A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

Più di 1000 giorni dalla scomparsa di Giulio nell'Egitto dove anche i bambini vengono torturati



1036 giorni, 34 mesi, siamo arrivati oramai a tre anni da quel 25 gennaio 2016 quando di Giulio si persero le tracce. E ancora qui a chiedere, a pretendere, la luce su quel buio egiziano che soffoca ogni processo di verità e giustizia non solo per Giulio, ma per tutti. Perchè quando si farà piena luce su ciò che è successo a Giulio in Egitto, lo si farà per tutti e tutte gli egiziani e le egiziane che come Giulio hanno subito e continuano a subire trattamenti inumani. Il tutto mentre il suo Paese, l'Italia, tramite chi dovrebbe rappresentarlo, stringe mani, accoglie esponenti di primo piano di quell'Egitto che continua a prendere in giro tutti. 
Un Paese dove un bambino di 12 anni è stato arrestato e tenuto in isolamento con l'accusa di terrorismo. Dal 2013, le autorità egiziane hanno commesso violenze scioccanti contro i bambini con almeno sei torturati in custodia e 12 soggetti a sparizioni forzate dal 2015, secondo le nuove scoperte pubblicate da Amnesty International.  
"Queste scoperte rivelano come le autorità egiziane hanno sottoposto i bambini a violente violazioni, tra cui torture, isolamento prolungato e sparizione forzata per periodi fino a sette mesi, dimostrando un assoluto disprezzo per i diritti dei bambini", ha detto Najia Bounaim, direttore delle campagne nordamericane di Amnesty International.
Uno scandalo verso cui il mondo pare chiudere gli occhi. Italia inclusa. E si parla di un Paese firmatario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino, a dimostrazione di come in Egitto i diritti umani non contano niente, anzi. Chi li difende rischia grosso. Come successo a Mohamed Lofty consulente della famiglia Regeni, il quale ha vinto il premio franco-tedesco per per i diritti umani e lo Stato di diritto, che in Egitto lui vorrebbe difendere e che ha visto sua  moglie, Amal Fathy finire in carcere da mesi, come ritorsione. E la battaglia della verità per Giulio Regeni è un ponto cruciale per la difesa dei diritti umani e lo Stato di diritto, e questo in Egitto lo sanno bene. 

Marco Barone 

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