Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il r...
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Non è questa Monfalcone. Va democraticamente liberata la città
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Il simbolo di cosa è oggi Monfalcone è ben rappresentato da piazzetta Montes. Una piazzetta dedicata ai partigiani, e circondata da inferriate. Decoro. Degrado.Sicurezza. A Monfalcone c'è una vera ossessione. Una nuova ossessione, canterebbero forse i Subsonica. Centinaia di telecamere per il controllo della città, ordinanze disparate dal divieto di entrare con il velo dal teatro alle biblioteche a tutti gli uffici pubblici dell'Ente comunale, a quelle della "birra calda", al fatto, gravissimo, che sia stata affidata la sicurezza della città anche ai vigilantes privati, al clima sociale pessimo che si respira a Monfalcone. Passando dalla questione scuole, panchine, quotidiani, ecc. Ordine. Disciplina. Si sarebbe detto nello scorso secolo. Magari seguito da qualche grido dannunziano, non sarà mica un caso che verrà illuminato con il tricolore il triste monumento ai legionari di Monfalcone che celebra l'occupazione eversiva della città di Fiume/Rijeka. Certo, le strade sono pulite, la città è colorata, per i tanti fiori, Marina Julia con due cose da poco è ritornata ad essere più dignitosa, le strade sono asfaltate, ma queste cose le può fare chiunque, e dovranno comunque essere mantenute. Ma non è da queste cose che si capisce l'identità di una città. In questo momento Monfalcone non ha più alcuna identità. La sua storia fa rima con immigrazione. Prima meridionale, cabibi come veniamo chiamati da queste parti, poi dall'est, gli "slavi", poi ancora più a Oriente, i "bangla" e ora si parla anche di vietnamita. Sempre di immigrazione si tratta. Sempre di persone si parla. Il motivo, è noto. La Fincantieri. Il resto, ne è una conseguenza. L'anima di Monfalcone non è fatta da clima da Bronx, non stiamo mica parlando di una metropoli, ma di una cittadina che non arriva neanche a 30 mila abitanti pieni. L'ultima goccia che ha evidenziato lo stato delle cose di Monfalcone è quanto accaduto a Monfalcone meticcia. Era stata richiesta da Monfalcone Meticcia l'occupazione di suolo pubblico nella blindata piazza Montes di Monfalcone, per una iniziativa politico culturale che voleva denunciare come l'ossessione per il santo decoro e contro il diabolico degrado stesse portando alla militarizzazione dei luoghi. Piazze circondate da inferriate, telecamere ovunque, controlli eccessivi, vigilanza affidata anche a realtà private e quant'altro. E la risposta è arrivata. Occupazione pubblica negata. Si doveva discutere insieme allo scrittore, giapster, Wolf Bukowski con il suo libro «La buona educazione degli oppressi» di come le armi del decoro e della sicurezza nella politica di oggi siano diventate centrali e fondamentali per colpire soprattutto le frange più deboli della società e favorire anche i processi di gentrificazione sociale, turistificazione,
cementificazione, foodificazione. Una perlustrazione dell'«abisso in cui, nel
nome del decoro e di una versione pervertita della sicurezza, ci sono
fioriere che contano come, e forse più, delle vite umane».
L'evento, in piazza Montes di Monfalcone, dalle ore 18 del 30 agosto, si terrà con gli adattamenti del caso ugualmente, non ci sarà l'occupazione del suolo pubblico, visto che è stata negata con la seguente motivazione, non rispettati i termini di 90 giorni.
Per carità, la burocrazia è burocrazia. Ma il buon senso dovrebbe prevalere e la burocrazia può diventare uno strumento molto pericoloso se usata in modo rigido. Non è tanto la questione dei 90 giorni, ma tutto ciò che quei 90 giorni rappresentano. Ecco, Monfalcone va democraticamente liberata da tutto ciò. Va ripensata la città, si deve imparare dagli errori, a partire dal più grave, il tradimento della questione morale sull'amianto, e riportare in città un clima opposto al presente. Il primo segno della liberazione di Monfalcone da parte di chi, si spera, sarà prossimamente chiamato a governare la città,sarà quello di dover cogliere la richiesta che arriva dalla vera anima di Monfalcone, a partire dall'eliminazione dell'inferriata di piazzetta Montes. Da lì deve partire la nuova idea di città.
Il 13 novembre in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza, nata da una conferenza del 1997 a Tokyo e introdotta in Italia dal 2000. Per questa propongo una storia per le classi di scuola primaria. La storia che segue, ambientata a Trieste, ha per protagonisti tre supereroi ed una nonna, Rosellina. Il disegno è stato fatto in una classe di una scuola dove la storia è stata letta. mb I tre supereroi e la nonnina Rosellina C’era una volta, anzi no. C’erano una volta tre supereroi. Avete presente quelli con i super poteri che si vedono nei film? Nei cartoni animati? Nei fumetti? Sì, proprio loro. E si trovavano in una bellissima città italiana, Trieste. Non erano mai stati prima a Trieste. Rimasero stupiti nel vedere quanto era lungo il molo sul mare, e quanto era enorme la piazza con due alberi di due navi dove sventolavano le bandiere, ogni tanto. Dopo essersi fatti un selfie sul molo Audace che è costruito sui resti di una vecch...
Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione? La matematica non è una opinione qualcuno disse... 1) per un calcolo della superficie e della capienza, il limite preso di misura è un numero di 4 persone/mq, 2) Piazza del Popolo ha una metratura di di 17.100 mq con una capienza massima e teorica di 68.400 ; 3) Piazza san Giovanni ha una superficie di 39.100 mq, con una capienza totale, quindi, di 156.000 persone. Direi che è arrivato il momento di non dare più i numeri... Marco B. MANIFESTARE A ROMA, QUANDO I PARTITI DANNO I 'NUMERI' - La fisica, con il principio della impenetrabilità dei solidi, insegna che due oggetti non possono occupare lo stesso spazio. Eppure c'é chi ritiene che questo classico teorema non si applichi alle persone, soprattutto se convocate in un determinato luogo ad esprimere pubblicamente la loro opinione politica. Fuor di metafora: quando si tratta di conteggiare i partecipanti alle manifestazioni, i partiti "danno i numeri"...
Prima del famigerato esodo, Cherso, come Lussino e come tanti altri posti del Quarnero, dell'Istria croata oltre che slovena, della Dalmazia, la presenza degli italiani autoctoni era importante, in alcuni casi si arrivava ad avere la maggioranza assoluta, poi, quello che è stato, è stato, i diritti però del bilinguismo, finalizzati a tutelare tanto l'italiano, quanto le radici e l'identità storica e culturale di questi luoghi, in un certo senso anche se con fatica sono sopravvissuti e difesi con battaglie quasi quotidiane da decenni da parte degli abitanti della minoranza del luogo. Però a volte capita di dover fare i conti con la legge dell'assurdo. Come a Cherso. Dove se da un lato emerge la sede della comunità italiana, con tanto di tricolore, dall'altro, il bilinguismo è praticamente inesistente. Anzi, ridicolizzato. Ci sono cartelli in inglese, sloveno e tedesco e non in italiano, altri, pochissimi, una manciata, in italiano, solo messi forse come accontentin...
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