A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

Incentivi a chi lavora in FVG:bypassare residenza e domicilio fiscale,si valuti la continuità

 



Da un lato costanti e rigorose interpretazioni della Corte Costituzionale, e dall'altro normative comunitarie vigenti, effettivamente sono da ostacolo alla realizzazione di norme che prevedano benefici o incentivi a lavoratori residenti in una data regione rispetto ad altri. Ultimo, è il caso che ha nuovamente interessato la nostra regione con la sentenza 199 della Corte Costituzionale. Una riflessione ponderata ed equilibrata va fatta, su una questione che è sentita nel mondo del lavoro, e se ne parla eccome, e che va oltre la presunta xenofobia o il presunto razzismo, perché certamente non è di questo che si tratta almeno a parer mio. Viviamo in un mondo del lavoro ricco di paradossi, dove a volte la laurea è valutata meno di un diploma di scuola, dove serve una maggiore valutazione delle competenze. La Corte ha affermato plurime volte che è irragionevole il collegamento tra il riconoscimento di un incentivo occupazionale destinato al datore di lavoro e il requisito della residenza del lavoratore, così come è irragionevole valorizzare il radicamento territoriale per riassorbire le eccedenze occupazionali (sentenza n. 281 del 2020). E ciò in quanto, innanzitutto, il radicamento nel territorio nel passato non è garanzia di futura stabile permanenza in un determinato ambito territoriale (sentenze n. 281 e n. 44 del 2020). Almeno fino ad oggi è così. Per i giudici l’introduzione di requisiti legati al pregresso radicamento territoriale (basati vuoi sulla residenza, vuoi sul domicilio fiscale) finisce per costituire una limitazione, seppure meramente fattuale, alla circolazione tra le regioni. Si tratta di una partita che andrebbe risolta a livello nazionale, non dalla singola Regione, ma è anche vero che bisogna capire fino a che punto si possa spingere l'autonomia regionale, perchè oggi in FVG è annacquata. Prendere in considerazione ad esempio un sistema a sostegno della continuità, un po' come avviene nella scuola, con un punteggio di continuità che viene riconosciuto ai fini della mobilità premiandosi la permanenza nella scuola di titolarità per un tot minimo di anni? La valorizzazione della continuità nel luogo di lavoro presente nella regione ove si opera potrebbe essere un compromesso accettabile e conforme ai parametri costituzionali? Superandosi così la questione della mera residenza e domiciliazione fiscale e radicamento territoriale? Se lo scopo invece è valorizzare solo per il fatto di essere residenti in FVG, e non la stabilità lavorativa, si tratta di misura giuridicamente e normativamente a livello tanto comunitario quanto costituzionale improponibile.

mb

 

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