La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Va chiesta la rimozione dell'ambasciatore italiano in Egitto. Serve una linea diversa per la verità per Giulio



Come si legge sul sito governativo  egiziano "il ministro della produzione militare di stato Mohamed el Assar ha discusso con l'ambasciatore italiano al Cairo Giampaolo Cantini su come rafforzare la cooperazione tra le imprese italiane e le società affiliate al ministero della produzione militare nel settore manifatturiero. Le due parti hanno anche collaborato con "Rheinmetall" e "Brita" e altre aziende italiane nelle industrie della difesa e civili. Da parte sua, Cantini ha lodato il ruolo svolto dal Ministero della produzione militare nel puntellare investimenti in Egitto, oltre ai distinti legami tra Egitto e Italia. Ha anche espresso l'entusiasmo delle aziende italiane nella creazione di progetti industriali congiunti in Egitto. Ha inoltre definito "un passo molto importante" la presidenza egiziana dell'Unione Africana durante l'anno in corso, affermando che ciò contribuirà a consolidare la posizione dell'Egitto come porta d'accesso all'Africa. Cantini ha anche sottolineato che ci sono molte aziende italiane che hanno tecnologie avanzate nei vari settori e sono desiderose di fare affari in Egitto e in Africa."

Non è la prima volta che l'ambasciatore italiano si spende in complimenti, stando a quanto riportano le fonti egiziane, verso l'Egitto, o chi ha funzioni di governo in Egitto. 
Dalla home del sito dell'ambasciata è sparito da tempo il messaggio per Giulio. Non c'è più. Se fai una ricerca con la parola chiave Regeni, nel sito dell'ambasciata, le ultime notizie su Giulio risalgono a novembre 2018 .

 Ricordiamo la rimozione che è stata fatta anche sul sito della Farnesina:
"il 3 febbraio 2016 è stato rinvenuto, con evidenti segni di tortura, il corpo senza vita del ricercatore italiano Giulio Regeni scomparso il 25 gennaio al Cairo. In considerazione delle difficoltà riscontrate nel fare piena luce sul caso, il Governo italiano ha disposto l'8 aprile 2016 il richiamo dell'Ambasciatore, poi rientrato in Sede il 14 settembre 2017 in ragione dei progressi nella cooperazione giudiziaria tra i due Paesi, tuttora in corso".
Per arrivare a quella che ancora oggi si può leggere:"Sono tuttora in corso indagini per fare piena luce sulla barbara uccisione e le torture subite dal giovane ricercatore italiano Giulio Regeni."
Sparisce il richiamo dell'ambasciatore. Perchè?  Eppure si è trattato di un segnale di rottura importante, notevole. Che in Egitto non era stato digerito.

Nel 2019, niente. Sul profilo Twitter, l'unica notizia che troverai su Giulio, è solo la condivisione di un post della Farnesina,  del 5 maggio:
Il Ministro #Moavero sostiene la rogatoria della Procura di Roma, nel forte auspicio che contribuisca al percorso di giustizia per Giulio #Regeni, in coerenza con le assicurazioni in tal senso, più volte ricevute dalle autorità egiziane.

In Egitto, l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare sul caso di Giulio pare essere stata formalmente accolta con indifferenza, come con indifferenza pare essere stata accolta la notizia della rivelazione di un testimone che avrebbe tirato chiaramente in ballo una persona dei servizi, nella tortuosa vicenda di Giulio.

Insomma, così non va. Serve una linea più decisa, meno lodi e più pressione all'Egitto per la verità per Giulio. Il ruolo dell'ambasciata è fondamentale in Egitto. E' la prima porta diplomatica per l'Italia, e sinceramente ci si dovrebbe aspettare un comportamento ben diverso, più incisivo, più fermo. Se l'attuale ambasciatore non è in grado di cambiare linea, ne andrebbe disposta la rimozione. Certo, l'ideale sarebbe richiamarlo per consultazioni, fino a quando l'Egitto non si decide a voler collaborare attivamente, ma se l'ambasciatore deve rimanere in Egitto, che almeno adotti una linea diversa, perchè così non va e non può andare anche perchè fino ad oggi in Egitto si è stati fin troppo diplomatici, quando ogni benedetto giorno bisognerebbe pretendere in tutte le modalità possibili verità e giustizia per un proprio cittadino massacrato in Egitto. 

mb

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