ricordate come le Manikin girl.
Le donne che si ribellarono all'esser oggetto del consumismo e del potere demente del capitale.
Amore, tanto amore, ed ancora amore e sempre amore.

Marco Barone

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