La ciminiera di Monfalcone va salvaguardata non demolita

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In Italia spesso si preferisce inseguire la via della tabula rasa, dell'annientamento, del vuoto, per dare spazio al nuovo che sormonta e travolge tutto ciò che è stato nel bene e nel male. Ci sono manufatti che hanno segnato la vita e la quotidianità di una comunità. Ci sono manufatti architettonici che caratterizzano i luoghi ed uno di questi è indiscutibilmente la ciminiera di Monfalcone di cui si apprende che nel 2027 avverrà la sua demolizione. Qui non è chiaramente in discussione la riconversione della centrale attuale ma di ciò che esteticamente, simbolicamente, rappresenta quel manufatto enorme di circa 150 metri circa realizzato nel secolo scorso e che andrebbe preservato piuttosto che spazzato via. Quel manufatto potrebbe essere considerato come ciminiera storica industriale, elemento tipico del paesaggio industriale monfalconese. Perchè non valutarne la sua valorizzazione a livello conservativo, anche come elemento storico di riflessione di come i processi ...

Fino a quando ci sarà una sola scuola non sicura non siamo degni di definirci un Paese civile

La scuola è una cosa seria. O meglio dovrebbe esserla in un Paese serio. L'Italia è un Paese serio? Sinceramente non lo so. So solo che nella scuola si son spese milioni di parole, centro di gravità permanente della propaganda elettorale che non si ferma mai in Italia, sempre senza soluzione di continuità. Ma lo stato delle nostre scuole lo conosciamo tutti. E la sicurezza delle scuole, dove si costruisce il nostro futuro, non è mai stata effettivamente una priorità degna di nome. D'altronde i problemi della scuola li conosciamo tutti, dalla questione insegnamento tra personale senza laurea che insegna e laureati che non possono insegnare, tra segreterie oberate di lavoro, precarietà costante, dirigenti sempre più manager ma non sempre con le competenze giuste per governare una scuola, con la scuola che rischia di diventare più ammortizzatore sociale che luogo dove costruire le fondamenta del nostro futuro. Ed il futuro che si prospetta è disastroso. Scuole sicure, scuole belle, scuole carine, scuola buona, bollini a destra e sinistra. Nel  2015 veniva comunicato che erano stati censiti 42.292 edifici scolastici , di cui 33.825 risultati attivi, cioè adibiti ad ospitare attività connesse con la vita scolastica. Il 55% risultava essere stato costruito prima del 1976, il 70%  per uso scolastico. Il 70% delle scuole risultava essere in possesso del documento di valutazione del rischio (72%) e di un Piano di emergenza (73%). Dunque il 30 % non lo aveva. E solo il 39% era in possesso del certificato di agibilità/abitabilità.  Dunque il 70% non lo aveva. E ben il 50% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1971, anno di entrata in vigore della normativa che rende obbligatorio il certificato di collaudo statico. 
Insomma, ogni giorno si deve pregare a qualche divinità che nel Paese con vulcani attivi, terra in movimento e tanto altro non accada mai niente.
L'interrogativo rimane sempre lo stesso. L'emergenza scuola sicura è già finita? No, perchè le nostre scuole non sono tutte sicure e fino a quando una sola scuola non è sicura non siamo degni di definirci un Paese civile. La sicurezza delle nostre scuole deve essere la priorità totale assoluta. Serve piano strategico nazionale.

Marco Barone 

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