Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Non è che rimasto solo il ricatto di Schengen


E' evidente a tutti quello che sta accadendo. C'è una forma di intolleranza verso tutto ciò che sa di Europa che è un qualcosa di incredibile. Quanto tempo è passato dalla demonizzata e odiata Brexit? Poco. Eppure son certo che la maggior parte degli italiani e degli europei avranno pensato, hanno fatto bene. Perchè continuare a rimanere all'interno di un castello di sabbia destinato ad essere spazzato via? Gli inglesi potevano permetterselo di andarsene, noi no. Noi verremo trascinati a fondo con l'Europa che precipita nell'abisso.
Cosa è rimasto da difendere di questa Europa? La politica è percepita come un qualcosa di astratto e lontano come non mai. Salvo quando si tratta di votare, e le prossime votazioni vedranno giungere nel parlamento europeo una quantità di nazionalisti come non mai accaduto nella storia dell'Europa. D'altronde anche il concetto di Europa è una forma di nazionalismo esteso all'ennesima potenza. Non si sa chi comanda, si parla di triade, di poteri forti, di finanza, mercato. Si punta il dito ora contro la Germania ora contro la Francia. L'Europa è diventata l'alibi perfetta dei nostri fallimenti e non ha fatto nulla per sottrarsi a ciò. Ma che cosa è questa Europa? 
Non lo sa nessuno. E' la Francia, la Germania? Che a loro volta dicono che l'Europa va riformata? E' evidente che un Paese come l'Italia senza l'Europa sarebbe ridotta probabilmente ben peggio di come è ridotta oggi. 
Così come è altrettanto evidente che l'Italia potrà essere solo espulsa dell'Europa ma non potrà mai andarsene da sola salvo che non decida di finire i suoi giorni prima del tempo. Europa oggi fa sinonimo con diseguaglianze, liberismo selvaggio, globalizzazione selvaggia, omologazione, annientamento delle identità che hanno trovato maggior vigore nei peggiori dei modi, con i venti reazionari partiti da quell'Est che l'Europa voleva conquistare dopo la caduta del muro di Berlino e che oggi vede essere messa in discussione proprio da quel sentimento dell'Est che è penetrato profondamente nel cuore dell'Europa. E non è un vento di pace, di fratellanza o libertà e uguaglianza. E' rimasto solo Schengen da difendere.  
Ma alla fine incrementano sempre di più i discorsi di chi dice che se il prezzo è fare la fila al confine pur di stare meglio e finirla con questa Europa, ridateci le file al confine, ridateci i confini, ridateci le frontiere interne. Questo è il punto. Schengen diventerà l'ultima arma di di ricatto per salvare l'Europa. Ma se così sarà, l'esito è già scritto.Il conto alla rovescia è iniziato. Si tratta solo di capire come finirà questa Europa. Se in modo violento, con delle guerre o boh.

Marco Barone


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