Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Ritorna la "italianizzazione fascista" dei cognomi?

Mite pomeriggio nella Lubiana (Ljubljana), assopita sul piccolo fiume Ljubljanica, accoglie gli abbracci di amore della vita alla vita.

Città, ove in pochi metri quadrati, emerge una concentrazione variegata di stili, vedi quello barocco o l'Art nouveau. Tante piccole case col tetto a punta, colori di natura viva, una lunga autostrada che dolcemente entra dentro quel meraviglioso quadro che è rappresentato dalla cultura tedesca, slava e latina viva ancora oggi in Lubiana.

Passeggiando per Lubiana succede che un giornale italiano, il Piccolo, viene abbandonato da qualche lettore su una delle tante panchine di legno e colorate presenti per le vie strette di questa città.

La mia attenzione viene carpita dall'articolo del Piccolo di Gorizia a pagina 21 del 10 ottobre 2010.

In tale pezzo emerge che a San Canzian d'Isononzo il cognome della sig.ra Nadlišek Magda, italianissima, si trasformi in Nadlisek. "Non siamo alle regole del Ventennio, ma è davvero poca cosa perdere un accento lungo la strada? Non per i cittadini che sono stati toccati dall'applicazione della normativa nazionale introdotta all'inizio di febbraio del 2009. E non sono pochi a San Canzian, dove continuano a trasferirsi nuclei familiari da Trieste e dove in questi ultimi anni gli stranieri provenienti dai paesi dell'ex Jugoslavia sono aumentati. Fatto sta che il problema al Comune di San Canzian d'Isonzo deve essere stato posto da qualche nuovo residente. E così, il sindaco Silvia Caruso ha deciso di prendere carta e penna e rivolgersi al presidente della Regione Renzo Tondo per chiedere un'omogeneità di trattamento dei dati anagrafici in Friuli Venezia Giulia".

In effetti con la tabella approvata con decreto ministeriale del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione (DM 2/2/2009 reso disponibile on-line dal 22/2009) viene attuata la traslitterazione in caratteri latini dei caratteri diacritici contenuti in altri alfabeti.

Traslitterazione dei caratteri diacritici: lo scopo dell’approvazione della tabella sarebbe quello di consentire l’operazione di traslitterazione in termini uniformi.
In fondo, potrebbe affermarsi che trattasi solo di una “formalizzazione” o di mera operazione burocratica.

Ma siam proprio sicuri che questa c.d. operazione burocratica in realtà non sia un processo volto ad italianizzare le minoranze?

Il dubbio deve sorgere.

Nel triste passato rappresentato dalla dittatura fascista si era affermata, sia a colpi di burocrazia che con la violenza fisica e morale nonchè morte, una vera e propria politica di snazionalizzazione antislava,volta a realizzare il più ampio processo di italianizzazione di tutte le minoranze "alloglotte", comprese anche quelle germanofone sudtirolesi e francofone valdostane. Ed ecco che lentamente con una gradualità disarmante vennero "uccise" tutte le istituzioni nazionali slovene e croate, le scuole furono italianizzate, si affermarono licenziamenti di massa dei docenti non italiani e così via.

Non si tratta banalmente di perdere solo l'accento che caratterizza il proprio cognome, e ciò non può essere valutato solo come un processo di mera “formalizzazione” o di mera operazione burocratica, poichè quell'accento in realtà rappresenta la propria origine culturale e sociale e deve essere tutelata.
Il diritto alla registrazione dei caratteri diacritici è riconosciuto solo ed unicamente per i Comuni bilingui, quindi,la discriminazione sussiste e deve essere fermata.

Mi piacerebbe comprendere per quale logica una persona iscritta all'anagrafe di un Comune non bilingue non debba avere lo stesso diritto di chi è iscritto all'anagrafe di un Comune bilingue , di conservare l'integrità formale e sostanziale del proprio cognome qualora questo presenti caratteri diacritici. Può essere una scriminante la c.d. semplificazione amministrativa? Semplificare vuol dire negare all'individuo la propria radice culturale e sociale?

Mi associo pienamente all'iniziativa del sindaco di Canzian d'Isonzo e voglio confidare nella c.d. svista di tale operazione di formalizzazione, perchè se invece si tratta di operazione volta ad italianizzare in via unilaterale i cognomi la cosa sarebbe a dir poco scandalosa e pericolosa e di natura fascista.

Marco Barone

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