Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Giulio è stato ucciso dalla dittatura egiziana non da Cambridge


Quello di Giulio è stato un chiaro omicidio di Stato compiuto per mano degli apparati di sicurezza del regime egiziano che verranno in parte processati in Italia. Il processo sarà uno solo e sarà in Italia come hanno ribadito i magistrati italiani. Giulio è stato ucciso mentre lavorava sul campo, non era uno studente, era un ricercatore universitario. A distanza di cinque anni si deve ancora ribadire l'ABC che la famiglia di Giulio ha ben evidenziato fin dal principio. La responsabilità dell'università di Cambridge sussiste, il suo comportamento è stato  probabilmente immorale, se non inaccettabile, come quello della sua tutor. La collaborazione è stata inesistente. Sulla responsabilità e sul comportamento dell'università di Cambridge la famiglia si è pronunciata diverse volte. Non c'è nessuna acqua calda da scoprire. Ma Giulio non è stato ucciso da Cambridge. Cambridge non è stato né mandante, né esecutore. Ci si può interrogare sicuramente sul modus operandi, sulle tutele o parvenza di protezione verso i propri collaboratori, ricercatori o studenti che operano sul campo in Paesi difficili come quello egiziano. Ci si può interrogare sul fatto che non abbia interrotto i rapporti con la dittatura egiziana e che abbia liquidato l'omicidio di stato di Giulio in un niente. Come se fosse una pagina di un libro da dimenticare. Ma non si deve distogliere il dito dal vero obiettivo. Cambridge avrà delle responsabilità indirette, ma Giulio è stato ucciso in Egitto da una dittatura feroce con cui gran parte dell'Occidente democratico ne è stato complice sostenendola, armandola, legittimandola politicamente, facendo business. Così almeno fino ad oggi, vedremo se con l'avvento di Biden il vento cambierà segnando forse un nuovo corso. Ognuno è libero di porsi tutte le domande che vuole,e chi mancherebbe, nessuno nasce “imparato” come si suol  a volte dire. Però suggerisco vivamente di leggere il libro Giulio fa cose. Lì c’è tutto. Libro che ora verrà tradotto anche in lingua inglese, e magari anche in tutte le lingue che conosceva Giulio. Ne parlava sette.

mb

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