Ancora una volta colpito il cippo di Peteano da mano ignota fascista? Atto da condannare nell'attesa della posa di una nuova targa che ne ricordi la matrice fascista

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Per la seconda volta e nel mese di luglio, una o più mani ignote, hanno imbrattato con della vernice il cippo di Peteano dedicato a  Franco DONGIOVANNI, Carabiniere, Antonio FERRARO, Brigadiere C.C., Donato POVEROMO, Carabiniere Scelto.  Vittime del terrorismo neofascista con la complicità di un sistema corrotto che ha prodotto depistaggi e insabbiamenti per lungo corso. Le domande che sorgono sono varie, perchè si colpisce sempre nello stesso periodo? Sarà qualche vacanziero di passaggio o di ritorno in queste terre nel mese di luglio? C'è qualche messaggio politico? Sicuramente non lo si colpisce per diletto o perchè non si ha nulla da fare. E la matrice è  politica e l'origine potrebbe essere fascista? Probabilmente sì, perchè tanto il contesto politico europeo e globale che il senso di quell'imbrattamento potrebbero indurre a far pensare ciò. Si è imbrattata la memoria di vittime di un attentato fascista. Ci è voluto del tempo, tanto, per ripulirlo dopo il primo imbr...

Cambio pneumatico.

Era il lontano 1888 quando John Boyd Dunlop sviluppò il primo prototipo di ruota pneumatica per il triciclo del figlio, e dopo una fase di studio ne depositò il brevetto il 7 dicembre 1888 che venne sucessivamente  revocato poichè era emerso che  quarant'anni prima l'inventore scozzese Robert William Thomson, aveva già brevettato un'idea analoga in Francia nel 1846 e negli Stati Uniti nel 1847.

Solite guerre di brevetti.
Guerre determinate dagli interessi delle aziende che in modo dominante impongono la loro volontà anche per invenzioni che possono esser utili per la comodità borghese umana, ma in realtà in primis sono fondamentali per le loro casse.
Vedi per esempio la storia del tergicristallo e la relativa   battaglia combattuta da Robert Kearns, l'inventore dei tergicristalli ad intermittenza per automobili, truffato in sostanza dal colosso Ford.

Come tutti avranno notato è arrivato l'inverno.
Beh era ora.
Quando giunge il freddo si rimpiange il caldo, quando arriva il caldo si vuole invocare il freddo, certo che l'essere umano è a dir poco esigente.
Ma la natura ancora, nonostante le devastazioni umane, ancora, ed ancora, ci regala l'alternanza delle stagioni, i colori splendidi del cielo sempre più blu e l'intensità di quei profumi che celano la non aria delle città.

Prime nevicate, anzi primi tentativi della natura di regalar a tutti noi la neve.
Ed ecco la corsa al cambio del pneumatico.
Praticamente trovare un posto libero per cambiar la gomma dell'auto è cosa impossibile.
E' quasi quasi più facile fare un terno al lotto.
Eppure senti dire dai "gommisti" ma tornate tra qualche giorno, le previsioni meteo dicono che non nevicherà nei prossimi giorni.

Ed ecco i visi delusi e sconfortati delle persone.
Come fare?
Che fare?
Piccola tragedia quotidiana consumistica ed occidentale.

E' una situazione tipizzata dalla borghesia umana questa.

Mi viene in mente il periodo di chiusura dei market durante la settimana, per un solo giorno, per qualche festività.
Si vedono file enormi, interminabili alle casse.
Carrelli della spesa pieni, stracolmi.
Eppure la chiusura è prevista per un solo giorno.
Perchè tutto ciò?
Ripeto,l'essere umano è proprio esigente, ma a volte esageratamente folle.
Ma non di quella follia che regala la gioia di vivere l'emozione di una vita intera rinchiusa in un palmo di mano.
No, ma quella follia irrazionale, o meglio oltre l'irrazionale.
Follia figlia del consumismo borghese.


E' particolare come cosa, ritornando al discorso gomme, pneumatici, vedere come gli operai lavorino con velocità e ritmi scanditi dall'orologio biologico veramente incredibili.

Sollevi la macchina sul ponte, smonti la ruota, la monti, fai tutte le operazioni considerate ed ecco che in pochi minuti le gomme nuove nere fumanti sono lì pronte per essere usurate dalle strade metropolitane.

Gomme simmetriche, asimmetriche,  gomme con disegni diversi quasi personificabili.

Viene sempre la tentazione di toccare quelle gomme.
Nuove, con tutti i filamenti che decorano la loro consistenza elastica e solida nello stesso tempo,sembra quasi di ritornar bambini in quei piccoli frangenti di borghesia umana.
Poi la curiosità di vedere come i gommisti effettuano il lavoro, senza nessuna privacy.
Viene anche lì in quell'occasione spontaneo pensare, ma se mentre svolgo il mio lavoro in ufficio il cliente guarda quello che scrivo al computer mi reca o meno come dire fastidio?
Ed ecco allora che compatendo lo stato dell'operaio si attende fuori, fuori quella porta dell'officina, fuori quella porta ove quattro gomme nuove e fumanti verranno montate sull'auto dell'automobilista, nell'attesa di contribuire al colmare ancor di più quelle discariche di gomme diffuse su tutto il pianeta che ospita i nostri corpi, i nostri sogni, i nostri amori.


Marco Barone

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