Il Comune di Ronchi "adotti" la tomba storica della famiglia Fontanot e le tombe storiche a rischio oblio del cimitero

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Il territorio ronchese durante le drammatiche vicende della seconda guerra mondiale ha pagato dazio pesantemente soprattutto per il contributo dato da diverse famiglie nella lotta di liberazione. Decine di famiglie hanno visto spezzato il proprio legame, non hanno potuto veder crescere i propri figli, fratelli, sorelle perchè la guerra non conosce pietà alcuna. Tra le famiglie che maggiormente hanno lasciato il segno nella storia non solo locale ma anche internazionale c'è sicuramente quella dei Fontanot. Su cui sono stati scritti diversi libri, realizzati documentari e intitolate vie in diverse località. Eppure al cimitero di Ronchi non si può restare indifferenti allo stato attuale in cui si trova la tomba dei Fontanot. Scritte purtroppo totalmente illeggibili e alcuni segni di cedimento della struttura tombale. In quella tomba, si riportano i nomi di Fontanot Regina, Fonanot Licio, Fontanot Giovanni, Fontanot Maria, Fontanot Enea, Fontanot Armido, Fontanot Vinicio e Fontanot ed ...

50 mila firma per chiedere la restituzione dello striscione verità per Giulio Regeni



Praticamente 50 mila firme, una delle petizioni più firmate di sempre, a 40 mesi e più dalla scomparsa di Giulio per mano di un regime criminale che continua ad essere "amico" di varie democrazie occidentali, a partire dall'Italia e dall'Unione Europea, di cui Giulio era cittadino. Dopo la vergognosa rimozione dello striscione di Giulio dal palazzo della Regione del FVG, da piazza dell'Unità di Trieste, si è sollevato un giusto putiferio. Si voleva attaccare con quella rimozione la presunta strumentalizzazione politica, non si è mai capito quale realmente poi fosse, quando in realtà alla fine la rimozione dello striscione è diventato un gesto chiaramente politico strumentale con lo scopo di attaccare un simbolo che recava fastidio. Poi, ognuno, può trincerarsi dietro le scuse che vuole, ma quel gesto, meditato o meno che fosse, segue quello altrettanto vergognoso del Comune di Trieste dell'ottobre del 2016 e di altre località italiane che lo hanno rimosso. Si tratta di una manciata di casi, un nulla rispetto a quanti sono i Comuni che lo hanno esposto, alle scuole, università, e luoghi pubblici. Ma pur sempre si tratta di un caso grave, perchè avviene nella regione di Giulio, nella terra di Giulio. E in Egitto questo lo sanno. La protesta non si arresta e continua attraverso varie modalità, come quella della petizione, che si appresta a diventare probabilmente una delle petizioni più firmate di sempre, a prescindere dal fatto che lo striscione verrà restituito al suo luogo o meno, la solidarietà che c'è stata è enorme, e ciò non può lasciare indifferenti, per quella verità che si conquista anche con quel simbolo rimosso dal palazzo della Regione. 

mb

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