Trasformare la casa natale di Tina Modotti, nel museo Tina Modotti, può essere una grande opportunità per Udine

Gradisca d'Isonzo, dal 1936 vanta il titolo di città, e rientra tra i comuni friulanofoni del FVG. In friulano è Gardiscje e Gardiscja nella variante locale.
Pare che la prima volta venne citata in un documento ufficiale fu nel 1176, descritta come un villaggio agricolo di sette famiglie, alcune di origine slava, altre latine, sottoposte alla giurisdizione del Patriarca di Aquileia. Lo stesso toponimo Gradisca pare abbia origine slave. Gradišče.
A proposito delle radice slave di Gradisca, oggi perdute, interessante notare quanto riportato dall'ultimo censimento effettuato dall'Impero Austroungarico. Censimento che veniva realizzato con cadenza decennale, dal 1880, ogni 31 dicembre dell'anno di
riferimento, si analizzava a livello statistico la propria popolazione.
L'esito del censimento era in lingua tedesca, ma nello stesso volume i
nomi dei luoghi venivano invece riportarti ora in modo plurilingue, come
Trieste, che era Triest e Trst, Gorizia, che era Gorz e Gorica, Gradisca, Gradiska. L'ultimo censimento fu del 31 dicembre del
1910. Nel centro di Gradisca che allora vantava una popolazione di circa 1658 anime, erano ben 229 persone che dichiaravano di parlare lo sloveno, 994 l'italiano, 38 il tedesco, una sola il serbo e 394 altre lingue. Il gradiscano come territorio che aveva una popolazione di quasi 7 mila persone vedeva dunque una buona percentuale di persone parlare lo sloveno, complessivamente circa il 4%. Poi, con l'avvento dell'italianizzazione forzata di queste terre le cose cambiarono profondamente e si è cercato di estirpare le radici slave di questa località. Ma l'identità e le radici sono tali e non possono essere cancellate, pertanto, sarebbe giusto e consono verso la storia di questa splendida cittadina della nostra regione, valorizzare e recuperare le radici slave di Gradisca, Gradišče.
mb
Commenti
Posta un commento