L'Egitto continua a non essere dichiarato Paese insicuro ma Giulio non è finito nell'oblio

 Nel sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, nella scheda dedicata all'Egitto si continua a leggere che   " Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico-regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni. Come noto, nel 2016, è stato rinvenuto, vicino al Cairo, il corpo del giovane ricercatore italiano, torturato e barbaramente ucciso". I rapporti commerciali tra Italia ed Egitto continuano ad essere consolidati, si stipulano anche accordi...

Facciamo anche noi come a Capodistria. Piazze e vie in sloveno,friulano e tedesco e dialetto e con i nomi dell'Austria e non solo

Città conosciuta nell'antica grecia come Aegida, poi varie varianti che porteranno all'attuale Capodistria, Koper, passando da una lunga dominazione veneziana, poi l'Impero Austroungarico dall'inizio del 1800 fino alla fine della prima guerra mondiale che vedrà su Capodistria una breve parentesi del Regno d'Italia, poi la contesa e l'assegnazione alla Jugoslavia prima, Slovenia poi. Dopo varie peripezie come si è appreso dalla stampa a Capodistria verranno collocate targhe in tre lingue, sloveno, italiano ed inglese riportando il vecchio nome della piazza. Un modo con cui soprattutto si rimarca il ricordo storico della venezietà della città istriana.  Una iniziativa che fece discutere soprattutto quando provocatoriamente o meno venne collocata una targa sotto l'attuale piazza Tito della stessa grandezza e misura che richiamava il nome italiano della piazza, piazza del Duomo, e per molti ciò è stato letto come un passo finalizzato a togliere piazza Tito.
Visto che il Friuli Venezia Giulia vede la sua specialità nelle sue radici slave, latine e germaniche, come si ricorda ad esempio sul Lussari, nella tutela della lingua slovena, friulana e tedesca,
sarebbe cosa e giusta fare la stessa cosa di Capodistria. Almeno nelle principali località e per le vie o piazze più importanti o che rientrano in circuiti storici e nei Comuni dove si applicano le tutele delle lingue di minoranza. In alcuni comuni ciò forse succede, ma a macchia di leopardo. Un qualcosa di più sistemico e coordinato sarebbe preferibile vista la complessità di questa regione. Vie e piazze dunque in friulano, italiano, tedesco e sloveno e perchè no? Anche in dialetto, in bisiaco, ad esempio, passando da quel già che può ricordare l'Impero Austroungarico per alcuni o altri periodi storici importanti.

Marco Barone


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