Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

Quale titolo?

Quale titolo a ciò che non ha titolo?
Quale titolo a ciò che non è?
Quale titolo a ciò che non è definibile?
Si cerca sempre di conferir  definizione al tutto.
Ma alcune volte succede che definendo quel tutto, lo si relativizza nella concezione dello schema.
Schematizzare quel tutto comporta la trasformazione del non limite nel limite, dell'infinito nel finito,del dubbio nella certezza.
Esiston cose che è meglio non definire, non ricondurre nel vortice del sistema.
Cose che in verità sono espressione di quella profondità immensa che elargiscono all'essere umano la facoltà di essere.
Essere vivo, sognatore.
Perchè quel tutto non muti in nulla,
perchè la straordinarietà non muti in ordinarietà,
perchè il silenzio solenne non muti in verbo aspro,
a volte è meglio non definire l'indefinibile.

Emozione,ramo dell'amore madre della vita;
sogno, foglia volante coccolata dalla brezza del desiderio figlio della speranza;
volontà tronco secolare della stabilità esistenziale;
follia, terra di confine della felicità;

ovvero mere espressioni dipinte sulla tela della quotidianità vissuta e non compresa.
Alba e tramonto, caldo e freddo, giorno e notte, intervalli di tempo scanditi nel rumoroso silenzio in quello spazio universale ove non esiste inizio, ove non esiste fine.
E mai nessuna fine si porrà su quella strada accolta dalle mani grezze nude e vere di madre natura.
Movimento continuo perenne.
Perennemente sei.
Perennemente sarai,
emozione.

Marco Barone

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