L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio

 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che   " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...

Bologna – La Libertà negata


Stasera durante un volantinaggio in via del Pratello che ha visto protagonisti una cinquantina di attivisti e attiviste del centro sociale TPO e di Bartleby spazio occupato si è verificato un fatto gravissimo. Attualmente 50 persone sono state portate in questura per il riconoscimento dopo un iniziativa comunicativa che ha visto diverse persone distribuire volantini e flyer che promuovevano l’iniziativa Io non ho paura di martedì 2 giugno in piazza San Francesco, e attaccare con il nastro adesivo il documento La paura è tristezza in tutta la via.
Passando accanto alla nuova sede della Lega in Via Pietralata, che era perlatro chiusa, alcuni attivisti hanno attaccato alla vetrina delle grandi fotografie scattate dai reporter di Repubblica durante i respingimenti in Libia, dove c’erano degli slogan contro le politiche razziste che la Lega Nord sta portando avanti in sede di Governo, spargendo del letame fuori dalla sede e colorando con della vernice rossa la vetrina.

Al termine dell’azione i manifestanti hanno proseguito il volantinaggio continuando su via del Pratello, dove dopo pochi metri sono arrivate diverse pattuglie della polizia che li hanno seguiti a vista.
Al sopraggiungere della digos su piazza San Francesco i manifestanti hanno inziato a spostarsi prima verso via San Felice e poi, all’arrivo dei reparti mobili si sono diretti verso Via Sant’Isaia, dove sono stati circondati dalle forze dell’ordine e tradotti tutti in Questura per il riconoscimento.

Ci chiediamo se a Bologna è consentito ancora manifestare dissenso con una semplice iniziativa comunicativa, di pomeriggio lungo una delle vie che storicamente rappresenta socialità e presa di parola.
In tempo di campagna elettorale evidentemente la libertà di espressione è sospesa e non è possibile neanche prendere parola contro le politiche securitarie della paura e del razzismo.
fonte globalproject.info

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