A Lussino, salvate diverse tombe di cittadini italiani dall'oblio, ma c'è ancora molto da fare per il riconoscimento dei diritti della minoranza italiana

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Viene reso noto che a Lussino, grazie all'operato di alcuni cittadini sensibili alla salvaguardia della memoria storica ed identità dei luoghi, sono state salvate una trentina di tombe, esattamente ben 37, nel cimitero di San Martino, dall'oblio e dal degrado a cui erano destinate. I cittadini in questione, tramite la nota pagina facebook dedicata a Lussino hanno reso noto che grazie al finanziamento promosso dall'Università Popolare di Trieste, attraverso i fondi del MAECI Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,hanno potuto  attivarsi per salvarle. Iniziativa di gran pregio che merita il giusto riconoscimento e gratitudine in un contesto dove la comunità degli italiani,con difficoltà , essendo anche gli italiani autoctoni  ridotti al minimo storico, cerca di attivarsi per quanto possibile anche tramite l'operato di singole individualità per la difesa della memoria storica. Una delle battaglie che stanno conducendo da anni ad esempio è il  r...

A Rijeka per il centenario della marcia su Fiume arriva il bilinguismo?Si chiamerà anche Fiume.E' l'occasione per condannare la marcia su Fiume e D'Annunzio


Il 2019 è l'anno del centenario della sventurata marcia su Fiume, partita casualmente da Ronchi, che condannerà la cittadina bisiaca, almeno sino ad oggi, a veder associato il proprio nome a quella pagliacciata eversiva, militarista, che ha screditato la patria e soprattutto cagionato morte visto che nel natale di sangue, per scacciare gli occupatori eversori si sarà costretti allo scontro armato. Una sessantina le vittime, compreso qualche civile. Vittime che potevano essere risparmiate, ma non lo furono a causa di chi ha voluto quell'atto che ha anticipato la marcia fascista su Roma di qualche anno dopo. Fiume non apparteneva all'Italia, non era una città italiana, vi era certamente una comunità italiana, ma non per questo doveva essere occupata. Altrimenti cosa avrebbero dovuto fare i greci? Occupare la Calabria, visto che si parla di Magna Grecia? O gli albanesi occupare fette del territorio italiano dove vi sono minoranze autoctone albanesi? Fiume, o meglio Rijeka, verrà annessa all'Italia fascista nel '24, per qualche anno apparterrà al Regno d'Italia, ciò che conoscerà dell'Italia, sarà il fascismo e l'inizio del suo declino. Controllare il porto di Fiume e di Trieste significava avere in mano l'Alto Adriatico, queste furono le vere ragioni che spinsero ad occupare quella città, il resto bazzecole nazionalistiche che hanno cagionato solo razzismo, violenze e barbarie. Cent'anni dopo, a Rijeka pare che per soddisfare le richieste ed i diritti della minoranza italiana autoctona, che complessivamente tra italiani e coloro che si sono dichiarati di madrelingua italiani non si va circa oltre le 5mila persone su una città di circa 255 mila abitanti, si realizzerà quello che è stato definito da alcuni come il loro sogno oltre che giusto diritto, perchè il bilinguismo è un diritto e questo va tutelato anche a livello visivo, quale quello di vedere accanto al nome Rijeka quello italiano di Fiume. Forse anche qualche via, sullo stile di Capodistria, avrà il nome in croato ed italiano. Pare che questa operazione dovrebbe avere luogo tra il 2019, anno casualmente del centenario di quella scellerata marcia di occupazione di Fiume, che ancora oggi in modo antistorico e anacronistico viene celebrata tra Ronchi e Monfalcone, ed il 2020, anno in cui Fiume sarà capitale della cultura europea. Sarebbe di buon auspicio, perchè questo bilinguismo possa avere luogo in modo condiviso, condannare senza remore, da parte anche della comunità italiana fiumana, la marcia di occupazione di Fiume e dissociarsi dal razzista D'Annunzio, visto che definiva i croati come mandria di porci, lurido, scimmia, schiavi meridionali, che ha guidato quella scellerata attività eversiva che faciliterà la consegna di Fiume al fascismo italiano nel 1924. 
Chissà se anche a Trieste, presto, seguendo magari l'esempio di Fiume, sempre se i propositi avranno luogo, sarà possibile vedere Trst oltre a Trieste. Ricordiamo che a Trieste ci sarebbe una legge che ne prevederebbe la vigenza, ad oggi disattesa.

Marco Barone

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