Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Facciamo anche noi come a Capodistria. Piazze e vie in sloveno,friulano e tedesco e dialetto e con i nomi dell'Austria e non solo

Città conosciuta nell'antica grecia come Aegida, poi varie varianti che porteranno all'attuale Capodistria, Koper, passando da una lunga dominazione veneziana, poi l'Impero Austroungarico dall'inizio del 1800 fino alla fine della prima guerra mondiale che vedrà su Capodistria una breve parentesi del Regno d'Italia, poi la contesa e l'assegnazione alla Jugoslavia prima, Slovenia poi. Dopo varie peripezie come si è appreso dalla stampa a Capodistria verranno collocate targhe in tre lingue, sloveno, italiano ed inglese riportando il vecchio nome della piazza. Un modo con cui soprattutto si rimarca il ricordo storico della venezietà della città istriana.  Una iniziativa che fece discutere soprattutto quando provocatoriamente o meno venne collocata una targa sotto l'attuale piazza Tito della stessa grandezza e misura che richiamava il nome italiano della piazza, piazza del Duomo, e per molti ciò è stato letto come un passo finalizzato a togliere piazza Tito.
Visto che il Friuli Venezia Giulia vede la sua specialità nelle sue radici slave, latine e germaniche, come si ricorda ad esempio sul Lussari, nella tutela della lingua slovena, friulana e tedesca,
sarebbe cosa e giusta fare la stessa cosa di Capodistria. Almeno nelle principali località e per le vie o piazze più importanti o che rientrano in circuiti storici e nei Comuni dove si applicano le tutele delle lingue di minoranza. In alcuni comuni ciò forse succede, ma a macchia di leopardo. Un qualcosa di più sistemico e coordinato sarebbe preferibile vista la complessità di questa regione. Vie e piazze dunque in friulano, italiano, tedesco e sloveno e perchè no? Anche in dialetto, in bisiaco, ad esempio, passando da quel già che può ricordare l'Impero Austroungarico per alcuni o altri periodi storici importanti.

Marco Barone


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