Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Un 3 settembre "nero" per la verità per Giulio Regeni e per i diritti umani


C'era attesa per l'audizione di Gentiloni alla Commissione monocamerale d'inchiesta per l'omicidio di Giulio Regeni. Gentiloni che è stato ministro degli Esteri quando Giulio venne sequestrato dalle forze degli apparati della sicurezza nazionale dell'Egitto, e poi fu anche presidente del Consiglio nella fase successiva. Ha letto in una ventina di minuti la sua ricostruzione delle cose. Come hanno fatto un pò tutti. Si direbbe i compitini fatti a casa. Ha ricordato che i 17 mesi di richiamo dell'ambasciatore italiano sono stati un qualcosa senza precedenti, che anche l'Egitto richiamò il proprio ambasciatore e che poi si decise di normalizzare i rapporti in sostanza perchè l'ambasciatore non poteva restare in Italia per sempre. L'incarico che venne dato fu quello di rafforzare la cooperazione giudiziaria. Come è noto questo obiettivo non è stato raggiunto. Di accordi di cooperazione giudiziaria non c'è traccia, di cooperazione sul campo manco l'ombra, di prese in giro, invece, sì. E sono tante. Anzi, beffa nella beffa gli egiziani si sentono talmente forti che hanno osato contrattaccare dicendo che bisogna riaprire le indagini sull'attività di Giulio in Egitto. L'Italietta, perchè questo siamo per come ci stiamo comportando con l'Egitto, ci manca solo che chieda scusa all'Egitto per aver osato chiedere verità processuale per un proprio cittadino. Giulio. Cosa volete che sia, che un ragazzo di neanche trent'anni, sia stato rapito, torturato e ucciso da articolazioni dello stato egiziano? Una cosa da niente, no? Una cosa da niente. E cosa volete che sia che quell'Egitto che da oltre quattro anni a questa parte, passando dall'uccisione di cinque ragazzi innocenti, a depistaggi, a ritorsioni, intimidazioni, minacce, continua a camminare come il gambero rispetto alla verità processuale per Giulio? D'altronde, come potrebbe la dittatura condannare se stessa? Quella dittatura che continuua a torturare, uccidere e spazzare via i diritti umani. La Commissione d'inchiesta monocamerale sta rischiando di diventare una passerella mediatica a difesa delle ragioni di "stato" da repubblica delle banane. Perchè ciò che verrà reso pubblico saranno i compitini preparati a casa con tutto ciò che questo comporta. Soliti bla, bla, bla, hanno fatto praticamente tutto bene, anzi, benissimo nei confronti dell'Egitto.
Ed il resto, sempre che ci sia un resto, è secretato. Di domande "scomode" poco o nulla. Di questo passo questa Commissione perderà ogni senso, anzi, rischia di diventare un boomerang. In tutto ciò non si capisce ancora oggi quali siano state le cose negate all'Egitto da quando i rapporti diplomatici sono stati normalizzati. Si dice più volte che non sono al pieno delle loro potenzialità, poi quando chiedi che diamine significa ciò, fanno il giro del mondo in un nano secondo. Dicono tutto per non dire nulla. E questo 3 settembre nero si conclude con la visita dell'Alto rappresentante dell'UE e vice presidente della Commissione Ue, Josep Borrell Fontelles con Al Sisi. Il profilo ufficale social della verità per Giulio se ne accorge subito e denuncia la gravità di questa visita per come impostata. "L'Egitto svolge un ruolo chiave nella regione e ci sforziamo di rafforzare le relazioni e di cooperare ulteriormente su questioni di reciproco interesse. UE e #Egypt sono partner forti". Questo è quanto verrà scritto nei social dall'alto rappresentante dell'UE. Tutto ciò è una cosa semplicemente penosa e indegna di quella che dovrebbe essere la storia dell'UE, almeno in teoria. Oltre ogni decenza. Altro che tutela dei diritti umani, della democrazia, di libertà, di uguaglianza, di fratellanza. Chissà che ne penseranno di tutto ciò i familiari delle vittime della dittatura egiziana in questo 3 settembre, 55 mesi senza Giulio e senza neanche la minima ombra della verità processuale.

mb

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