Via Sant'Ambrogio una via alla ricerca della sua identità

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Un tempo via del Duomo, o del Teatro, oggi via Sant'Ambrogio che porta lo stesso nome del duomo consacrato dopo i disastri della prima guerra mondiale nell'ottobre del 1929, pur senza il campanile che dovette attendere la fine degli anni '50 per essere battezzato. Una via che nel corso della sua storia è sempre stata da transito di merce e persone e che è diventata negli ultimi tempi il teatro dello scontro identitario di una Monfalcone alla ricerca del proprio equilibrio sociale. Perchè è evidente che a Monfalcone, terra di passaggio, da quando è diventata grazie ai Cosulich città dei cantieri, per questo contesa dal regno d'Italia all'Austria, per privarla dei suoi cantieri insieme al porto triestino, ha conosciuto quelle dinamiche proprie delle città portuali. Gente che viene, gente che va. Approdo e partenza di nuove identità. Dal Sud Italia, all'Asia, passando da quel centinaio di nazionalità che a Monfalcone stanno cercando il proprio equilibrio, ognuna ne

50 mila firma per chiedere la restituzione dello striscione verità per Giulio Regeni



Praticamente 50 mila firme, una delle petizioni più firmate di sempre, a 40 mesi e più dalla scomparsa di Giulio per mano di un regime criminale che continua ad essere "amico" di varie democrazie occidentali, a partire dall'Italia e dall'Unione Europea, di cui Giulio era cittadino. Dopo la vergognosa rimozione dello striscione di Giulio dal palazzo della Regione del FVG, da piazza dell'Unità di Trieste, si è sollevato un giusto putiferio. Si voleva attaccare con quella rimozione la presunta strumentalizzazione politica, non si è mai capito quale realmente poi fosse, quando in realtà alla fine la rimozione dello striscione è diventato un gesto chiaramente politico strumentale con lo scopo di attaccare un simbolo che recava fastidio. Poi, ognuno, può trincerarsi dietro le scuse che vuole, ma quel gesto, meditato o meno che fosse, segue quello altrettanto vergognoso del Comune di Trieste dell'ottobre del 2016 e di altre località italiane che lo hanno rimosso. Si tratta di una manciata di casi, un nulla rispetto a quanti sono i Comuni che lo hanno esposto, alle scuole, università, e luoghi pubblici. Ma pur sempre si tratta di un caso grave, perchè avviene nella regione di Giulio, nella terra di Giulio. E in Egitto questo lo sanno. La protesta non si arresta e continua attraverso varie modalità, come quella della petizione, che si appresta a diventare probabilmente una delle petizioni più firmate di sempre, a prescindere dal fatto che lo striscione verrà restituito al suo luogo o meno, la solidarietà che c'è stata è enorme, e ciò non può lasciare indifferenti, per quella verità che si conquista anche con quel simbolo rimosso dal palazzo della Regione. 

mb

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