Il mondo gattopardiano dopo il coronavirus

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C'è stato un tempo sconvolgente che sembrava non finire più. Sembrava che il mondo perduto non sarebbe più potuto tornare. Sembrava tutto. E invece, non è cambiato niente. Dopo settimane di bombardamenti mediatici ai limiti del terrorismo psicologico su come ci si dovesse comportare per evitare di essere contagiati dal cornoavirus e non incorrere nella covid19, sembraba impensabile pensare che il post coronavirus, potesse essere come il prima. Nulla sarà come prima, si diceva. Ci sarà un prima coronavirus, un dopo coronavirus. Si ripeteva.  La stretta di mano sembrava essere destinata all'estinzione, gli abbracci, essere ridotti al minimo, il baciarsi sulla guancia, due, tre volte, all'italiana, a rischio estinzione come i dinosauri, e che dire della distanza di sicurezza sociale di almeno un metro? Si temeva che questo potesse essere il modo tipico delle relazioni "aosciali".  Si pensava che potesse derivarne l'Italia dei balconi di D'Annunzio e Mussol...

La fine di "Bella ciao" dalla Casa di Carta ai Mondiali 2018


Una mattina mi son svegliato ed ho scoperto che Bella ciao ha finito di essere quella che è sempre stata, almeno qui da noi, in Italia. Inno per tanti della Resistenza, per altri uno dei canti più importanti della storia della nostra Resistenza. Poi una serie televisiva, su quella piattaforma rivoluzionaria che è Netflix cambia le carte in tavola. Una rapina che per molti non è una rapina perchè il danaro lo vanno a prendere dove si stampa, mettono in discussione il sistema, ma ne diventano parte dal momento in cui ne sottraggono il danaro. Sfumature interpretative diverse, atto rivoluzionario o meno ma cantare bella ciao, ballare bella ciao, in quell'atto non c'entra un semplicemente un cazzo di niente. Uno sfregio ad una delle canzoni più importanti della Resistenza. Eppure molti conosceranno quella canzone proprio grazie alla Casa di Carta.




Ed il danno è stato fatto. Perchè è entrata subito questa canzone nell'ambito calcistico, ad esempio alcuni tifosi brasiliani l'hanno cantata, citando Messi, Mascherano e Di Maria, per sfottere, dileggiare l'Argentina esclusa dai Mondiali. E non sono stati gli unici e non saranno gli unici. Il disastro è stato compiuto. Molti non conosceranno la storia di quella canzone che intoneranno, molti non la capiranno, altri semplicemente se ne fotteranno, altri si indigneranno. 
 E allora o Di Maria, o Mascherano, o Messi ciao, Messi ciao....


Marco Barone

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