Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

L'ANPI nazionale dice no alle celebrazioni della marcia su Fiume

"NO alla celebrazione, il 12 settembre a Ronchi, dell'avventura nazionalista fiumana". Questo il messaggio semplice, di pochi caratteri, ma efficace, con cui l'ANPI nazionale dice chiaramente e con fermezza no alle celebrazioni del 12 settembre della marcia di occupazione di Fiume e di D'Annunzio. Notizia che era stata anticipata da Radiocapodistria ed ora dal sei settembre è sul sito ufficiale dell'ANPI Nazionale che aderisce al manifesto prodotto dall'ANPI della provincia di Gorizia che ha visto le prime adesioni di queste realtà, ANPI Nazionale, ANPI Regionale F.V.G., ANPI Provinciale Pordenone, ANPI Provinciale Trieste, ANPI Provinciale Udine, ANPI Sezioni Provincia di Gorizia, ANPI Sezioni bassa friulana (Terzo di Aquileia, Cervignano, Aquileia, Fiumicello-Villa Vicentina, Ruda), ANPI Sezioni Aiello, Campolongo,Tapogliano, Centri Isontino di Ricerca e Documentazione storica e sociale "Leopoldo Gasparini"-Gradisca d'Isonzo, Partito Democratico Isontino, Partito Democratico Circolo di Ronchi dei Legionari, Rifondazione Comunista-Sinistra Europea Federazione di Gorizia, Rifondazione Comunista Circoli di Ronchi e Fogliano,Potere al Popolo Isontino -Monfalcone, Associazione Slovena Jadro -Ronchi dei Legionari- COBAS scuola F.V.G. Più altre adesioni di altre realtà antifasciste come Ronchi dei Partigiani, la Segreteria Regionale del Partito Comunista Italiano del FVG, ecc.



Nel manifesto si ricorda che nel Comune di Ronchi dei Legionari e suo territorio riconosce "nella scadenza annuale di settembre il momento fondamentale della loro storia, intrinsecamente connesso con le vicende nazionali ed internazionali. Ha inizio dopo l'8 settembre 1943 la Battaglia di Gorizia, la prima battaglia partigiana su suolo italiano, in cui antifascisti italiani e sloveni affratellati nella Brigata Proletaria, “operai e contadini della zona” come recita l'iscrizione sul monumento di Selz in ricordo della sua formazione, fronteggiano con enormi sacrifici un nemico preponderante pronto a schiacciare qualsiasi cosa intralci il suo cammino. Nasce così la Resistenza armata, quella stessa Resistenza che in fratellanza ed unità con gli altri movimenti dei popoli resistenti d'Europa ha portato alla sconfitta del fascismo, alla cacciata dell'occupatore nazista.
Un manifesto che nasce per dire no alle sconcertanti celebrazioni nazionalistiche del 12 settembre che vogliono rivendicare la Fiume italiana, fascismo prima del fascismo, come la chiamano a Rijeka la dittatura dannunziana di 16 mesi che distrusse il contesto socioeconomico della bella città croata oltre che introdurre i primi processi razzisti di italianizzazione forzata e discriminazione razziale verso i croati. Nel manifesto si scrive che il "Il 12 settembre d'annunziano inaugura in una prospettiva diametralmente opposta una stagione di prevaricazione politica e di violenza nazionalista in aperto contrasto con le lotte radicali di operai e contadini che si svilupparono sul nostro territorio sulla scia ispiratrice del 1917 russo: migliori condizioni di vita, convivenza pacifica, diritti. D'Annunzio aveva sempre invocato la guerra, aveva appoggiato quella di Libia, si era battuto per l'entrata del Paese nel 1915, aveva contrapposto la folla con l'aristocrazia che doveva detenere il potere, era antidemocratico e credeva nel dominio dell'uomo solo al comando, giudicava le popolazioni slave inferiori. Quelle lotte e quella voglia di rinnovamento lo spaventavano molto. A pochi mesi dall'assurda carneficina paneuropea D'Annunzio velleitariamente impone con la forza militare un'azione violenta di riaffermazione dell'idea di imperialismo e nazionalismo estranea e contraria ai trattati di pace; preludio di un ventennio e di una guerra cui i figli di coloro che si erano battuti nel primo dopoguerra risposero con la Resistenza."
E guardando all'oggi ciò che si sottolinea, in merito all'uso che se ne fa di queste celebrazioni, vergognose e legittimate anche da alcuni esponenti istituzionali con tanto di fascia tricolore, è che a queste celebrazioni vi partecipano fascisti, nazionalisti. "Attraverso una stele dedicata ad un fatto storico avvenuto cent'anni fa trovano legittimazione associazioni o movimenti che rivolgono la propria attività all'esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del partito fascista o compiono manifestazioni esteriori di carattere fascista.
Appello che si conclude con il chiedere  al "Prefetto ed alle Istituzioni nazionali e locali di impedire l'apologia del fascismo nel rispetto delle leggi della Repubblica Italiana, in particolare delle leggi “Scelba” e “Mancino”, e nel rispetto della Costituzione Italiana, antifascista nella sua integralità e non solo nella XII. Disposizione transitoria e finale". Nonchè ai "rappresentanti delle istituzioni pubbliche che intendono partecipare alla cerimonia in ricordo dell'avventura fiumana quale sia il fine o lo scopo di celebrare un avvenimento storico che inaugura una stagione di violenta negazione dei valori che successivamente la Resistenza e la Costituzione affermano come condizioni inderogabili di esistenza delle istituzioni stesse."
E' la prima volta che l'ANPI nazionale interviene su tale questione, sdoganata, nel 2008, con un gesto di una riconciliazione e legittimazione istituzionale non richiesta dal territorio che si identifica nella storia della Resistenza e della Costituzione e che si rivelerà essere un cortocircuito storico e politico notevole. Perchè si è sdoganato il fiumanesimo, il fascismo prima del fascismo, come lo definiscono correttamente a Fiume, visto che sono stati i fiumani a dover fare i conti con la scellerata dittatura dannunziana.
Il 12 settembre a Ronchi ci saranno due manifestazioni in concomitanza. Da un lato chi celebrerà D'Annunzio e l'occupazione di Fiume, dall'altro chi ritrovandosi anche dietro l'appello dell'ANPI come condiviso dall'ANPI nazionale, dirà che non solo quelli del dannunzianesimo i valori da celebrare, difendere, salvaguardare, ma quelli della Resistenza, che si pongono in assoluta antitesi con il fiumanesimo. Insomma, è arrivato il momento di dover scegliere da che parte della storia dover stare.
mb

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