Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

“Il mondo perfetto di Elisa” di Salvatore Scalisi. Intervista all'autore.

           


Recensire, ovvero esaminare e valutare criticamente un'opera di recente pubblicazione è cosa difficile da realizzare.

In primo luogo pechè i libri rispondono  sussurandoti nel tuo orecchio, alle domande che noi poniamo ad essi, rispondono ai quei dubbi che vagano nella nostra mente umana, rispondono alla nostra prospettiva e visione di parte di società.

In secondo luogo credo che il miglior modo di recensire un libro sia quello di spingere le persone semplicemente a leggerlo, ovvero detto in poche parole leggere, aprire la propria mente, riflettere sulla società, sulla sensibilità umana, sul sentimento che condurrà alle vie profonde dell'emozione, sul nostro essere limitati e definiti nella sfera immensa che racchiude le vite vive del nostro esser donne e uomini in questo tempo reale.

Salvatore Scalisi  nato e risiede attualmente a Catania. Ha frequentato studi classici e si  occupa di antiquariato.  

Ma scrive anche libri, cosa non semplice cosa impegnativa da realizzare nel tempo frenetico di tale società odierna. Ha scritto in passato  L’uomo dei piccioni; L’ispiratrice; Relazione di sangue e La mente del diavolo.

Il mondo perfetto di Elisa è un libro che attrae per i colori della sua copertina, per quel disegno profondo e delicato pennellato sulla superficie di quel mondo che verrà scoperto pagina dopo pagina, ossessione dopo ossessione, tra paure crescenti e ricordi del passato che emergeranno nel lungo tempo che è rinchiuso tra le righe di una storia che è attuale.

Il tema affrontato è delicato, profondo e di difficile comprensione dal punto di vista sociale, ovvero la pedofilia.

Ma non dirò altro sul libro, chi vuole sapere di più, chi vuole conoscere il mondo perfetto di Elisa, dovrà, se vorrà, semplicemente leggerlo.

Le domande poste all'autore ruotano intorno alla preparazione del libro, intorno a quel mondo che caratterizza la fatica di scrivere un'opera che si cerca di portare a conoscenza diretta del lettore.

Perchè il colore viola come copertina del libro?

 Il merito per quanto riguarda l’immagine di copertina va interamente alla redazione di Odoya. Bella la figura sospesa in aria; altrettanto i colori. Devo ammettere che l’hanno proprio azzeccata.



Quando e perchè hai deciso di scrivere il Mondo perfetto di Elisa?

 “Il modo perfetto di Elisa” era in realtà un raccontino di otto pagine, come d’altronde lo erano i romanzi finora pubblicati. Il tema della storia mi è apparso nella mente come un lampo; non ho impiegato molto a capire che da quell’idea sarebbe maturato un interessante racconto.



Esiste un mondo "perfetto"?

Assolutamente no! Il mondo perfetto, se siamo bravi, dobbiamo crearcelo dentro di noi; ma anche in questo caso, la perfezione, così come la sua durata, inevitabilmente inizia a breve distanza a mostrare i primi segnali di cedimento. Siamo troppo contaminati da tutto quello che succede intorno a noi per pensare di rimanerne fuori. Probabilmente nemmeno se vivessimo da eremita ci sentiremmo veramente “leggeri”. Oramai le contaminazioni fanno parte del nostro DNA. L’umanità per raggiungere la totale “purificazione” dovrebbe perseguire per svariati secoli un comportamento di vita agli antipodi rispetto al quale siamo abituati.


Come è stata la tua esperienza con le case editrici?

 Direi che la mia esperienza con le case editrici è uguale a qualsiasi esordiente; mi riferisco in particolare alle prime tre pubblicazioni. Con le seconde tre ho cercato di rimediare ad alcuni errori di “gioventù”. Spero in seguito, se me ne daranno la possibilità, di migliorarmi e fare più attenzione.



Secondo te oggi possono pubblicare i libri solo chi ha le spalle coperte economicamente?

 Beh, chi ha soldi e conoscenze è normale che sia avvantaggiato rispetto a un comune mortale. Comunque c’è da dire la bravura, o il talento, alla fine è il fattore che fa la differenza. I primi sono destinati a scomparire nell’anonimato, a non lasciare loro tracce; i meritevoli proseguire l’agognato cammino. Dimenticavo: la fortuna, purtroppo, gioca un ruolo importante.


Cosa pensi del caso Alice senza niente? Libro diffuso gratuitamente in rete? E' strategia provocatoria nei confronti delle case editrici anche per le difficoltà che incontrano gli scrittori emergenti o è un modo diverso per farsi conoscere?

 Ho seguito con interesse e simpatia il caso di “Alice senza niente”; il bravo Pietro De Viola (ho letto alcuni capitoli del suo bel romanzo) ha avuto a mio avviso un’eccellente idea nel diffondere in internet il suo romanzo. Sì, in effetti, potrebbe avere una valenza provocatoria nei confronti dell’editoria in generale. Considerando i consensi ottenuti, l’autore ha colto nel segno.

Che futuro è riservato alla scrittura indipendente in questo paese?

 In questo momento c’è un gran casino, un appiattimento del prodotto. Il guaio, dal mio punto di vista, scaturisce da un adeguamento dei valori che sicuramente non serve né all’autore tantomeno all’editore indipendente. Di questo passo a goderne saranno esclusivamente le grandi case editrici. Bisognerebbe puntare sulla qualità e sull’innovazione. Non solo a parole.

Una citazione dal tuo ultimo libro.

 “Sai di chi sono la bambina io?

Non ho idea.

Di Mario. Sono la bambina di Mario, il mio collaboratore domestico. La sua bambina.”    



Quando si sceglie un libro in quel momento si accarezza la profondità della curiosità umana. A volte i libri ti chiamano, a volte i libri vengono scelti per il colore delle copertine, a volte vengono scelti per il titolo, a volte è il libro che sceglie il lettore.

Il mondo perfetto di Elisa è un romanzo articolato, complesso ma nello stesso tempo delicato che certamente farà riflettere sulla società passata, presente e forse futura.

Marco Barone

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