La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

L'emergenza coronavirus insegna che serve una nuova scuola


Il presidente Mattarella e la regina Elisabetta hanno sottolineato che durante questa fase di emergenza coronavirus, che sta sconvolgendo buona parte della nostra società, bisogna meditare, riflettere. E riflettendo e meditando, sono varie le questioni che stanno emergendo con evidenza innegabile. Emergono i limiti del capitalismo, si affermano in modo impattante le diseguaglianze sociali che sono profonde, si comprende quanto sia fondamentale difendere i diritti dei lavoratori, si sottolinea che è necessario investire nei pilastri fondamentali della società sostenendo il carattere pubblico della sanità, l'efficacia della giustizia e la necessità di avere una scuola diversa, una nuova scuola che non c'entra niente con la buona scuola di renziana memoria. Sanità, giustizia ed istruzione sono i pilastri di qualsiasi società che voglia dirsi civile e democratica.
Guardando a quello che sta succedendo nella scuola, con l'emergenza coronavirus si è messa in discussione profondamente la vecchia scuola. Si è capito che la valutazione può non essere più determinante, si può fare scuola senza valutare, senza bocciare, si mette in discussione il numero di studenti per classe, con il distanziamento sociale le classi pollaio dovranno andare in estinzione, si è capita l'importanza della collegialità. La figura del preside padrone è stata messa da parte. Si è tutti sulla stessa barca, ed una scuola comunità, collegiale, senza comandanti e marinai, dove tutti hanno pari dignità, è la scuola del futuro. Si è compreso quante diseguaglianze ci sono nella società, quante sono le famiglie che non hanno la possibilità neanche di accedere ad internet, a non avere neanche un computer. Nessuno deve rimanere indietro e la didattica a distanza, fallimentare nella sua elaborazione, anche perchè si è partiti da zero, nonostante i mille sacrifici di tutti, ha ben evidenziato che in Italia ci sono studenti che vengono tagliati fuori dal diritto all'istruzione. Bisogna riflettere su quello che sta accadendo, sul fatto che la scuola di prima è stata sostanzialmente superata. C'era una scuola del prima coronavirus e ci sarà una scuola del dopo coronavirus. E' forse il caso di iniziare a discutere e valutare una sorta di costituente per la nuova scuola che verrà? Perchè indietro non si può più tornare.

mb

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