Finalmente si ritorna a parlare di scuola dopo il caso della maturità

La reazione spropositata che si è registrata per la questione dell'orale all'esame di maturità,dimostra che in Italia bisogna riprendere in mano la questione scuola con una profonda rivoluzione culturale stile '68 quella che fa tanto paura a chi ideologicamente sta impostando da tempo una scuola pubblica sempre più votata a servire il sistema che a forgiare menti critiche e pensanti. Ordine, disciplina e non pensiero critico. Il dissenso? Si reprime. Finalmente si ritorna a parlare di scuola dove i problemi di ieri sono rimasti irrisolti a cui si sono sommati quelli della società più spietata e individualista di sempre. L'autorevolezza a scuola non la si ottiene solo aumentando gli stipendi del personale. Che sono bassi per non dire indecenti se si pensa a quelli degli ATA. Il rispetto non lo si ottiene inasprendo le norme. La scuola di oggi è un supermercato dove le famiglie hanno un potere di ingerenza spropositato. Addirittura adesso possono anche scegliere il docent...

Se una ministra egiziana dice che chi critica l'Egitto va sgozzato. Poi,chiede scusa.Ma noi stiamo diventando come l'Egitto?



Il video del ministro egiziano o meglio della ministra egiziana, visto che stiamo parlando di donne,  sta facendo discutere. Di quale video si tratta? La ministra all'emigrazione,Nabila Makram, è stata filmata mentre parlava ad una folla di espatriati egiziani in Canada  ed in tale occasione ha gesticolato con la mano al collo, a significare la gola tagliata,verso chiunque parlasse male dell'Egitto. Si è scatenato ovviamente e giustamente un putiferio. Sono state richieste le dimissioni. La ministra in questione si è scusata, dicendo quello che si dice sempre in queste circostanze. Che è stata fraintesa, che non voleva incitare alla violenza, i soliti bla, bla e bla.
Fa parte della cultura o meglio di parte della cultura di quel Paese atteggiarsi così. Ciò non deve stupire. Abbiamo visto cosa è capitato a Giulio. A migliaia di egiziani. Gli egiziani emigrati hanno una fottutissima paura di osare solo a pensare di criticare l'Egitto, figuriamoci coloro che vivono in quel Paese. Ed il mondo, semplicemente, se ne strafotte. Si relaziona con l'Egitto come se fosse l'amico che più amico non si può. Il diritto di critica in Egitto è pari a zero. Certo, non è che in Italia o in altri Paesi dell'occidente ce la passiamo proprio benissimo. Se  si dice  o scrive una cosa che non devi dire, fuori posto, ti sbattono in faccia il danno all'immagine se sei dipendente pubblico, e rischi di perdere il lavoro. Lo abbiamo visto già in diverse casistiche. Per non parlare della rimozione degli striscioni che davano fastidio con le forze dell'ordine che ti sono entrate in casa per toglierli.  Disturbavano il capitano. E che dire della caccia alle streghe? Del giustizialismo nazional-populista?  Però, ancora, ai livelli dell'Egitto non ci siamo, perchè essere a quei livelli significherebbe semplicemente essere ritornati al fascismo pieno. Non manca molto se si continua così, e forse è anche per questo che alla fine dei conti, oltre agli affari e business, si continua a trattare l'Egitto, o meglio la dittatura che ne è al potere, come un caro amico, perchè forse stiamo diventando come loro.

mb


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