Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

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Tina Modotti è probabilmente più apprezzata all'estero che in Friuli. Semplicemente è a dir poco sconcertante che non esista praticamente quasi nulla dedicato a lei. C'è una sala dedicata a Tina Modotti in città, c'è un punto Modotti, che ospita dei quadri di artisti locali, a pochi passi dalla casa natale di Tina Modotti che è cercata più dai messicani, sudamericani che altro. Eppure in quella via affascinante a pochi minuti a piedi dal centro di Udine, in via Pracchiuso 89, c'è la casa natale di Tina, dove sorge una targa con le parole di Neruda che ne ricordano l'essenza. La facciata della casa è stata recentemente restaurata e l'edificio ospita l’asilo notturno “Il Fogolâr”   inaugurato il 4 settembre del 2006  ed ospita le persone senzatetto  ed è gestito dalla Caritas. All'interno vi si trovano delle stampe e copie di alcune fotografie di Tina. Sarebbe il minimo sindacale pretendere di trasformare la casa natale di Tina Modotti in un museo che possa ac...

Gradisca deve recuperare quelle radici slave oggi dimenticate se non perdute


 


Gradisca d'Isonzo, dal 1936 vanta il titolo di città, e rientra tra i comuni friulanofoni del FVG. In friulano è Gardiscje  e  Gardiscja nella variante locale. 

 


Pare che la prima volta venne citata in un documento ufficiale fu nel 1176, descritta come un villaggio agricolo di sette famiglie, alcune di origine slava, altre latine, sottoposte alla giurisdizione del Patriarca di Aquileia.  Lo stesso toponimo Gradisca pare abbia origine slave. Gradišče.

A proposito delle radice slave di Gradisca, oggi perdute, interessante notare quanto riportato dall'ultimo censimento effettuato dall'Impero Austroungarico. Censimento che veniva realizzato con cadenza decennale, dal 1880, ogni 31 dicembre dell'anno di riferimento, si analizzava a livello statistico la propria popolazione. L'esito del censimento era in lingua tedesca, ma nello stesso volume i nomi dei luoghi venivano invece riportarti ora in modo plurilingue, come Trieste, che era Triest e Trst, Gorizia, che era Gorz e Gorica, Gradisca, Gradiska. L'ultimo censimento fu del 31 dicembre del 1910. Nel centro di Gradisca che allora vantava una popolazione di circa 1658 anime, erano ben 229 persone che dichiaravano di parlare lo sloveno, 994 l'italiano, 38 il tedesco, una sola il serbo e 394 altre lingue. Il gradiscano come territorio che aveva una popolazione di quasi 7 mila persone vedeva dunque una buona percentuale di persone parlare lo sloveno, complessivamente circa il 4%. Poi, con l'avvento dell'italianizzazione forzata di queste terre le cose cambiarono profondamente e si è cercato di estirpare le radici slave di questa località. Ma l'identità e le radici sono tali e non possono essere cancellate, pertanto, sarebbe giusto e consono verso la storia di questa splendida cittadina della nostra regione, valorizzare e recuperare le radici slave di Gradisca, Gradišče.

mb

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