Che fine ha fatto la fantomatica prigione di Moro di via Massimi?

Ne avevamo parlato anche su queste pagine, pur esprimendo delle perplessità, su quella che poteva essere stata la prima prigione di Moro, in relazione all'inchiesta del giornalista Zatti della Rai. Il reperto 777 sarebbe stato determinante per indicare la Loyola University di via Massimi. Ma, come già era stato segnalato dal gruppo 16 di marzo e poi in un post significativo pubblicato su insorgenze.net si è sostanzialmente smentito in modo evidente che il reperto 777 corrispondesse a Loyola University. La location era invece la prigione di Ascoli Piceno. Bisognerebbe sul punto chiedersi perchè Morucci avrebbe fatto quel disegno, per quale scopo, e chi gli aveva fornito i dettagli di quel sito carcerario. Altro discorso, è invece, la questione della prima prigione di Moro. Effettivamente non si può escludere che presso la Loyola University possa essere stata la prima temporanea prigione di Moro. Ma la cosa sconcertante è che si è passati dal parlare per alcuni giorni con tanto di s...

L'Egitto che continua ad arrestare la libertà di stampa

Nella "classifica" mondiale l'Egitto si trova oltre la centosessantesima posizione nell'indice della libertà di stampa. Come dire, si fa prima a trovare l'ago nel pagliaio che una stampa libera di essere tale nel Paese delle piramidi.  Dal 2013 poi, da quando Al Sisi ha preso il potere, l'Egitto è precipitato di poco più di una quarantina di posizioni in questa classifica.  Dal 2015 l'Egitto è il Paese che incarcera più giornalisti al mondo. E ciò non è avvenuto a caso. C'è una dittatura militare al potere, che va avanti a colpi di decreti d'emergenza e militarizza tutto il militarizzabile. Tutto ciò che è ostile alla dittatura viene liquidato come terrorista o minaccia per la sicurezza nazionale. Se cadi in questa rete non ne esci. Nel 2016  Lina Attalah allieva del Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico di Duino, dichiarava che "La morte di Giulio Regeni ha colpito a livello personale molti di noi, anche quelli che non lo conoscevano. La crudeltà delle persone che lo hanno ucciso non ha limiti e tutti noi possiamo essere le prossime vittime”. Una donna coraggiosa, attivista, giornalista e direttrice del giornale indipendente Mada Masr. Giornale che già venne attaccato nel maggio del 2017, nel 2019 subì la perquisizione negli uffici da parte delle forze di sicurezza, con tanto di arresti e detenzioni illegali, per arrivare all'arresto della direttrice di questo maggio 2020. Arrestata mentre stava facendo il suo lavoro di giornalista. Stava intervistando nei pressi del tremendo carcere di Tora, dove si continua ad essere uccisi suicidati e non solo, la madre di una nota attivista della rivoluzione del 2011 dove è lì imprigionato. Dopo diverse ore di galera è stata scarcerata su cauzione. L'Egitto è questo. Un Paese dittatoriale con il quale continuano diversi Paesi democratici ed occidentali, a partire dal nostro, a relazionarsi come se niente fosse. E tutto ciò è semplicemente scandaloso.
mb




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