La ciminiera di Monfalcone va salvaguardata non demolita

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In Italia spesso si preferisce inseguire la via della tabula rasa, dell'annientamento, del vuoto, per dare spazio al nuovo che sormonta e travolge tutto ciò che è stato nel bene e nel male. Ci sono manufatti che hanno segnato la vita e la quotidianità di una comunità. Ci sono manufatti architettonici che caratterizzano i luoghi ed uno di questi è indiscutibilmente la ciminiera di Monfalcone di cui si apprende che nel 2027 avverrà la sua demolizione. Qui non è chiaramente in discussione la riconversione della centrale attuale ma di ciò che esteticamente, simbolicamente, rappresenta quel manufatto enorme di circa 150 metri circa realizzato nel secolo scorso e che andrebbe preservato piuttosto che spazzato via. Quel manufatto potrebbe essere considerato come ciminiera storica industriale, elemento tipico del paesaggio industriale monfalconese. Perchè non valutarne la sua valorizzazione a livello conservativo, anche come elemento storico di riflessione di come i processi ...

Venerdì 27 settembre 1 milione di egiziani in piazza per rovesciare Al Sisi


I segreti di Moahmed Ali stanno determinando quello che in Egitto era atteso da tempo. Una rivolta contro la dittatura. E non poteva che nascere così, da un dissidente, da una voce interna che ha collaborato per 15 anni con l'apparato militare fino a quando ha deciso di dire basta. Denunciando la corruzione, le violenze, le nefandezze di una dittatura militare nata con il colpo di stato del luglio 2013. C'è chi vede delle analogie con la rivoluzione del 2011, che durò poco nei suoi effetti. Ricordiamo che Morsi venne deposto nel giro di un niente, per essere ammazzato dal sistema carcerario egiziano. Una rivolta che ricorda in parte anche il modo di fare dei gilet gialli con l'appuntamento non dei sabato gialli, ma dei venerdì. Il venerdì è il giorno delle rivolte guidate, anche se a distanza, dal volto di Mohamed Ali, che con i suoi video, incita alla ribellione, ed il seguito che ha è enorme. Ribellione sostenuta da un sistema che ha deciso di dire basta con Al Sisi. C'è chi inizia a intravedere speranza per una nascita di un Paese democratico, con libertà, diritti, chi teme il ritorno ad un passato strettamente religioso. La reazione del regime è stata pesante, tanti gli arresti, diverse le intimidazioni, anche se va detto che pur essendo migliaia gli egiziani che stanno scendendo in piazza da Suez al Cairo, si è ancora lontani dai numeri delle rivolte del 2011. Battere il ferro quando è caldo, si dice. E ora si punta a venerdì 27. Con una chiamata di almeno 1 milione di egiziani per le strade egiziane per rovesciare la dittatura di Al Sisi. L'Egitto è un Paese in mano ai militari, sarà determinante per rovesciare la dittatura di Al Sisi, un cambio di direzione dei vertici militari. Se questo non accadrà, se i vertici non scaricheranno Al Sisi, è probabile che se queste rivolte continueranno, sfoceranno in un bagno di sangue, perchè la dittatura egiziana è terribile. Il caso Giulio Regeni docet.

mb


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