Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Le cinque razze umane nella novella di D'Annunzio


Le novelle della Pescara è un'opera di Gabriele D'Annunzio che risale ai primissimi anni del '900. Racconti ambientati a Pescara, che riguardano anche località vicine, come Ortona. Come nel caso della Vergine Anna.  Ragazza semplice, che innescherà un dialogo con un fattore, che si recava più volte nella sua casa e si intratteneva in dialoghi con Anna. Lei, povera ragazza di campagna, ingenua e ignorante, lui, il classico uomo sapiente che doveva acculturare la vergine Anna. Un classico stereotipo maschilista, che ancora oggi esiste. 
"Poiché Zacchiele amava talvolta, per una ingenua vanità naturale, di far pompa del suo sapere, in conspetto della donna ignorante e credula, questa concepì per lui una stima e un'ammirazione senza limiti. Ella imparò, che la terra è divisa in cinque parti e che cinque sono le razze degli uomini: la bianca, la gialla, la rossa, la nera e la bruna. Imparò che la terra è di forma rotonda, che Romolo e Remo furono nutricati da una lupa, e che le rondini su l'autunno vanno oltremare nell'Egitto dove anticamente regnavano i Faraoni. - Ma gli uomini non avevano tutti un colore, a immagine e somiglianza di Dio? Potevamo noi camminare sopra una Palla? Chi erano i re Faraoni? - Ella non riusciva a comprendere, e rimaneva così tutta smarrita. Però da allora ella considerò le rondini con reverenza e le tenne per uccelli dotati di saggezza umana"
Anna apprese dunque la suddivisione del mondo in razze, in cinque razze, che la terra era rotonda, almeno non era cultore del terrapiattismo, e conobbe dell'esistenza dei Faraoni.
Uno dei precursori della teoria delle cinque razze umane fu  Blumenbach, nel 1795, il teorico razziale nazista Hans F.K. Günther identificò la razza europea come composta da cinque razze subtipiche: razza nordica, razza mediterranea, razza alpina, razza dinarica e infine dalla "razza orientale del Mar Baltico" e parlerà di cinque razze nella sua classificazione anche Carleton Stevens Coon.
Da ricordare che D'Annunzio nei suoi scritti più di una volta si scagliò, in modo razzista, contro popoli ritenuti inferiori, come quelli delle aree balcaniche, anticipando quell'odio che sarà proprio del fascismo che cercherà di realizzare una mera pulizia etnica contro gli "slavi".

mb

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