La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Non ci sono più scuse. Va richiamato l'ambasciatore italiano dall'Egitto


Anche se l'omicidio di Giulio Regeni e la continua detenzione di Patrick Zaky sono fatti sconnessi, hanno in comune il regime fascista egiziano, il cui potere giudiziario, dopo la riforma costituzionale, risponde agli ordini del Presidente Al Sisi che con il colpo di stato del luglio 2013 ha portato i militari al potere in Egitto.  Oltre 77 mila persone hanno firmato la petizione con la quale richiamare l'ambasciatore italiano dall'Egitto. 
Cantini è stato inviato da Alfano in Egitto dopo il richiamo del suo predecessore in Italia per consultazioni e da quel momento, dal 14 agosto 2017, quando ne è stato deciso il ritorno di questa figura, che si verificherà nel mese di settembre, c'è stato un solo nastro. L'ambasciatore non si smuove dall'Egitto. Rimane lì.  Che poi si sia ottenuto di più quando l'ambasciatore venne richiamato che quando questo è ritornato in Egitto, sembra contare poco. Qualche accontentino da parte egiziana che poi si è rivelato essere l'ennesima presa in giro, ma il sistema ha deciso in modo chiaro che l'ambasciatore non si tocca. Ripetendo la solita balla che con l'ambasciatore si mantiene il dialogo aperto e si può cooperare con l'Egitto. Paese con il quale non esiste alcun accordo di cooperazione giudiziaria. Paese retto da una dittatura di stampo fascista, bisogna chiedersi perchè l'ambasciatore non si può toccare. Esiste qualche patto istituzionale che non si può svelare? Perchè non lo si può richiamare visto che tutte le motivazioni che dovrebbero giustificare la sua presenza in quel Paese sono semplicemente inconsistenti? Ora che è stata confermata l'ennesima proroga della detenzione di Zaky, vanno avanti a colpi di 45 giorni, pur non essendo un cittadino italiano, ma un cittadino egiziano, è un nostro studente e dobbiamo dimostrarci certamente più sensibili e attivi rispetto a quanto fatto dall'Università di Cambridge con Giulio. E comunque che sia egiziano o meno poco importa, un segnale va dato. Per Giulio e per Patrick, due fatti diversi, ma che hanno in comune la dittatura egiziana e che coinvolgono nettamente il nostro Paese.

mb

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