La strage di Vergarolla, se ancora oggi non si riesce a collocare una lapide con i nomi delle vittime

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Mentre a Capodistria non si riesce a porre una targa sulla casa ove nacque Nazario Sauro, c'è chi propone addirittura di restituire alla città una statua di Sauro, noto capitano antiasburgico, il cui monumento, imponente, venne fatto saltare in aria dai nazisti, a Pola, ancora oggi, a 79 anni dalla strage di Vergarolla, non si riesce a porre una targa che ricordi i nomi delle vittime. Una strage che ancora oggi continua a dividere gli storici, tra chi sostiene che gli artefici furono gli jugoslavi, chi fu atto di incuria degli inglesi, chi, opera di fascisti italiani, chi, un semplice e catastrofico incidente, l'unica certezza è che a perdere la vita furono un centinaio di innocenti di cui vennero identificati in 64 e un terzo delle vittime furono  bambini. Tutto ciò è semplicemente scandaloso soprattutto per un Paese che ha introdotto l'Euro, che è europeo e dove la minoranza storica italiana continua a subire delle ingiustizie importanti o degli accontentini come nel caso...

L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio


 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che 

 "Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta.

I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso".

I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi  per modernizzare l'educazione tecnica, l'Egitto ora gestisce 90 scuole di tecnologia applicata. Infatti il ministero sta perseguendo la cooperazione internazionale per aumentare gli standard e attirare partner dalla Germania, dall'Italia e dal Giappone, con l'obiettivo di lanciare più scuole che offrono programmi accreditati a livello internazionale. E ciò non può che continuare ad avere un sapore di beffa dal momento che Giulio è stato massacrato dagli apparati di sicurezza chiamati a garantire la stabilità della dittatura di Al Sisi, ed in Egitto lui era andato per studiare, appunto. Tutto continua come sempre, zero collaborazione sul fronte giudiziario, zero cooperazione sul fronte dell'uccisione di Giulio Regeni, mentre la giustizia italiana sta facendo il suo cammino solo grazie alle peripezie affrontate dalla famiglia di Giulio insieme al suo inarrestabile avvocato.

Insomma, l'Egitto continua a non essere dichiarato come Paese insicuro, anzi, nel 2024 venne incluso nella lista dei Paesi sicuri, nonostante il quadro ben noto sul fronte dei diritti umani. Ma Giulio non è finito nell'oblio, anche se si parla decisamente meno di Giulio, l'attenzione c'è e quanto a lui accaduto ha lasciato il segno per sempre.

 

 

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