La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Bologna la lotta continua, passando per il Vag 61.

Il cielo che racchiude Bologna , in questi giorni di freddo inverno, è caratterizzato da sfumature sempre più rosse.

Un rosso intenso.

Un rosso che rappresenta quella voglia di lottare contro l’esistente, contro quel modo vigente di gestire il bene pubblico, contro quel modo di governare i propri interessi a discapito della collettività che nella sostanza uccide giorno dopo giorno la speranza del diritto alla felicità sociale.

Un rosso sempre più intenso, destinato a divenir rosso fuoco.

A Bologna l’aria che si respira in questi giorni di lotta libera e spontanea è simile a quella che ha caratterizzato le manifestazioni, le proteste del 1977.
Radio Alice il 26 gennaio del 1977 alla sua prima ufficiale diffusione pubblica diceva, nel rappresentare il suo senso esistenziale,che… Radio Alice "e' una radio nel movimento, e' di chi si muove per cambiare le cose e se' stesso e magari non trova niente di meglio che cercare di stare bene al mondo"

e mentre risaliva la musica…

"Radio Alice e' per chi e' coerente e chiede l'impossibile; Radio Alice e' una prova, una delle tante"


Si chiedeva di stare bene al mondo.

E’ questo che si chiede anche oggi

Ed ecco che dopo gli eventi del 30 novembre, nelle giornate seguenti a Bologna si son verificate intense e significative iniziative di comunicazione e di lotta.

Il primo dicembre parte una  manifestazione con uno striscione semplice semplice che dice: “Resisteremo un minuto in più di voi! Sciopero generale ora! Dimissioni!”.

Si occupa il Comune.

I manifestanti entrano detto il salotto borghese bolognese la Sala Ercole

Dalla finestra che affaccia su Piazza Maggiore viene esposto lo striscione “”Resisteremo un minuto in più di voi! Sciopero generale ora! Dimissioni!”.

Ecco una realtà importante di comunicazione ed informazione bolognese come zic che segue costantemente le dinamiche e gli sviluppi delle proteste,per ora solo degli studenti.

Proteste che dovranno crescere, proteste che dovranno abbracciare tutte le realtà lavorative e di sfruttamento.

Il conflitto dovrà generalizzare.

E’ questo che gli studenti, prendendo anche delle “botte” dalle forze dell’ordine cercano di comunicare alla collettività.

Sveglia.

Svegliatevi operai, svegliatevi lavoratori, il conflitto è vivo, il conflitto c’è.

Ecco il due dicembre che si decide di bloccare nuovamente la città

Ma si decide anche di colpire il luogo della principale fonte di ricchezza bolognese, fonte di attrazione di molti poteri e potentati economici.

La fiera dui Bologna, il Motorshow.

I ragazzi di Zic seguono con grande impegno l’evoluzione di questa iniziativa.

Riescono in tempo reale a comunicare alla cittadinanza quello che succede in una Bologna in fase di risveglio dopo un lungo letargo.
Sembra di rivivere in qualche modo l'esperienza di Radio Alice.

“Le forze dell’ordine hanno impedito l’ingresso agli studenti che volevano volantinare all’interno della fiera. In risposta c’è stato un lancio di uova e vernice contro l’entrata del padiglione. Al momento il corteo è tornato su viale della Fiera e sta procedendo lungo le cancellate dei padiglioni”.

Ecco lo scontro con le forze dell’ordine,una ragazza viene ferita.

Si unisce l’esperienza di lotta degli studenti con quella di salvaguardare un bene comune per l’intera collettività bolognese ovvero il VAG61.

Sul sito del Vag 61 si legge che:

Il Comune di Bologna vuole porre fine all’esperienza di autogestione che da anni anima gli spazi di via Paolo Fabbri 110. Dopo la partecipata assemblea di mercoledì 1 dicenbre Vag61 lancia un presidio in Piazza Nettuno per venerdì 3 dicembre alle ore 18:30 per gridare a chi governa la città che ” l’anomalia non si arrende!”. Gli universitari in rivolta fanno proprio l’appuntamento e arriveranno



Cosa è il Vag per Bologna?
Da 2003 Vag61 è uno spazio libero, pubblico a autogestito, aperto alle proposte che arrivano da associazioni e singoli, in cui si susseguono quasi quotidianamente iniziative e incontri su tematiche di attualità politica e sociale e sulla storia dei movimenti (con il Centro di documentazione “Francesco Lorusso – Carlo Giuliani”), oltre a serate dedicate al cinema indipendente, alla poesia, alla musica, all’espressione artistica e culturale in genere. Un media center in cui si produce informazione indipendente, con il quotidiano on line Zic.it, produzioni video (Occhio Vago) e la carta stampata, in un continuo processo di elaborazione e confronto collettivo. Un luogo di dibattito politico sulla realtà della nostra città, un luogo di crescita di nuove soggettività e di produzione di conflitto sociale, un luogo dove si lavora “dal basso” alla costruzione di nuovi modelli di società.

Ma queste parole, tratte dal sito del Vag, provano sinteticamente a spiegare cosa è tale centro di aggregazione sociale per Bologna ed in Bologna. Ma il miglior modo per capire cosa è veramente il Vag è recarsi in via Paolo Fabbri 110 ed entrarvi. Sì, quella via Paolo Fabbri ove Guccini diceva che


Se fossi più gatto, se fossi un po' più vagabondo,

vedrei in questo sole, vedrei dentro l' alba e nel mondo,

ma c'è da sporcarsi il vestito e c'è da sgualcire il gilet: che mamma mi trovi pulito qui all' alba in via Fabbri 43!



Ed allora sporchiamoli i vestiti, e che mamma mi trovi sporco qui all’alba in via Fabbri.

Sporco dal sudore della lotta che continua e continuerà.

Marco Barone


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