Chiamare ancora oggi Ronchi "dei Legionari" sarebbe come chiamare Latina, Littoria

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Come è risaputo dal 1925, la città di Ronchi di Monfalcone, ha visto mutare il proprio nome in Ronchi dei Legionari, per la precisione il 2 novembre del 1925 con il Regio Decreto firmato da Rocco pubblicato nella G.U n° 283 del 5 dicembre 1925. Quest'anno pertanto ricorrono ben cent'anni da questa ricorrenza dovuta all'omaggio voluto dal fascismo per celebrare la presa di Fiume da parte di D'Annunzio che partì casualmente da Ronchi dopo aver dormito per qualche ora in una dimora nella vecchia via di Trieste. E come è ben risaputo nessun cittadino di Ronchi partecipò a quell’atto eversivo che ha subito la città di Fiume per 500 giorni con tutte le conseguenze che ne derivarono per i fiumani che nel 1924 scivolarono anche grazie a quel fatto storico e politico sotto il fascismo. Continuare a chiamare Ronchi "dei Legionari" come se appartenesse a chi mai ha appartenuto nel corso della sua storia, minandosi pertanto ogni identità storica del territorio, sarebbe co...

Dopo Marcinelle si continua a morire sul lavoro con quasi 4mila morti l'anno in Europa

Marcinelle, una tragedia che ha interessato soprattutto italiani emigrati in Belgio che vivevano in condizioni degradanti, a livello di coscienza globale con i 262 morti, tra cui anche sette minatori del Friuli Venezia Giulia, qualcosa è successo. Da quel momento, da quell'estate del 1956, si inizierà a discutere di sicurezza sul lavoro, per arrivare, soprattutto in Italia, esattamente nel 1994 a realizzare una delle normative più avanzate a livello europeo in materia di sicurezza sul lavoro per essere poi aggiornata nel 2008. Poi però vi è una realtà che vuole in Europa circa 4 mila morti l'anno sul lavoro, con l'Italia che continua a mietere vittime. I numeri sono numeri, ma dietro ogni numero si celano vittime, persone, famiglie, drammi. Morire sul lavoro è una bestialità, una bestialità che interessa italiani e non italiani, anche in Italia. Si ripeteranno sempre le solite parole, ci saranno sempre le solite cerimonie, i soliti discorsi, ma la questione sicurezza sul lavoro non è mai stata una priorità in questo Paese e neanche in Europa, altrimenti non ci sarebbe una strage del genere con quasi 4 mila morti l'anno. Cifre proprie di una guerra. Il resto sono solo chiacchiere.

Marco Barone

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