La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Evitiamo che Monfalcone diventi come l'Egitto o la Russia

"Servizio di ascolto riservato". E' stato chiamato così. E lo strumento dovrebbe essere niente meno che l'Ufficio del Garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Monfalcone. Che ha trai compiti principali quello di tutelare "l’esclusivo interesse dei minori, intervenendo sulle problematiche dell'infanzia e dell'adolescenza con uno sguardo particolarmente attento ai minori più vulnerabili provenienti da situazioni di criticità e /o conflittuali contesti difficili." Ufficio che si propone come luogo neutro di ascolto dei soggetti pubblici e privati. Che potrebbe essere utilizzato forse in modo improprio per raccogliere, da come si apprende dal Piccolo, rimostranze da parte di famiglie nei confronti di docenti troppo politicizzati. Il problema nascerebbe perchè pare siano state criticate da qualche docente di "sinistra" in classe le ordinanze del Sindaco. Ed in rete, come emerge sul Piccolo, grazie alla reazione di Selvaggia Lucarelli, si è scatenato comprensibilmente e giustamente un putiferio su ciò. Abbiamo visto cosa succede in questo periodo in Italia, sul diritto di critica. Il modello russo o egiziano è alle porte oramai. Ti entrano in casa per togliere gli striscioni che possono disturbare sua maestà, ti minacciano se osi fare il tuo lavoro da giornalista, e ti sanzionano duramente se osi la libertà di pensiero che disturba chi oggi al potere. E la scuola è il primo bersaglio. E di casistiche in questo periodo ve ne sono, come non accadeva da decenni. Come è noto, o meglio dovrebbe essere noto, la libertà d’insegnamento e di pensiero quale libertà individuale costituiscono un valore costituzionale. Come la più recente giurisprudenza ha ricordato la didattica (dal greco didáskein = insegnare), che è l’arte/scienza dell’insegnamento e dell’apprendimento, concerne, quindi, i metodi dell’insegnamento e si distingue in una didattica cosiddetta generale, riferita ai criteri e condizioni generali della pratica educativa, e in una cosiddetta speciale, relativa alle singole discipline d’insegnamento. Discutere in classe e confrontarsi con gli studenti su ciò che accade nella società che si vive è sacrosanto, è arricchimento formativo. Questo non significa fare politica e ciò interessa indistintamente tutti i docenti che abbiano sia pensieri di destra che di sinistra o meno. Il podestà non esiste più dalla caduta del fascismo, non è compito del sindaco esercitare alcun tipo di controllo diretto ed indiretto sul punto, quanto proposto in modo agghiacciante a Monfalcone va contrastato per la salvaguardia della libertà di pensiero e d'insegnamento. Evitiamo che Monfalcone diventi come l'Egitto o la Russia.

mb

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