L'italiano esodato... da Cherso

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  Prima del famigerato esodo, Cherso, come Lussino e come tanti altri posti del Quarnero, dell'Istria croata oltre che slovena, della Dalmazia, la presenza degli italiani autoctoni era importante, in alcuni casi si arrivava ad avere la maggioranza assoluta, poi, quello che è stato, è stato, i diritti però del bilinguismo, finalizzati a tutelare tanto l'italiano, quanto le radici e l'identità storica e culturale di questi luoghi, in un certo senso anche se con fatica sono sopravvissuti e difesi con battaglie quasi quotidiane da decenni da parte degli abitanti della minoranza del luogo. Però a volte capita di dover fare i conti con la legge dell'assurdo. Come a Cherso. Dove se da un lato emerge la sede della comunità italiana, con tanto di tricolore, dall'altro, il bilinguismo è praticamente inesistente. Anzi, ridicolizzato. Ci sono cartelli in inglese, sloveno e tedesco e non in italiano, altri, pochissimi, una manciata, in italiano, solo messi forse come accontentin

Non c'è due senza tre...la nuova commissione d'inchiesta sull'operazione Moro



 

Sei film, decine e decine di libri, due commissioni d’inchiesta parlamentare e ora ne arriverà una terza, pare, per cercare di far luce per quanto possibile su tutte quelle zone oscure che connotano l’affare di Stato Moro. Perché alla fine dei conti è di questo che si tratta e stiamo parlando. Le narrazioni, i racconti che si sono susseguiti negli anni hanno falsato, a livello di immaginario collettivo, la realtà.

Oramai lo hanno capito anche coloro che hanno gli occhi coperti dal miglior prosciutto DOP che non hanno fatto tutto da soli, i fantomatici rivoluzionari brigatisti e che nell’operazione Moro sono state coinvolte una pluralità di soggettività, che avranno abbracciato tanto organizzazioni criminali che eversive che connesse anche agli apparati di sicurezza di uno o più Stati. Da GLADIO a quant’altro, ma un conto è muoversi nella melma del vago, un conto quanto più indizi costituiscono una prova.

Il memoriale brigatista è stato un capolavoro politico ed istituzionale di depistaggio. Per decenni è stato assunto a dogma. Ma fin dai primi momenti dell’operazione Moro, era ben chiaro che le cose fossero ben diverse da come raccontate in quell’atto politico, per non parlare del luogo della prigionia, della questione via Massimi 91, dalle trattative, di chi sapeva e non ha mai parlato e che forse ancora oggi potrebbe parlare e raccontare come i fatti sono realmente andati e perché Aldo Moro lo si è voluto morto nonostante si fosse stati ad un passo dal liberarlo. 

Se sarà questa commissione quella che metterà i puntini sulle i è difficile dirlo, certo che visto il quadro politico esistente essere perplessi è il minimo, ma dal momento che molti dei protagonisti di quella vicenda sono ancora in vita e potrebbero una volta per tutte raccontare la verità non di comodo l'auspicio è che non diventi l'ennesima occasione sprecata e che riesca a superare gli ostacoli incontrati dalla seconda Commissione Moro che è stata sicuramente utile nel tentativo di cercare la verità su quel fatto criminale che non ha avuto precedenti in Europa. Fatto che paradossalmente potrebbe aver visto i nemici storici di sempre, USA ed Unione Sovietica, avere lo stesso intento, non far salire al governo il PCI con la DC e Moro che voleva l'autonomia dagli USA, come osato da Mattei, ha pagato duramente quella sua utopia.

mb

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