Nel 2026, 80 anni dalla strage di Vergarolla, come per la strategia della tensione, senza verità, anche se non si era più in Italia

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  Ancora oggi non c'è una lapide istituzionale che ricordi a dovere le vittime della strage di Vergarolla di cui non si conosce il numero esatto dei morti, 64 furono  le vittime identificate. Quanto accaduto il 18 agosto del 1946 ha lasciato il segno indelebile nella storia delle complesse vicende del confine orientale spesso strumentalizzate per revisionismi storici, nazionalismi nostalgici, che nulla c'entrano con la verità e la giustizia negata alle vittime di quel fatto drammatico. Come accaduto durante lo stragismo neofascista durante la strategia della tensione, praticamente non vi è stata alcuna verità, nessuna inchiesta degna di nota. Solo supposizioni, teorie, ipotesi, spesso istanze degne di ultras più che di seguaci della verità. Quel fatto tragico è stato chiaramente utilizzato dalla retorica revisionista per le proprie battaglie ideologiche anticomuniste e contro la Jugoslavia comunista di Tito. Quando accadde quel fatto, Pola, era una zona enclave all'interno ...

Venerdì 27 settembre 1 milione di egiziani in piazza per rovesciare Al Sisi


I segreti di Moahmed Ali stanno determinando quello che in Egitto era atteso da tempo. Una rivolta contro la dittatura. E non poteva che nascere così, da un dissidente, da una voce interna che ha collaborato per 15 anni con l'apparato militare fino a quando ha deciso di dire basta. Denunciando la corruzione, le violenze, le nefandezze di una dittatura militare nata con il colpo di stato del luglio 2013. C'è chi vede delle analogie con la rivoluzione del 2011, che durò poco nei suoi effetti. Ricordiamo che Morsi venne deposto nel giro di un niente, per essere ammazzato dal sistema carcerario egiziano. Una rivolta che ricorda in parte anche il modo di fare dei gilet gialli con l'appuntamento non dei sabato gialli, ma dei venerdì. Il venerdì è il giorno delle rivolte guidate, anche se a distanza, dal volto di Mohamed Ali, che con i suoi video, incita alla ribellione, ed il seguito che ha è enorme. Ribellione sostenuta da un sistema che ha deciso di dire basta con Al Sisi. C'è chi inizia a intravedere speranza per una nascita di un Paese democratico, con libertà, diritti, chi teme il ritorno ad un passato strettamente religioso. La reazione del regime è stata pesante, tanti gli arresti, diverse le intimidazioni, anche se va detto che pur essendo migliaia gli egiziani che stanno scendendo in piazza da Suez al Cairo, si è ancora lontani dai numeri delle rivolte del 2011. Battere il ferro quando è caldo, si dice. E ora si punta a venerdì 27. Con una chiamata di almeno 1 milione di egiziani per le strade egiziane per rovesciare la dittatura di Al Sisi. L'Egitto è un Paese in mano ai militari, sarà determinante per rovesciare la dittatura di Al Sisi, un cambio di direzione dei vertici militari. Se questo non accadrà, se i vertici non scaricheranno Al Sisi, è probabile che se queste rivolte continueranno, sfoceranno in un bagno di sangue, perchè la dittatura egiziana è terribile. Il caso Giulio Regeni docet.

mb


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